Giuseppe Calvi, La Gazzetta dello Sport 6/12/2013, 6 dicembre 2013
MICCOLI: «IO, UN ATTACCANTE DI PESO»
E’ sempre aperta la gioielleria di Fabrizio Miccoli. Tutti i suoi gol sono pezzi preziosi, ogni suo colpo di genio è garanzia di spettacolo, in A come in Prima divisione. L’attaccante di San Donato ha firmato 5 gol in campionato – 2 nelle ultime 2 partite vinte contro Prato e Grosseto – e comincia a godersi il Lecce di Lerda, in serie positiva da 8 giornate (5 vittorie e 3 pareggi). «Ora giochiamo di squadra, c’è lo spirito giusto – dice Miccoli, 34 anni –. Moriero è stato sfortunato, tra infortuni e mercato ancora aperto. Lerda è partito subito bene. Dopo 5 sconfitte consecutive ci siamo messi a correre ma non basta. Al momento, non saremmo qualificati per i playoff. Arriveremo in B, Lecce e il Lecce non possono vivacchiare».
Rifarebbe la scelta di lasciare la A per togliersi lo sfizio di giocare nella squadra della sua terra?
«Sì. Ho deciso col cuore e con la testa. La mia opera calcistica sarebbe rimasta incompiuta se non fossi riuscito a dare un contributo al Lecce. Per quanto mi era successo a Palermo, il Salento, con familiari e amici veri, era l’unico rifugio protetto nel quale cercare la serenità».
I tifosi giallorossi temono che a gennaio lascerà il Lecce.
«A luglio ho resistito alla proposta eccezionale del Melbourne Victory. Il presidente del club australiano volle incontrarmi a Milano. Il mio procuratore Caliandro tentò di farmi riflettere. Invece, ho voluto il Lecce, perché intrigato dalla passione della famiglia Tesoro. Io sul mercato? Ora penso solo a riportare il Salento in B».
Quanto le manca il palcoscenico della A?
«Tanto. San Siro, Olimpico, Juventus Stadium regalano emozioni uniche. E mi mancano gli effetti mediatici del grande calcio».
Com’è il campionato di Prima divisione?
«C’è più qualità di quanto pensassi e un equilibrio di valori verso l’alto. A proposito di qualità, nella mia squadra ci sono giocatori come Martinez e Bogliacino. Si corre tantissimo. A parte il Lecce, Frosinone e Perugia sono le candidate più autorevoli nella corsa-promozione».
Per Zamparini, lei doveva gestirsi, per i problemi fisici. Si è abituato a essere sostituito da Lerda dopo un’ora?
«Posso anche non giocare, se non lo merito. Ma non accetto scelte prese senza valutare la sentenza del campo».
Si è calato nel ruolo di punta unica?
«Seguo le indicazioni del tecnico. Giustamente Lerda vuole che aiuti nell’interdizione. E non ce la farei a giocare da esterno. A una certa età mica posso il quinto di difesa…».
E’ vero che talvolta ha pensato di distruggere le bilance che medici e allenatori mettono negli spogliatoi?
«No. Convivo con la storiella del sovrappeso. Non mi peserò più, so regolarmi. Ma nessuno “pesa” i miei gol e assist?».
Nel Salento si concede qualche vizio in più a tavola?
«Nonna Cia non mi fa mancare le “paparine” (verdura selvatica, ndr ) con olive nere. Mi fanno impazzire i “ciceri e tria” (ceci e un tipo di pasta, ndr ). Ma in famiglia tengono alla mia dieta…».
Chi vincerà lo scudetto e chi la classifica cannonieri?
«La Juventus resta la favorita. Roma e Napoli possono sperare, soprattutto se i bianconeri andranno avanti in Champions League. Rossi sarà il re dei goleador».
Quali squadre saranno promosse in A?
«Il Palermo già a marzo. Da lontano, festeggerò. Poi Empoli e magari chi saprà reggere tra Lanciano, Crotone e Latina».