Irene Vallone, Libero 6/12/2013, 6 dicembre 2013
LA NOTTE DI 130 ANNI FA CHE ILLUMINÒ L’ITALIA
Notte di Santo Stefano, 1883. Dame e gentiluomini affollano il foyer del Piermarini per l’inaugurazione della Gioconda di Amilcare Ponchielli. D’un tratto, la vicina centrale di Santa Radegonda accende 2.280 lampadine. Grida di stupore e meraviglia accolgono la prima illuminazione elettrica di un teatro d’opera in Europa.
Resa possibile dall’intuizione di Giuseppe Colombo, fondatore di Edison e rettore del Politecnico di Milano. Un evento storico perché da quella sera di 130 anni fa partì l’elettrificazione di tutta l’Italia. Domani, per festeggiare l’anniversario, Edison illuminerà la Traviata con l’energia pulita delle sue storiche centrali sull’Adda, azzerando le emissioni della serata inaugurale della stagione 2013-2014 della Scala. I consumi elettrici della rappresentazione verranno compensati da appositi certificati che assicurano la provenienza dell’energia elettrica da fonti rinnovabili, evitando l’emissione di ben 64 tonnellate di anidride carbonica. Non basta. Sarà sempre l’energia di Edison- in collaborazione con il Comune e la Fondazione Teatro alla Scala - a diffondere, grazie alle iniziative di Violetta in città, la magia di Traviata a auditori di quartiere, cinema, ospedali, carceri, scuole milanesi. Fu, dunque, un’intuizione antica e modernissima a dare l’avvio al boom economico e all’affermazione del Paese come potenza industriale. L’allora docente di Meccanica industriale comprese le potenzialità dell’elettricità rispetto alle altre forme di energia come il gas illuminante, gli oli combustibili e il carbone, e ne avviò la sperimentazione nel nostro Paese. Una storia di innovazione e d’imprenditoria lombarda.
Fu, infatti, all’Exposition Internationale d’Electricité di Parigi che scoprì la prima dinamo elettrica e, con l’appoggio degli istituti di credito, l’acquistò avviandone la sperimentazione in stretta collaborazione con il suo inventore, Thomas Alva Edison. Una storia tra due continenti. Nel settembre 1882 Colombo si trasferì a New York per assistere al varo della prima centrale al mondo, quella di Pearl Street. Pochi mesi dopo, in una lettera del 22 novembre 1883, già prospettava a Edison di illuminare la prima di Gioconda «con oltre 2000 lampadine elettriche». Tra il 1882 e il 1884, il fitto carteggio tra il geniale imprenditore milanese e l’inventore, contornato dai suoi più stretti collaboratori, testimonia ancora oggi i momenti che hanno portato la luce alla Scala e da lì a Milano e al resto d’Italia. Oltre 100 tra lettere, telegrammi, biglietti e anche richieste di foto autografate di T.A.Edison, descrivono le difficoltà tecniche (e non solo) che Colombo affrontò per rendere possibile l’elettrificazione dell’Italia. Sono lettere custodite alla Rutgers University del New Jersey che raccontano il fermento di un’epoca e il progresso che ne derivò.
Fondamentale, fu la collaborazione con i più vicini collaboratori dell’inventore John W. Lieb Jr, che seguì i lavori nella centrale di Santa Radegonda, e Joshua Franklin Bailey, cui Colombo affidò tutti gli ordini e le richieste «per una consegna immediata e spedizioni alle migliori condizioni possibili» (lettera del 14 settembre 1882). Il coinvolgimento di Bailey fu tale che nel 1884, anno della fondazione della Società Generale italiana di Elettricità Sistema Edison, entrò a far parte del consiglio di amministrazione. L’elettrificazione del Paese cominciò a Milano e si tradusse presto in innovazione e progresso per le famiglie e le imprese di tutta Italia. L’illuminazione della Scala nel 1883 ne fu la manifestazione più festosa ed elegante, ma fu anche un momento di svolta tanto che Colombo scrisse «il successo della Scala ci ha dato più fiducia e ora procediamo rapidamente col cablaggio di almeno 100 lampade in più» (lettera a T. A. Edison del 5 febbraio 1884).
Oggi Edison è il secondo operatore energetico in Italia, nella produzione e vendita di elettricità e idrocarburi. Con quasi un centinaio di concessioni nel mondo, possiede riserve per 360 milioni di barili d’olio equivalente.
Il gas è di 15,8 miliardi di metri cubi, pari a un quinto del fabbisogno totale italiano. Nel settore elettrico, dispone di un parco di 47 centrali idroelettriche, 22 termoelettriche, 32 campi eolici e 9 fotovoltaici e un impianto a biomasse, coprendo una quota di mercato pari al 7,9 per cento.