Carlo Laudisa, La Gazzetta dello Sport 6/12/2013, 6 dicembre 2013
FATEMI FARE IL PAPA’
Questo fuori campo di Mario Balotelli è unico. Niente «balotellate», ma uno squarcio di verità. Una volta tanto il calcio resta ai margini. Al centro c’è la sua vita, il suo privato e le contraddizioni di una storia d’amore finita malissimo. Ma soprattutto il rossonero mette in luce le scorie del tormento di una paternità dichiarata, ma non riconosciuta. Per ora.
Il centravanti del Milan e della Nazionale si confessa e ci offre oggi innumerevoli chiavi di lettura. La sua immagine strombazzata che fa a cazzotti con la propria sensibilità e la voglia di dimostrare quanto rincorra un domani all’insegna della quiete. Magari proprio con le carezze per una bambina che gioca con il suo affettuoso papà.
Come mai ha deciso di parlare della paternità della piccola Pia Fico?
«Perché finalmente in Tribunale verrà verificato se la figlia di Raffaella Fico è davvero mia».
Ha ancora dei dubbi?
«Beh, sì. Altrimenti non avrei chiesto più volte di verificare. Per un anno intero ho cercato un accordo con la Fico su dove, e come, fare il test del Dna».
Come mai in tutti questi mesi non le è mai venuta voglia di vedere la bambina?
«Sì, ci ho pensato tante volte. Ma non so se sarebbe stato giusto per la bambina. Non posso presentarmi se non sono sicuro di essere suo padre perché i bambini non vanno delusi dagli adulti che poi spariscono. E io ne so qualcosa».
La Fico, invece, l’accusa di non volerne sapere e che per parlarle ha dovuto scrivere delle lettere ai giornali.
«Non è vero. Attraverso i miei avvocati ho cercato per mesi di trovare un’intesa. Ma lei non ha accettato nemmeno di concordare come fare il test del Dna. Poi, s’è stoppato tutto. Anche perché da aprile è cominciata la causa in Tribunale».
La Fico ha rilasciato decine di interviste sulla vostra storia e la paternità. Perché non ha mai risposto?
«Veramente ho risposto, proprio attraverso la Gazzetta dello Sport, quando Raffaella mi ha accusato di essere un irresponsabile».
È stata l’unica volta, però. Poi, non s’è sforzato molto di difendersi.
«Ma difendermi da cosa? Ho detto sempre che, una volta appurato che la bambina è mia figlia, farò per intero il mio dovere verso di lei. Rispondere alle provocazioni della Fico non servirebbe a me. E non solo: farebbe un danno alla bambina».
Si rende conto che con il suo silenzio la sua immagine ne ha risentito in questi mesi?
«E le sembra una novità? In Italia funziona così, il sistema del gossip è spietato. Ma io non perdo la fiducia, mi hanno insegnato, però, che la verità alla fine viene fuori. E io ci credo».
Vuol raccontare com’è andata con Raffaella Fico?
«No, quella è una storia finita che mi ha fatto stare male. Ho vissuto mesi difficili e anche in campo il mio rendimento ne ha risentito, Ci sono rimasto malissimo perché avevo creduto che lei mi volesse bene. Invece aveva solo fatto un progetto su di me. Ho imparato una lezione e spero che non ci vada di mezzo la bambina».
Quando ha saputo che Raffaella era rimasta incinta?
«Lei mi chiamò durante l’Europeo, ma la stranezza è che qualche giorno prima avevo saputo da amici comuni che lei aveva già rilasciato un’intervista, rivelando lo scoop. E il settimanale era già in stampa quando ricevetti la telefonata...».
Allora si preoccupa perché crede davvero che Pia sia sua figlia?
«No, mi preoccupo perché è una bambina che va a finire sui giornali e io so quanto è difficile vivere sotto i riflettori».
Però tutti i figli di coppie famose vengono fotografati. E la loro privacy è a rischio perenne.
«Si, ma tutti hanno il viso coperto. Mentre in questo caso... Pensi che hanno persino pubblicato foto della bambina con i capelli rasati dicendo che così mi somigliava di più».
Ma se la bambina è sua che cosa intende fare?
«Farò quello che il Tribunale di Brescia deciderà. E spero che non mi diranno soltanto di dare dei soldi alla Fico, perché vorrei poter anche fare il padre stando attento che nessuno danneggi la bambina per smania di notorietà».
A proposito di soldi. Qual è stata la richiesta?
«Non lo dico, perché spero che questa bambina crescendo non lo sappia mai. Ti dico solo che hanno sbagliato persona, forse mi hanno scambiato per un emiro o un petroliere».
Intanto, però, sinora non ha dato soldi.
«Non dipende da me. Ero disponibile fin da subito a fare un accordo che garantisse la privacy mia e della bambina se il test avesse comprovato che è mia. Ma non hanno accettato».
Allora è contento che la Fico si sia rivolta al Tribunale?
«A dire il vero sarei stato più contento di riuscire a raggiungere un’intesa in privato, ma si è capito presto che la Fico non avrebbe mai accettato di rispettare la privacy mia e della bambina. Senza questo impegno un qualsiasi accordo non sarebbe stato serio».
Hanno scritto che lei s’è scandalizzato per le foto del calendario della Fico.
«Non sono scandalizzato, sono preoccupato. Lei è libera di fare quello che vuole, io però sono libero di avere un’altra idea dell’immagine che i genitori devono dare ai loro figli».
Quale immagine vorrebbe dare ai suoi figli?
«Non sono un santo, lo ammetto. Ma ho le mie idee e credo che nella vita contano l’impegno e le capacità personali, e cercherei di insegnarlo ai miei figli. Non ci vedo un grande insegnamento per una bambina nelle foto del calendario della Fico».
E’ stato scritto che la Fico avrebbe fatto il calendario per mantenere la bambina.
«Ma dài… Lo sanno tutti che alla Fico i soldi non mancano».
Che cosa si aspetta dal nuovo anno?
«Tante cose belle. Sto uscendo da un brutto momento, ma il lavoro vedo che comincia a pagare. Sarebbe bello tornare ai livelli d’inizio anno. Io conto di fare la mia parte nel Milan. La risalita è possibile».
E poi c’è il Mondiale.
«Quella è un’altra storia. In Nazionale trovo sempre sensazioni speciali e in Brasile voglio arrivare al massimo della forma. E nulla ci è vietato se tutto va come deve andare».
Tutti fuggono dalla normalità. Lei la insegue. Si spiega perché non ci riesce?
«So di essere un privilegiato. E chi crede che sia un montato vuol dire che non mi conosce bene. Chiedo solo una tregua e il tempo necessario per sistemare un po’ di cose. Anche la chiarezza su Pia può aiutarmi in tal senso».