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 2013  dicembre 07 Sabato calendario

D’ALIMONTE: «SUBITO IL MAGGIORITARIO O FINIAMO COME WEIMAR»

«Do un consiglio a Renzi: dovrebbe provare a fare una proposta ad Alfano o, se Alfano rifiuta, al M5S oppure a Forza Italia per una legge maggioritaria. A tutti i costi, lunedì stesso». Il politologo Roberto D’Alimonte lancia l’allarme dopo la sentenza della Consulta.
Lei è il consigliere di Renzi, professor D’Alimonte?
«Non lo sono, ma lo stesso voglio dirgli che qualunque alleanza va bene pur di introdurre un modello elettorale maggioritario: per Renzi e il Pd ne va della sopravvivenza politica, e per il paese la posta in palio è un minimo di governabilità perché con questa legge elettorale noi andiamo a Weimar».
La Consulta ha introdotto un nuovo sistema elettorale.
«Assolutamente sì, ed è un modello proporzionale. Va modificato. E non accetti Renzi alcuna proposta di Alfano di mantenere un sistema del genere con una verniciatura di tedesco o di spagnolo».
Ma quale maggioritario?
«Qualunque maggioritario, un sistema con collegi uninominali come la legge Mattarella o con liste di partito come il doppio turno da me proposto, e cioè con un premio di maggioranza assegnato in due turni. Ad Alfano converrebbe la seconda soluzione che gli garantirebbe la maggiore visibilità pur entrando in coalizione».
Però la Consulta non ha appena detto che il premio di maggioranza è distorsivo?
«Se assegnato in due turni, la Consulta non può dire nulla».
Gli elettori continuano a non potere scegliere?
«Non sarebbe così, perché la mia proposta è di ridurre le circoscrizioni, così da avere 5 o 6 candidati e mettere anche il voto di preferenza per accontentare la Consulta e Alfano».
Quale è la conseguenza della sentenza della Corte?
«Abbiamo un Parlamento delegittimato non tanto sul piano formale. È delegittimato politicamente: come può fare delle riforme costituzionali ed economiche profonde? La situazione è simile a quella del 1993. Allora un Parlamento delegittimato dal referendum Segni, fu costretto a fare la legge elettorale e poi si tornò a votare. Così dovrebbe essere anche questa volta».
Come giudica la sentenza della Consulta?
«La giudico male. La Corte ha preteso di decidere sulla disproporzionalità buona o cattiva di un sistema elettorale, ovvero sulla “giusta” alterazione tra voti e seggi. La Consulta si è mossa con un pregiudizio proporzionalista».
Ma sta diventando un difensore del Porcellum?
«Tra il Porcellum e la legge che la Corte ci ha dato, io preferisco il Porcellum. Lo dico avendo le credenziali per dirlo visto che prima che fosse approvato, ne criticai le imperfezioni. La Consulta con la sua decisione ha preferito cancellare un sistema maggioritario imperfetto, sostituendolo con un sistema proporzionale disastroso, invece di imboccare la strada di un altro maggioritario, riportando in vita la Mattarella».