Andrea Secchi, ItaliaOggi 5/12/2013, 5 dicembre 2013
EDITORI, STOP A ECO E DATA STAMPA
Cinquantotto editori di oltre 430 giornali rappresentati dal Repertorio Promopress si sono rivolti ieri al tribunale di Milano contro Eco della Stampa e Data Stampa per violazione del diritto d’autore, chiedendo ai giudici «l’immediata inibizione alla prosecuzione delle attività e la condanna al risarcimento del danno, anche per il pregresso». Si tratta della lunga querelle che oppone gli editori ai due maggiori fornitori di rassegne stampa in Italia, che finora non hanno raggiunto un accordo con Promopress per il pagamento del diritto d’autore spettante sulla riproduzione degli articoli di giornale.
Già nel 2010 la Fieg aveva aperto un tavolo per cercare di arrivare a una soluzione mentre nel luglio del 2012 è stato costituito il Repertorio Promopress aperto anche agli editori non Fieg con il compito di gestire il diritto d’autore sugli articoli attraverso il pagamento da parte delle società di rassegne stampa di un corrispettivo per le licenze d’uso, corrispettivo poi distribuito agli aventi diritto sulla base dei pezzi effettivamente ripresi. Ebbene, a oggi hanno aderito a Promopress 12 provider di rassegne che pagano agli editori il 4% dei propri ricavi, da aumentare al 6% nel 2014 e all’8% nel 2015. Non così Eco e Data Stampa che hanno opposto le loro ragioni costituendo anche due associazioni: Unirass (Data Stampa) e Assorassegne (Eco).
Di qui la richiesta al tribunale da parte della Promopress di un blocco immediato delle attività oltre al pagamento dei danni per 2,5 milioni ciascuna. «La tutela dei diritti d’autore degli editori sugli articoli dei giornali è stata a più riprese affermata dalla giurisprudenza di merito e confermata dalla Suprema corte», ha dichiarato attraverso una nota della Fieg Roberto Valenti, avvocato dello Studio DLA Piper che assiste Promopress. «L’interesse dell’editore che ha reso possibile, attraverso i suoi investimenti, la realizzazione del giornale deve prevalere sull’interesse del compilatore della rassegna che, a costo zero, con la riproduzione e comunicazione degli articoli, realizza profitti. Tanto più oggi che i costitutori di rassegne stampa hanno la possibilità di acquisire lecitamente gli articoli aderendo al Repertorio Promopress».
L’intenzione degli editori sarebbe però quella di arrivare prima della pronuncia dei giudici a un accordo con le due società, che per altro si sono già dette disponibili al pagamento delle percentuali attualmente previste da Promopress, ma a proprie condizioni. Secondo Eco e Data stampa, infatti, agli editori non spetterebbe il diritto d’autore, bensì un equo compenso, alla pari di quello che si paga per esempio su cd vergini, chiavette di memoria o altri dispositivi come remunerazione agli autori delle opere per le copie private.
Una questione di termini? Non proprio. L’equo compenso infatti prevederebbe che fosse un terzo a stabilire l’entità del pagamento, per esempio Agcom o Siae, e non gli editori. Con il diritto d’autore, invece, è il titolare del diritto che decide e che quindi potrebbe un giorno anche incrementare la richiesta. Secondo gli editori, però, l’equo compenso non esiste sui giornali e le rassegne e dovrebbe essere introdotto con una legge, mentre esiste il diritto d’autore per gli articoli con «riproduzione riservata» esplicita, come recita la legge sul diritto d’autore e come ha stabilito più volte la giurisprudenza.
L’accusa a Promopress, inoltre, è di non rappresentare l’intero panorama degli editori. Per questo sarebbe necessario un terzo garante, cosa a cui la società risponde dicendo che ha come associati il 96% dei quotidiani del mercato guardando alle diffusioni e praticamente tutti i periodici che vengono puntualmente ripresi nelle rassegne.
Ma di quanto si parla in termini di denaro? Eco della Stampa ha visto i ricavi crescere dal 2007 a oggi con una piccola battuta d’arresto solo lo scorso anno (-4% sul 2011) arrivando a 21,2 milioni di euro nel 2012 con un utile di 3,7 milioni (-0,8%). Così come sono sempre cresciuti i ricavi di Data Stampa, arrivati a 11,65 milioni nel 2012 con un utile di 930 mila euro (-11%). Un contributo teorico per Promopress calcolato sul 2012 dovrebbe essere quindi intorno agli 849 mila euro per la prima e di 466 mila euro per la seconda.