Davide DiSanto, Il Tempo 6/12/2013, 6 dicembre 2013
LA VERGOGNA DEI 18 CENTRI SOCIALI –ECCO CHI NON PAGA I DIRITTI D’AUTORE
Okkupato, autogestito ed esentasse. A Roma sono 18 i locali, teatri e sale da concerto che da anni - se non da decenni - propongono ogni giorno concerti e serate con dj, ospitano artisti nazionali e internazionali in tour e compagnie teatrali, trovano ospitalità e pubblicità gratuita su giornali e siti web. Non solo. Vendono - spesso a caro prezzo - birra e cocktail a fiumi e fino all’alba, gestiscono ristoranti, pizzerie e mercatini. Una ricchezza per la cultura, gli artisti e il territorio, si penserà. Sbagliato. Anzi, è tutto il contrario perché a differenza dei teatri e dei locali in regola le 18 strutture in questione non versano un euro alla Siae, la Società italiana autori ed editori. E così, gli artisti che si esibiscono nei vari Cso, Csoa e via dicendo si rendono loro malgrado complici del sistema. Un circolo vizioso in cui gli «okkupanti» incassano con gli ingressi e le consumazioni ma non versano un centesimo per i diritti d’autore sul repertorio eseguito dagli artisti. E gli autori, che spesso e volentieri sono gli stessi artisti che si esibiscono, quei soldi che in parte gli appartengono non li vedranno mai.
Il Teatro Valle, occupato nella primavera del 2011 dopo la dismissione dell’Entre teatrale italiano è diventato il simbolo contemporaneo di questa deriva. Sul palco della struttura che sorge tra il Pantheon e piazza Navona fino all’8 ottobre va in scena la pièce di Paolo Mazzarelli e Lino Musella Crack machine - Il denaro non esiste . Fuori dalla finzione, però, il denaro esiste eccome tanto che lo stesso Teatro Valle organizza uno «sportello per gli autori» intitolato «Prendiamo a sportellate la Siae». Un servizio che propone «un percorso più ampio e articolato sulle nuove forme di lavoro, di reti di cooperazione sociale e diritti di nuova generazione che sta coinvolgendo autori, cittadinanza e fruitori verso un ripensamento radicale della proprietà intellettuale». Sarà, anche se a prima vista sembra una "supercazzola" per dire: cari artisti, i diritti non ve li paghiamo.
L’Angelo Mai Altrove Occupato è nel cuore della città, in viale delle Terme di Caracalla, e propone concerti, dance hall di musica reggae e serate techno. Un programma così fitto che gli eventi sono più al giorno, inclusi i pranzi sociali all’Osteria di Pina.
Al Cinema America Occupato di Trastevere (via Natale del Grande, 6) invece, siamo nel pieno della «settimana basca» ma il programma di sala di dicembre è spiccatamente natalizio con Bambi , Mary Poppins e A Christmas carol . A spendersi contro la trasformazione del Nuovo Cinema Palazzo di San Lorenzo in una sala slot è stata Sabina Guzzanti, attrice e regista militante che ha pure organizzato un corso di satira nel locale di piazza dei Sanniti. Lo storico quartiere bombardato dagli Alleati nel 1943 è quello dove ha attecchito più profondamente il contagio del «virus dei teatri abusivi», copyright - è il caso di dirlo - del direttore generale della Siae, Gaetano Blandini, coniato durante la presentazione dei dati dello spettacolo del secondo trimestre 2013. A San Lorenzo sorgono anche il Centro Sociale 32 (via dei Volsci, 32) e, sulla stessa via, l’Esc Atelier Autogestito (Via dei Volsci, 59). Poco distante, in via di Casal Bruciato, c’è il Centro Sociale Intifada, che agli albori della pay tv, negli anni ’90, calamitava centinaia di appassionati per le partite di Roma e Lazio. Anche allora, «ingresso a sottoscrizione» e chi si è visto si è visto.
Lo Zoobar di via Bencivenga, affaccio su via Nomentana all’altezza di piazza Sempione, non cerca di mascherare la sua attività con finalità sociali. Il suo sito internet ha solo due categorie: la prima è il programma dei concerti e dei dj set, l’altra la lista dei cocktail che si vendono nel pub con relative ricette. A differenza dei vari spazi «sociali», «riqualificati» e «restituiti alla città» questi almeno non si nascondono dietro la politica.
Difficile stabilire a quanto ammonta il mancato gettito alla società dei diritti d’autore. Si tratta di 18 strutture - senza contare le occupazioni «estemporanee» che durano magari solo pochi mesi o un anno - alcune attive dalla metà degli anni ’80 e che offrono quotidianamente spettacoli, proiezioni esibizioni. Allo stesso modo è impossibile fare un censimento dei repertori rappresentati. La lista non è finita. Ci sono anche la Stazione FFSS Farneto, in via dei Monti della Farnesina, il Csoa Ex Snia Viscosa di via Prenestina, lo Strike Spazio pubblico autogestito di via Partini 31, vicino a via dei Romanisti. E ancora: Kollatino Underground (via Georges Sorel, 10), Casa dei Popoli (viale Irpinia, 5), Ex Lavanderia (piazza Santa Maria della Pietà), Csoa Spartaco (via Selinunte, 57), al Quadraro. Centri sociali storici, invece, sono La Torre di via Bertero, immersa nei prati di Casal de’ Pazzi. Ricomincio dal faro di via del Trullo, il Forte Prenestino di via Delpino. Quest’ultimo è famoso soprattutto per le feste della semina e del raccolto. Naturalmente non ci si riferisce al crescione o all’erba medica.
Davide DiSanto