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 2013  dicembre 04 Mercoledì calendario

BARBARA D’URSO IL MIO CORPO PARLA DA SOLO


Fino a poco tempo fa, se le parlavi delle sue faccette, Barbara D’Urso ne sparava una, di faccetta, che sentivi l’urgenza di chiedere asilo politico al governo australiano. Poi ha scoperto che quelle microespressioni hanno un fondamento scientifico (i neuroni specchio) e sono parte del suo successo perché producono una doppia immedesimazione: sua con la storia o la persona che racconta, del pubblico con lei. Allora si è «allargata», ha scritto con il mentalist Gianluca Liguori Ti si legge in faccia (sottotitolo: I segreti del linguaggio del corpo che ti cambieranno la vita) e ora ce lo presenta in anteprima. La coppia D’Urso-Liguori scrive che i primi sette secondi, e la stretta di mano, sono decisivi per creare il feeling con l’interlocutore. Ci provo.
Allora, com’è stata la mia stretta di mano?
«Buona: diretta, virile. Però alla fine ha abbassato lo sguardo, non va bene: comunica insicurezza, disponibilità alla sottomissione».
Veramente, e con tutto il rispetto, le stavo sbirciando il décolleté.
«E le è andata male: ho l’accappatoio (bianco, di spugna: sono le nove di sera e siamo nel suo camerino di Cologno Monzese, ndr), non si vede nulla».
Non mi fraintenda: volevo, a proposito di linguaggio del corpo, capire se ha ragione Pedro Almodovar.
«E che c’entra Almodovar?».
Pare abbia detto che lei «tiene dos tetas que hablan», insomma che ha il seno loquace…
«L’ha detto davvero. Me lo ha riferito Rossy De Palma (attrice feticcio del regista spagnolo, ndr), che mi ha invitato a Madrid e organizzerà l’incontro. E poi, comunque, ho deciso».
Deciso cosa?
«Che voglio andare in Spagna. Devo imparare il castigliano, mi piacerebbe fare tv a Madrid, come Raffaella Carrà».
Come le è venuta l’idea di scrivere Ti si legge in faccia?
«Grazie a Gianluca, il mentalist. Quando l’ho conosciuto, sono rimasta strabiliata. Sembrava che mi leggesse nel pensiero, invece scrutava il mio corpo e condizionava la mia mente. Ho imparato un sacco di cose».
Tipo?
«A stanare i bugiardi. Questo libro è perfetto per le donne che vogliono capire se il marito le sta tradendo o rimpinzando di frottole. Ci sono dei gesti rivelatori che… non mentono».
Quali, per esempio?
«Se ti tocchi il naso, indietreggi col corpo e magari sbatti le palpebre una volta in più del solito, allora è quasi matematico: stai mentendo».
Chissà quante coppie crolleranno sulle palpebre.
«Ma è anche un libro “costruttivo”, che insegna a sedurre. Ci sono delle parti del corpo che, mostrate con savoir faire, mandano segnali molto sexy».
Non si slaccerà l’accappatoio, vero?
«Non ci speri: per stendere un uomo, bastano il collo, i polsi e il cuore. Quest’estate con le mie amiche, andavamo tutte in giro così, anche alle feste (inclina il collo, butta in fuori i polsi)».
E per capire se un uomo è interessato a lei, come fa?
«Guardo i piedi, come li mette, dove li dirige. Una donna seduta così (aggroviglia le gambe in modo che il piede destro spinga sul tallone sinistro), per esempio, comunica un atteggiamento di chiusura totale. È tipico di quelle che non fanno sesso da un sacco di tempo».
A proposito di arretrati: l’anno scorso ci disse che non toccava un uomo dall’ottobre 2009. Siamo ancora in regime di castità?
«Ma vaaaa! Faccia il bravo, però: torniamo al libro».
Se li avesse saputi prima, tutti questi trucchi…
«Ah, quanti uomini sbagliati avrei scartato! A proposito... Donne, diffidate di quelli che hanno il sorriso asimmetrico, con gli angoli della bocca non allineati. Molto spesso sono dei bugiardi patentati».
Il mio corpo come si sta comportando?
«Bene, è proiettato verso di me, sembra sinceramente interessato».
Lei, invece, mi pare sinceramente in difesa.
«Mi proteggo: so che mi farà domande personali».
Nel libro scrive che ha un rapporto difficile con il contatto fisico…
«Ancora adesso sono un po’ bloccata».
…E che la colpa è di alcune violenze subìte da giovane. A cosa si riferisce?
«Nessuna violenza. Mia madre è rimasta quattro anni a letto, prima di morire, e per quattro anni non l’ho potuta abbracciare. Ero piccola, mi sono chiusa».
Passa qui tutti i giorni della settimana, dalle nove di mattina alle nove di sera.
«Stamattina sono arrivata alle otto. Prima faccio un’oretta di pilates o danza classica. Adesso ho aggiunto anche il crossfit, nella palestra che c’è qui a Mediaset. Mangio, scrivo, faccio la doccia: tutto qui».
E «qui» è un camerino senza finestre, al piano terra, con un frigo pieno di cibo triste (papaya, fesa di tacchino bio, yogurt di capra), in un palazzo che dà su un parcheggio. Lei è la regina della tv e vive come una reclusa.
«Lo so, ma amo il mio lavoro. E poi, facendo il 20 per cento di share...».
Non lascia fuori troppe cose, per colpa dello share?
«Lei immagini di cucinare, di fare una torta e di metterci tutto se stesso: non vuole vedere come viene, quella torta?».
Mi arrendo. Mara Venier la batte sempre. Perché?
«Scusi, guardi questi fogli. I numeri bisogna saperli leggere».
Sono dei geroglifici. Anzi dei gerografici. Capisco solo che Domenica In parte «alta»e scende. La D’Urso invece non fa che crescere.
«Ma loro, a Domenica In, sono bravissimi».
Ha fatto un sorriso asimmetrico, falso.
«Macché. Con Mara ci sentiamo spesso, ci ammazziamo dal ridere, progettiamo cene. Lei mi dice sempre che suo marito è un mio grande fan. Siamo due soldatesse dentro carri armati diversi: io vado in pubblicità ogni 20 minuti, per fortuna».
Il sottinteso è: io la porto, la pubblicità.
«L’ha detto lei».
Cambiamo tema. Ha finalmente fatto pace con Mauro Berardi, il padre dei suoi due figli?
«Mauro è stato e sarà sempre l’uomo più importante della mia vita».
Però ci ha messo 20 anni a perdonarlo.
«Non è questione di perdono. Abbiamo avuto due percorsi diversi e ora ci siamo ritrovati nell’affetto di genitori: alla laurea di nostro figlio Giammauro ci è venuto spontaneo abbracciarci. Ma una cosa voglio dirla: ci siamo separati il 5 febbraio 1993 e in tutto questo tempo non c’è stato un secondo in cui io abbia parlato male di lui ai miei figli. Ora ci vogliamo un bene pazzesco».
E con Belén, che in un’intervista doppia le ha dedicato un «vaffa», vogliamo farla, la pace?
«Io non l’ho querelata per un motivo preciso: quel “vaffa” l’ha detto in un programma Mediaset. L’avesse detto in Rai! Invece l’ha detto su Italia 1 e...».
...E l’hanno «censurata»: l’intervista è stata tolta dal sito delle Iene. Belén sostiene che lei sia andata ai piani alti e…
«Non ho tempo: se vado ai piani alti, è per discutere di cose serie. Quel “vaffa”, per come la vedo io, è gravissimo: è una parolaccia che dico solo per motivi seri. Volevo fare una denuncia civile e penale, ma mi hanno spiegato che avrei dovuto citare in giudizio anche l’azienda. Lavoro qui, non voglio creare problemi».
Ruby ha detto che lei e Belén, in un certo senso, vi conoscevate. Ad Arcore, durante i Bunga Bunga…
«I miei avvocati se ne stanno occupando da tempo. La Boccassini ha già dimostrato che io non sono mai stata coinvolta in quella vicenda: in troppi, si sono dimenticati di precisarlo».
E perché non ha querelato anche Ruby?
«Argomento chiuso».
Apriamo l’argomento Felice Massa, il suo avvocato nonché presunto fidanzato.
«È solo uno dei miei avvocati. Molto bello, molto bravo, ma non è il mio compagno».
Vi hanno paparazzato che entravate nel portone di casa D’Urso la sera e il mattino dopo lui è uscito da solo. O Massa ha un’amante nel suo palazzo o…
«Oppure è molto amico mio. L’ho ospitato a dormire, ma davo una festa, c’erano anche altre persone: solo che alcuni giornali le “tagliano” dalla foto e creano il tete-à-tete».
Ora la guarderò fisso nell’occhio sinistro, che è quello, come insegna il libro, dell’emotività. E le farò una domanda secca.
«Proceda».
Felice Massa è il suo fidanzato?
«No!»
Ma è un «no» tarocco. Perché, mentre lo pronuncia, la d’Urso guarda in alto a destra, nella zona del cervello che nel libro chiama del «ricordato costruito». È lì che si depositano le bugie...