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 2013  dicembre 05 Giovedì calendario

DOPO TRE ANNI PERSI VIA AI RESTAURI DEL COLOSSEO


[due pezzi]

Stavolta si fa davvero. Sono partiti i lavori di restauro del Colosseo e di consolidamento delle parti a rischio. Diego Della Valle, presidente del gruppo Tod’s, lo annuncia in una conferenza stampa ma non nasconde la sua rabbia.
L’Anfiteatro Flavio è impacchettato dalle impalcature già da alcune settimane e i primi lavori sono partiti «in mora» a fine estate, nell’attesa si chiarisse il giudizio del Tar sul ricorso della ditta concorrente che aveva perso la gara d’appalto. Ma tutto questo sarebbe dovuto accadere molto prima.
«Abbiamo perso tre anni», denuncia Della Valle, che per il restauro ha offerto 25 milioni di euro. «Tre anni in cui altri possibili sponsor sono stati scoraggiati, tre anni di perdita d’immagine». Perdita di tempo e di immagine, quindi, secondo l’imprenditore. Non di soldi. «Perchè i lavori non erano iniziati», spiega, e «perché quella era la cifra stanziata da noi».
In realtà, dei 25 milioni offerti da Della Valle, 5 e mezzo non andranno al Colosseo ma finiranno nelle casse dello Stato,. Dopo l’aumento dell’Iva dal 21 al 22% altri 250 mila euro subiranno la stessa sorte.
Se non ci saranno altri intoppi, il restauro targato Tod’s terminerà nella primavera 2016. Prevede tre fasi. La prima è del valore di 8 milioni e riguarda i prospetti settentrionale e meridionale del Colosseo, la realizzazione delle nuove cancellate e la chiusura dei fornici del primo ordine, ora bloccati da inferriate. Si sta poi per bandire il secondo appalto per la realizzazione di un centro servizi davanti al Colosseo con libreria, biglietteria e caffetteria.
Ancora in fase di progettazione l’ultima tranche, che riguarda gli ambienti interni e l’ammodernamento dell’impiantistica, con un durata dell’intervento ipotizzabile tra i 18 e 24 mesi. «L’augurio - sottolinea Della Valle - è che fra tre anni mi invitino a vedere il Colosseo restaurato e poter dire che abbiamo fatto una cosa che in altri Paesi fanno in normalità e che qui sembrava impossibile da realizzare». La sua richiesta, infatti, è che questo restauro «sia un segnale fortissimo per far ripartire l’Italia» e chiede al premier Letta entro 15-20 giorni «un piano sulle belle arti e il turismo» e che Napolitano sia il garante della realizzazione del piano, perché «si è preso la responsabilità di questo governo e gli italiani si fidano di lui». Altrimenti non ci sarà scelta: «Ci metteremo di traverso, in modo civile».

Flavia Amabile

MA ALTRI RICORSI SONO ANCORA POSSIBILI–

Rossella Rea, lei è direttrice del Colosseo: si sono persi tre anni, ha denunciato Diego Della Valle, e adesso chiede tempi certi. Che cosa risponde?
«Per quel che riguarda gli aspetti tecnici rispettiamo i tempi. Il problema delle gare è che sono soggette ai ricorsi: tre anni sono andati via in ricorsi e controricorsi».
I lavori potrebbero ancora essere bloccati?
«Assolutamente sì, qualunque ricorso potrebbe essere fatto in qualsiasi momento, perché gli atti della pubblica amministrazione possono sempre essere impugnati. E, quindi, non possiamo garantire che non succeda di nuovo. D’altra parte era quello che accadeva anche nell’antica Roma, non è cambiato molto».
La perdita di tempo significa anche una perdita di denaro?
«Più passa il tempo e più i soldi diminuiscono. Dai 25 milioni bisogna togliere l’Iva che va allo Stato. E, nel frattempo è anche passata dal 21% al 22%. Aumentano quindi i soldi che lo Stato preleva dalla somma messa a disposizione per il restauro del Colosseo. È una cosa che andrebbe rivista: l’Iva non va pagata su una sponsorizzazione, perché il danno lo subisce il monumento».
[FLA. AMA.]