Enrico Franceschini, la Repubblica 5/12/2013, 5 dicembre 2013
E NIGELLA CONFESSA “È VERO, HO SNIFFATO MA NON SONO DROGATA”
Lui ha cercato di strozzarla al ristorante, poi è andato in tribunale a giurare: «L’adoravo ». Lei ha testimoniato ieri che farebbe volentieri a meno di quel tipo di adorazione: «Mio marito voleva distruggermi. Mi ha sottoposto a una forma di intimità terroristica. È un uomo brillante ma brutale». Tramonta così, fra una Corte di giustizia e le prime pagine dei tabloid scandalistici, una delle più forti “power couple” di Londra. Charles Saatchi, fondatore dell’omonima agenzia di pubblicità insieme al fratello, proprietario dell’omonima galleria d’arte moderna; e Nigella Lawson, più famosa celebrity-chef d’Inghilterra, cuoco-celebrità, come vengono chiamati da quando competono con calciatori, cantanti scosciate e stelle del varietà per chi fa più notizia. Sposati per un decennio, dal loro salotto passava la città che conta. Poi, l’estate scorsa, una sequenza fotografica scattata da un paparazzo in un ristorante della capitale fa precipitare tutto: si vede Saatchi che prende Nigella per il naso e poi le mette le mani alla gola, come per strozzarla. Qualche giorno dopo si lasciano, qualche settimana più tardi divorziano. Senza dare spiegazioni della lite.
Il mistero sembra svelato, per caso, grazie a un processo collaterale. Sul banco degli imputati due italiane, le sorelle Elisabetta e Francesca Grillo, da sempre assunte come cameriere, assistenti, tuttofare dalla coppia Saatchi-Lawson. Amatissime dai datori di lavoro, pare, finché non salta fuori che hanno speso quasi 100 mila sterline al mese, un milione di sterline l’anno, con la carta di credito che Nigella aveva dato loro per lo shopping di casa (in famiglie simili la padrona non torna certo con la sporta della spesa, manda i domestici): si sono comprate gioielli, pellicce, trattamenti estetici, viaggi all’estero. Spudoratamente. Charles non s’era accorto di niente: quando arrivano i rendiconti delle carte di credito, lui firma e basta, mica va a controllare quel lungo elenco di voci. Ma un giorno se ne accorge e parte la causa per appropriazione indebita. Le due sorelle si difendono sostenendo che Nigella le aveva autorizzate a spendere quello che volevano, in cambio della loro complicità nel nascondere al marito la sua dipendenza da cocaina e altre droghe: «Sniffava tutti i giorni».
Quando tocca a Charles testimoniare al processo, fa il signore: «Non sapevo che Nigella si drogasse, io comunque l’adoro, la presi per il collo solo per attirare la sua attenzione». Intanto, detto per inciso, si è messo con un’altra signora dell’alta società, anche lei con passato di cocainomane. Ma ieri Nigella racconta al giudice la sua versione: «Ho usato cocaina soltanto due volte e qualche volta fumato marijuana», dice. «Non sono una tossicodipendente». La droga le è servita a resistere ai soprusi del marito: «Bullismo e abusi continui». Siamo alle solite, un uomo che maltratta la moglie. E che uomo. Uno dei padroni di Londra. «È andato a raccontare a tutti che in quella foto al ristorante mi toglieva cocaina dal naso», si sfoga Nigella. «Falso! E sapete quale era il motivo della lite? Io dissi che non vedevo l’ora di avere nipotini, Charles si è infuriato dicendo che dovevo occuparmi soltanto di lui, perciò mi ha messo le mani al collo. Vuole distruggermi». Come nella telenovela Downton Abbey: “upstairs” e “down-stairs”, padroni al piano di sopra e servi a quello di sotto. Non si sa chi fa la figura peggiore.