Nino Bertoloni Meli, Il Messaggero 6/12/2013, 6 dicembre 2013
E LUNEDÌ AI GRUPPI CHIEDERÀ UNA «FIDUCIA» ANTI-PROPORZIONALE
Proporzionale? No, grazie. Per Matteo Renzi non è solo e tanto una battaglia di principio, è una questione di riuscita o meno della sua ”scesa in politica”, ne va della messa in discussione della sua premiership, quando sarà. E il sindaco ha già deciso di passare alla controffensiva. Il primo appuntamento è fissato con i gruppi parlamentari, molto probabilmente lunedì sera. Renzi porrà i deputati e i senatori del suo partito (circa 400) davanti a una sorta di questione di fiducia così concepita: «Siamo tutti d’accordo che non vogliamo il ritorno al proporzionale? Siamo tutti d’accordo che non si può fare una legge elettorale da prima Repubblica dove si votano i partiti, questi partiti, e si toglie ai cittadini il potere di indicare governo e premier?». Qualcuno non d’accordo forse ci sarà, ma a lume di naso il grosso dei parlamentari difficilmente si discosterà dalla linea del segretario fresco di nomina. I sondaggi e le rilevazioni più recenti sono più che confortanti per l’ex rottamatore, che viene dato vincente intorno al 65 per cento, con Cuperlo più vicino al 25 che al 30 per cento e Civati tra il 10 e il 12.
ALLEANZE TRASVERSALI
Anche per questo, il sindaco sa che a latere della sentenza della Consulta si è riaccesa la battaglia interna che punta a indebolire fin da subito la leadership, picconando i capisaldi di tutta una strategia che vede nel bipolarismo e in una legge elettorale dove si sa subito «chi vince, vince» alcuni degli assi portanti. La controffensiva renziana si colora di un altro tassello, una strategia che prevede «alleanze trasversali» con chi ci sta per fare la nuova legge elettorale in senso non proporzionale. A chi già comincia a dire e sussurrare che «si deve partire dalla maggioranza che c’è», il sindaco e i suoi replicano che non si può stare dietro ai trenta deputati di Alfano, e riecheggiando il craxiano «per una buona riforma mi alleo anche con il diavolo», Renzi e con lui Gentiloni annunciano di essere pronti a stringere accordi in materia di legge elettorale anche con Berlusconi e grillini e Lega.
Sul fronte interno di partito, le novità di Renzi leader si conosceranno agli inizi della settimana. La segreteria sarà di 12+1 metà uomini e metà donne («ci saranno non pochi ex ds, ma tutti nuovi», annuncia chi ha già orecchiato gli intendimenti del leader in pectore). Un posto di rilievo avrà senz’altro Deborah Serracchiani, franceschiniana autonoma, che sarà in segreteria o più probabilmente presidente dell’assemblea nazionale. La direzione verrà ridotta di numero e si dovrebbe chiamare, meno partitisticamente, coordinamento politico; quanto ai settori di lavoro, gira insistente la voce che a parte quelli essenziali (organizzazione, informazione), tanti verranno soppressi per passarne le funzioni direttamente alle proiezioni istituzionali (commissioni parlamentari). Impegnativi anche gli annunci di Gianni Cuperlo: «Voglio un partito che non sia in continuità con le ricette della sinistra europea di questi ultimi vent’anni».