Paolo Conti, Sette 6/12/2013, 6 dicembre 2013
UNA NUOVA LUCE ILLUMINA LA SISTINA
«Il 2014, per i Musei Vaticani e soprattutto per la Cappella Sistina, non sarà un anno qualsiasi. Celebreremo il 450° anniversario della morte di Michelangelo Buonarroti, che avvenne qui a Roma il 18 febbraio 1564. E per onorare una ricorrenza tanto significativa non organizzeremo mostre ma daremo nuova luce e nuova aria alla Cappella Sistina, al suo massimo capolavoro».
Lo studio personale di Antonio Paolucci, ex sovrintendente ed ex ministro dei Beni culturali in Italia e oggi direttore del Musei Vaticani, davvero mozza il fiato. L’affaccio è direttamente sulla cupola di San Pietro, e anche lì c’è Michelangelo. Ma stavolta si parla del Giudizio Universale, della volta con le Storie della Genesi, le Sibille e i Profeti, gli Antenati di Cristo. Inutile tentare un racconto, tanto vasto è il numero delle storie, delle figure, dei rinvii.
Dice Antonio Paolucci: «La Cappella Sistina non è solo un capolavoro assoluto dell’arte rinascimentale ma è anche una specie di santuario mondiale che rappresenta l’identità stessa di tutti i cattolici. Un simbolo di immenso valore identitario che, probabilmente, supera persino quello artistico. Quindi la Cappella Sistina deve essere ben visibile e deve essere accessibile alla maggior parte possibile di persone. Ma senza mettere in pericolo la sua conservazione».
Contro i cortocircuiti. Entro il 2014 una grande azienda leader mondiale nel settore dovrebbe procedere a una nuova climatizzazione dell’immenso ambiente perché, spiega Paolucci, la continua presenza dei turisti «produce un mix pericolosissimo di anidride carbonica, polveri sottili e umidità. Ogni anno la Cappella Sistina ospita cinque milioni e mezzo di visitatori con picchi di ventimila presenze quotidiane nei momenti di maggiore pressione turistica. È evidente che non si può proseguire con questi ritmi senza mettere nel conto gravi rischi. Ma sono fiducioso che l’operazione si concluderà positivamente».
Invece, per la luce, il piano è già pronto ed è stato messo a punto dalla Osram. L’appuntamento per il nuovo impianto è già stato fissato: marzo 2014, quindi tra pochissimi mesi. Ancora Paolucci: «Sarà una nuova illuminazione completamente innovativa. Avremo sicuramente una luce più forte dell’attuale, ma non volgare e non violenta e nemmeno troppo sommessa, che sia insomma consapevole e rispettosa non solo della grandiosità artistica del luogo, ma anche della sacralità dell’area. Una luce che sottolinei l’arte di Michelangelo, non produca ombre e sia al riparo di qualsiasi pericolo di cortocircuiti. La tecnologia dei led ci offre tutte queste garanzie».
Michelangelo, insomma, avrà molto presto una nuova luminosità e visibilità che – assicura sempre Polucci – dovrebbe chiudere definitivamente la questione dei grandi e lunghi restauri della Cappella Sistina, realizzati tra il 1980 e il 1994: «La verità, aiutata dal tempo, è sempre il miglior giudice. Il gruppo coordinato dal grande maestro restauratore Gianluigi Colalucci e prima anche da Fabrizio Mancinelli, prematuramente mancato, ha realizzato in assoluto uno dei migliori restauri dell’intero XX secolo». Ed è indispensabile qui ricordare che la Cappella Sistina non significa “solo” Michelangelo Buonarroti. Ma sulle pareti c’è la gloria di Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Cosimo Rosselli, Domenico Ghirlandaio, Luca Signorelli.
Per tutte queste complesse ragioni, l’impresa si annuncia complessa. La Cappella Sistina viene di solito illuminata per 14 ore al giorno per complessivi 310 giorni ogni anno, quindi un totale di 4.464 ore l’anno. Ora, con la luce assicurata dalle lampade alogene, non si superano i 6 lux (unità di misura dell’intensità della luce). Col sistema a led della Osram si arriverà a 30 lux. Ma trattandosi appunto di led cambieranno drasticamente i consumi. Il carico di energia collegato calerà dall’attuale livello di 15.640 watt ad appena 6.000 e così il consumo annuo si abbatterà dall’attuale cifra di 69.817 kwh l’anno a 26.784. Nei casi speciali della cosiddetta “luce di gala”, quasi raddoppiata rispetto al solito (cerimonie pontificie, visite speciali per esempio dei Capi di Stato) si potrà arrivare a 230 lux ma senza superare il livello di 7.500 watt di carico collegato. Alla fine dei calcoli, il risparmio di energia in base all’indicatore Leni (Lighting Energy Numeric Indicator) sarà dell’89%. Non sarà solo un vantaggio economico per i Musei Vaticani, né tutto si ridurrà a un risparmio energetico nel rispetto dell’ambiente. Perché c’è sempre di mezzo la tutela dell’opera di Michelangelo: l’energia che accende le luci alogene se ne va per il 95% in calore e appena in ragione del 5% in luce. L’energia dei led produce il 40% di luce e il 60% di calore. Ciò significa che sarà possibile illuminare di più, e meglio, la Cappella Sistina diminuendo drasticamente la quota di calore emesso.
Spiega Carlo Maria Bogani, direttore vendite e marketing Gl Western Europe Ionian della Osram: «Il piano che abbiamo messo a punto assicurerà una luce indiretta e diffusa in tutto l’ambiente». Oggi, alzando lo sguardo verso la volta, si viene inevitabilmente abbagliati dalle lampade che illuminano gli affreschi quattrocenteschi in basso. Con i sottili binari approntati per le luci a led, la fonte dell’illuminazione non colpirà più gli occhi dei visitatori. Chi entra avrà la sensazione che la fonte della luce sia esterna, che arrivi cioè dalle grandi finestre della Cappella Sistina e che sia dunque prodotta dal sole. Solo un’impressione. Ma vuol dire molto.
Ancora Bogani: «L’intero lavoro è stato pensato all’insegna dell’uniformità e della purezza della luce dei led che è fortemente selettiva e quindi con uno spettro ben definito. I 280 punti diffusi sveleranno un’“unica” Cappella Sistina, senza più zone d’ombra o di eccesso di illuminazione, comunque in tutta la sua profondità. Anche perché la distribuzione è stata realizzata davvero “su misura” della Cappella Sistina e sarà completamente regolabile. Il lavoro preparatorio ha avuto un passaggio fondamentale: il confronto in laboratorio con tutti i principali pigmenti presenti nella Cappella Sistina».
La cartella dei colori ricevuta dal Vaticano porta nomi antichi: Bianco San Giovanni, Morellone, Nero Avorio, Azzurrite chiara, Cinabro, Ocra Rossa. Un lavoro lungo e attento. Assicura Bogani: «Il nostro obiettivo è la massima qualità possibile dell’indice di riproduzione cromatica. Ci auguriamo che ora i visitatori possano percepire nel miglior modo possibile le straordinarie opere d’arte della Cappella Sistina così come le avevano pensate e realizzate questi grandi artisti, a cominciare naturalmente da Michelangelo Buonarroti».
Uno degli effetti più attesi riguarda proprio il Giudizio Universale. Oggi le lampade alogene rendono tutto troppo compatto e omogeneo, dall’alto (lo splendore del cielo azzurro e la luce che circonda il gesto giudicante del Cristo, che parte dalla sua mano destra, così descritto dal Vasari: «èvvi Cristo il quale sedendo con la faccia orribile e fiera ai dannati si volge maledicendoli») fino al basso, all’oscurità dell’Inferno, con Caronte e Minosse. La nuova illuminazione dovrebbe restituire la giusta forza all’area intorno alla figura del Cristo e al cielo dal celebre blu ottenuto da Michelangelo grazie ai costosissimi lapislazzuli (il limpido “oltramarino” di probabile provenienza afghana acquistato a Venezia e a Ferrara), uniti a un po’ di “azzurro todesco”. Anche perché è l’area più vicina ai finestroni, e quindi destinata comunque a una maggiore visibilità sin dall’inizio del progetto michelangiolesco.
Scrigno d’arte in salute. Il prossimo passaggio avverrà con l’impianto di climatizzazione. Il compito è stato affidato alla Carrier. Ovvero la stessa azienda che mise a punto il primo impianto nel 1992 e che in seguito ha realizzato, per esempio, ai Musei Capitolini di Roma la climatizzazione sia della sala del Giardino Romano, dov’è conservato l’originale della statua equestre di Marco Aurelio, che nella Galleria del Muro Romano, dove sono in mostra i resti del Tempio di Giove Capitolino. Altro lavoro famoso portato a termine dalla Carrier, la climatizzazione della grande Biblioteca di Alessandria d’Egitto. Paolucci si dice ottimista: «Le prime simulazioni hanno prodotto risultati molto positivi. Ora aspettiamo il piano definitivo». Proprio per arrivare a fine 2014 con una nuova luce e una nuova aria intorno a Michelangelo, al suo Giudizio Universale, al miracolo della volta. E per trasmettere questo scrigno d’arte alle future generazioni nelle migliori condizioni possibili.