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 2013  dicembre 06 Venerdì calendario

IL GOVERNO PRONTO A INTERVENIRE “PRESENTEREMO UNA NOSTRA PROPOSTA”


Il governo ha deciso di muoversi, avanti tutta sulla legge elettorale. Prima che il partito delle urne unifichi le sue forze e trascini il paese al voto anticipato con il Mattarellum. A spiegare la svolta è Dario Franceschini che, insieme al premier Enrico Letta e al ministro Quagliariello, fa parte dell’unità di crisi al lavoro per attutire gli effetti dirompenti della sentenza della Consulta.
La premessa di Franceschini, contro chi pensa a una nuova legge elettorale approvata con una maggioranza à la carte, è che «serve un accordo tra i partiti che sostengono il governo». Dalla constatazione del fallimento del progetto delle grandi riforme, per cui «non sussistono più le condizioni politiche e numeriche», il ministro dei rapporti con il Parlamento fa discendere la conseguenza che potrebbe imprimere una torsione imprevista al dibattito sulla morte del Porcellum: «Ci vogliamo concentrare su due capitoli, il monocameralismo e la legge per l’elezione della Camera. Su questi due punti potrebbe esserci un’iniziativa del governo, ovviamente concordata con la maggioranza e aperta, in Parlamento al contributo delle forze d’opposizione». Il piano è questo, far lavorare il parlamento per tutto il 2014 e tornare al voto nel 2015. Senza accelerazioni. Un disegno che trova assolutamente d’accordo i due “junior partner” della maggioranza, Nuovo centrodestra e Scelta Civica. Non a caso entrambi contrari a spostare — come invece vorrebbe i renziani — la materia elettorale dal Senato alla Camera.
Franceschini non lo dice ma è un altro ministro, Maurizio Lupi, ad alzare il velo su quali potrebbero essere i contenuti di questa proposta governativa: «Noi proponiamo un patto tra Alfano, Renzi e Letta basato sul doppio turno e l’elezione diretta del premier. È il modello che si usa nei comuni: liste con le preferenze al primo turno e ballottaggio tra i primi due candidati premier. Renzi non diceva sempre di volere il sindaco d’Italia?».
Ma se a palazzo Chigi lavorano a un’intesa nel perimetro della maggioranza, da formalizzare con un disegno di legge governativo, sembra che il piano di Renzi vada in un’altra direzione. «Le riforme — avverte l’uomo che domenica sera potrebbe guidare il Pd — spettano alle forze politiche, non al governo». Un avviso importante in vista dell’incontro tra Renzi e Letta che si terrà prima del dibattito sulla fiducia. Un faccia a faccia nel quale, se eletto segretario, Renzi intende rivendicare la gestione diretta della partita delle riforme. Togliendola al governo. «A quel punto — ha confidato ai suoi — io busso alla porta di tutti, pure a quella di Grillo ». Tra le porte a cui bussare ci potrebbe essere anche quella di Silvio Berlusconi, che in realtà non aspetta altro. Anzi, il Cavaliere ha individuato proprio in Renzi l’interlocutore obbligato per realizzare il disegno di interrompere la legislatura il prima possibile. Nelle conversazioni di queste ore il leader di Forza Italia si sarebbe infatti convinto che, se vuole tentare il tutto per tutto e andare a votare prima dell’affidamento ai servizi sociali, l’unica è puntare dritto sul Mattarellum d’intesa con Renzi. «In questo modo — ha detto — facciamo fuori il partito di Alfano». Non è un caso se ieri la proposta di “scippare” la legge elettorale al Senato e trasferirla alla Camera, dove esiste una maggioranza teorica a favore del Mattarellum, è stata sostenuta anche dal capogruppo forzista Renato Brunetta. L’operazione è chiara. E anche le potenziali vittime hanno fiutato il pericolo, come dimostra il colloquio “intercettato” dall’agenzia Dire dietro una colonna del teatro di Adriano, alla presentazione del simbolo di Ncd. Fabrizio Cicchitto, rivolgendosi a Lupi e Quagliariello, li ha aggiornati sulla situazione a Montecitorio: «In aula sono due giorni che assistiamo a un modello eversivo, su cui convergono Forza Italia e 5Stelle. In capigruppo invece Speranza si è trovato d’accordo con Brunetta e poi col M5S e hanno deciso di andare avanti tutta con la legge elettorale in commissione affari costituzionali. Una cosa bruttissima». Lupi: «Che ci siano delle spinte sul Mattarellum è evidente». Cicchitto: «Capite o no che possono fare una legge elettorale contro di noi senza che ci possiamo fare nulla?». Lupi: «Vabbe’, ma se fanno così allora viene meno ogni accordo». Cicchitto: «Una volta che ti hanno fregato, sai che ci fai dell’accordo ».
Un avviso ai naviganti lo manda anche Stefania Giannini, neo segretaria di Scelta Civica: «A noi può anche andare bene discutere di Mattarellum, ma non per andare a votare. La stabilità politica, in questo momento, è un valore».