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 2013  dicembre 05 Giovedì calendario

LIEVE MALORE ALL’UDIENZA, IL PAPA È STANCO


Piazza San Pietro stracolma, aria pungente, sole invernale, entusiasmo alle stelle. Ormai ogni mercoledì il copione si ripete rassicurante. Stavolta però, a causa del freddo intenso, il Papa dopo il bagno di folla è stato costretto ad anticipare il suo rientro a Santa Marta per riscaldarsi un po’ e per riprendersi dalla stanchezza accumulata nel corso della mattinata. Un lieve malore di stagione, niente di preoccupante ma è bastato per sollevare interrogativi sulla densità delle sue giornate.
«Dopo oltre tre ore di udienza era solo un po’ stanco» ha spiegato il portavoce padre Federico Lombardi. A fare le spese di questo inaspettato cambiamento di programma è stato il cardinale Angelo Scola arrivato appositamente da Milano per parlare con Bergoglio dell’Expo 2015. Un appuntamento importante non solo per il capoluogo lombardo ma anche per la Chiesa milanese. Scola ha atteso pazientemente Bergoglio per più di mezz’ora in una saletta dell’Aula Paolo VI ingannando il tempo a leggere il breviario, fino a quando non è entrato un funzionario a dirgli che il Papa era mortificato e che era stato costretto a ritirarsi prima del previsto per un lieve affaticamento.

LA DECISIONE
Il colloquio previsto con l’arcivescovo di Milano e con i vertici dell’Expo 2015 è stato rinviato a gennaio, dopo gli impegni natalizi. Scola si è premurato di fare avere a Bergoglio i suoi saluti e la pronta guarigione. In Vaticano assicurano che nessuno l’ha presa male, anzi. Cose che capitano. Non come ha fatto di recente un noto cardinale straniero costretto ad una lunga (e imprevista) anticamera. Pare se ne sia andato via stizzito. Ma Papa Bergoglio in quell’occasione era impegnato a terminare i saluti ai malati e agli anziani, una coda ad una udienza che si è protratta oltre il termini previsti. Generoso e instancabile, questo è Francesco.

IL BAGNO DI FOLLA
Ieri mattina nonostante il freddo intenso il pontefice si è presentato ai 50 mila fedeli senza la sciarpa bianca che aveva, invece, la volta scorsa attorno al collo. Lo riparava soltanto il cappotto di lana, candido, chiuso davanti che i segretari gli hanno fatto preparare a settembre in vista dell’arrivo della brutta stagione. Bergoglio sorridente non si è risparmiato incurante della temperatura. E’ uscito dall’Arco delle campane a bordo della jeep bianca scoperta e, prima di salire sul sagrato di San Pietro per leggere la catechesi ha fatto un lungo giro all’interno del colonnato berniniano per salutare i pellegrini. Si è fermato più volte, dieci, venti, trenta, poi ha baciato i bambini che gendarmi e le guardie svizzere gli avvicinavano, ha stretto mani sporgendosi dalla vettura, ha scambiato qualche battuta con gruppi di fedeli ispanofoni stipati dietro le transenne. Applausi e cori da stadio, come sempre, fotografie con il telefonino e grandi sventolii di bandiere colorate lo accompagnavano mentre passava. Bergoglio ha salutato, e salutato e ancora salutato, instancabile come sempre, stretto al corrimano della jeep ordinando di tanto in tanto all’autista con un cenno di rallentare e fermarsi, anche soltanto per guardare negli occhi la folla. Bergoglio, il Papa dal cuore grande.

LA GRANDE FORZA
È il primo a confidare ai suoi collaboratori più stretti che non vuole deludere per niente al mondo la gente che lo attende con pazienza e con qualunque temperatura. Dice anche che il suo calore arriverà ad ognuno di loro, e poi quel messaggio d’amore si trasmetterà ai familiari che si trovano a casa, moltiplicando l’energia positiva, il tocco magico. L’effetto Bergoglio.
Franca Giansoldati