Francesco Alberti, Corriere della Sera 5/12/2013, 5 dicembre 2013
DE GIROLAMO AL BLOCCO DEI TIR SUL BRENNERO GLI INDUSTRIALI: SBAGLIA
«E ora amici vediamo cosa trasporta questo Tir che viene da Amburgo ed è diretto a Verona…». La voce stentorea dello speaker di Coldiretti quasi si cristallizza nell’aria gelida del passo del Brennero. In migliaia, tra coltivatori e allevatori, sono qui dall’alba, sentinelle del «made in Italy», armati di fischietti e di un maxischermo che, come una sonda, entra nella pancia del Tir e mostra il contenuto. «Guardate che roba! Sapete cosa è?». Tra le braccia dello speaker sbuca una specie di grosso salame bianco. Roberto Moncalvo, 33 anni, eletto da poco presidente nazionale di Coldiretti, ha un sobbalzo: «Roba da matti…». Il grosso salame, in realtà, sarebbe mozzarella a pasta filata per la pizza italiana destinata alle pizzerie del Veronese. Inutile dire che di italiano non ha nulla. Se non l’etichetta, che qualcuno ha appiccicato ad Amburgo. «Quella roba lì, ben che vada, contiene acido citrico, è un prodotto molto scadente» sbotta Carlo Catanossi, presidente del gruppo Grifo Latte di Perugia.
Sono saliti fino al confine con l’Austria, quelli di Coldiretti, per combattere «La battaglia di Natale: scegli l’Italia», crociata contro quella che definiscono «la grande truffa al made in Italy». Al loro fianco, presenza per niente scontata, si materializza a metà mattina il ministro per le Politiche agricole, Nunzia De Girolamo. E la battaglia di Natale, nel giro di poche ore, si trasferisce dal Brennero a Roma. Confindustria e Federalimentare censurano duramente la presenza dell’esponente di governo a una manifestazione «ambigua e non condivisibile, pervasa da una logica protezionistica». Il ministro, ben accolto dai manifestanti, nonostante uno dei bersagli della protesta fosse proprio l’immobilismo della politica, spende parole in difesa del «made in Italy», definita «una via d’uscita dalla crisi». Si espone in difesa «degli agricoltori e consumatori ingannati da chi specula». E sull’etichettatura del prodotto riconosce che «ci sono stati passi avanti, ma la battaglia è ancora lunga, a cominciare dalla carne di maiale». Posizioni inaccettabili per Confindustria, che accusa il ministro «di ingannare i cittadini perché al momento vi è una distanza incomprensibile tra quanto espresso dal nostro Paese a Bruxelles in materia e quanto l’esponente di governo intende far percepire con la sua azione». Per Confindustria, la manifestazione del Brennero è pervasa «da una logica che suscita sconcerto». Controreplica dell’esponente di governo: «Di sconcertante sono i toni al limite dell’insulto a chi, come ministro, svolge il suo dovere di tutela della produzione agricola». Quindi l’affondo: «Mi aspetto da Confindustria una posizione altrettanto vibrante sul tema della lotta alla contraffazione».
Intanto al valico del Brennero, nella pancia dei Tir, va in onda il «made in Italia» in versione taroccata. Patate tedesche dirette a Palermo. Fiori partiti dal Kenya, passati per l’Olanda e che ora viaggiano in direzione di Treviso con la sigla «IT». Biscotti frollini confezionati in Germania, pure loro «made in Italy». Un prosciutto tedesco con fascia tricolore. Cosce di maiale prodotte in Lituania. Grano per farina coltivato in Austria. Il presidente Moncalvo allarga le braccia: «Ognuno di questi Tir simbolicamente ruba un pezzo di futuro alla nostra filiera agroalimentare». I numeri della crisi sono da brividi: dal 2007 hanno chiuso 140 mila tra aziende e stalle, mentre 36 mila sono i posti di lavoro andati perduti (8 mila nel settore suinicolo). Il made in Italy, denuncia Coldiretti, è in balia di chiunque: «Un piatto su tre è fatto di soli ingredienti stranieri». E non tutti raccomandabili. «Al succo di arancia, che viene dal Brasile, viene aggiunta acqua. Metà dell’olio di oliva consumato in Italia è contaminato da olive straniere». La caccia al Tir prosegue anche oggi al Brennero. Anche se a qualcuno viene un dubbio: «Forse chi ha qualcosa da nascondere passerà dal Tarvisio...».
Francesco Alberti