4 dicembre 2013
Micael, 14 mesi. Figlio di Gabriela, 40 anni, uruguaiana, che fino a qualche anno fa aveva un marito e un lavoro da segretaria ma poi, rimasta sola, s’era trovata un bilocale a Verona e là, o all’incrocio dietro casa, passava le notti a vendersi al miglior offerente
Micael, 14 mesi. Figlio di Gabriela, 40 anni, uruguaiana, che fino a qualche anno fa aveva un marito e un lavoro da segretaria ma poi, rimasta sola, s’era trovata un bilocale a Verona e là, o all’incrocio dietro casa, passava le notti a vendersi al miglior offerente. La donna, a detta dei vicini «strana, aggressiva, solita sbraitare per qualsiasi cosa» e tuttavia «molto affettuosa» col bambino («lo trattava come un pricipino») l’altra mattina chiamò il 118 dicendo che il figlio non stava bene, che forse l’aveva punto un insetto e respirava male. I medici corsero nell’appartamento e lo trovarono morto, il viso e il corpo coperti di lividi. La madre, che se ne stava imbambolata accanto alla culla, in galera con l’accusa di averlo ammazzato di botte. Verso le 9.30 di mercoledì 4 dicembre in un appartamento al civico 38 di via Manara in Borgo Roma a Verona.