Filippo Facci, Libero 5/12/2013, 5 dicembre 2013
CAMICI E TOGHE
Se scrivessimo che il «caso Stamina » evidenzia un’invasività della magistratura in ambito medico-scientifico, ora, faremmo ridere perché saremmo in ritardo di 15 d’anni: infatti siamo ben oltre. Siamo alle guerricciole tra una magistratura e l’altra, e gli altri a inseguire. Gli altri sono l’ideatore del metodo, l’ospedale di Brescia, i pazienti, l’Agenzia del farmaco, l’Istituto di sanità, il ministero della Salute (con ministri, decreti e finanziamenti) e poi il Centro trapianti, la comunità scientifica, gruppi di scienziati, e poi, perché no, i giornali, la rivista Nature, Le Iene, un premio Nobel, persino una lettera di Celentano: cioè tutto quello che compone un tessuto politico-sociale atto a discutere e a decidere, come sarebbe normale. Il punto, però, è che le danze le menano altri: cioè la Procura di Torino e l’ineffabile Raffaele Guariniello, e poi i giudici del lavoro di Venezia e di Catania e di Matera, e poi il Tar di Brescia, quello del Lazio, in generale toghe civili che difendono Vannoni e toghe penali che chiedono invece di processarlo per truffa. Decidono loro, nell’Italia del 2013. Il Ministro aveva nominato un Comitato di esperti: ieri il Tar l’ha cancellato perché gli esperti in passato avevano «già preso posizione », che sarebbe come pretendere che degli astronomi non si fossero mai espressi sul Big Bang. Malati e associazioni fanno casino, manifestano, si rivolgono a Napolitano, Letta e Lorenzin: ma dovrebbero sfilare davanti ai tribunali.