Lanfranco Vaccari, SportWeek 30/11/2013, 30 novembre 2013
UNA FOTO SU FACEBOOK E L’ALLENATRICE E’ FUORI
Lui appoggia la mano sul seno destro di lei, che indossa il bikini. Ridono, è un’abbraccio da fidanzati. Si sono conosciuti alla Pocatello High School, dove lui, Tom Harrison, allena la squadra di football e lei, Laraine Cook, quella di basket femminile (oltre a essere una supplente). È luglio e sono in barca, su un lago dell’Oregon, durante una riunione di famiglia. Finisce il weekend e lei posta la foto sulla sua pagina di Facebook. Ci rimane poco: due giorni dopo il direttore sportivo della scuola, Robert Parker, dice a Harrison che Laraine farebbe meglio a toglierla, «per evitare problemi». Ma è troppo tardi.
Il 21 ottobre, due settimane prima dell’inizio della stagione di basket, qualcuno fa arrivare l’immagine al Distretto scolastico 25, che riunisce le scuole di Pocatello/Chubbuck, Idaho sud-orientale. Il 23 la sovraintendente Mary Vagner convoca la Cook, le dice che la foto è “immorale” (in base al Codice etico degli insegnanti dell’Idaho) e le da una scelta: dimettersi o essere licenziata. Lei non ritiene di aver fatto qualcosa di sconveniente, dunque viene esonerata. Harrison riceve una “censura”.
La storia finisce sulla prima pagina dell’Idaho State Journal il 24 ottobre. In un giorno, 73 commenti arrivano sulla pagina Facebook del quotidiano. Tutti, eccetto uno, ritengono la punizione eccessiva e il diverso trattamento di Harrison “sessista”. Risultati simili li da un sondaggio fra venti residenti di Pocatello: per 17 la foto non è volgare e la Cook non doveva perdere il lavoro; due dicono che non la farebbero vedere ai figli, ma giudicano il licenziamento “eccessivo”; uno sostiene di’essere “offeso”.
A quel punto, i genitori di una ragazza della squadra di basket si mobilitano. Dean e Cheryl DenHartog cercano di organizzare una manifestazione di appoggio alla Cook, ma si presentano solo un giornalista deI Journal e una troupe di due persone della KPVI News (affiliata della NBC). I DenHartog hanno un motivo per prendersela tanto a cuore: la loro figlia Jordyn non avrebbe mai più giocato a basket se non fosse stato per l’allenatrice, che l’ha aiutata a riprendersi da un’infezione batterica, lavorando ore supplementari faccia a faccia per rafforzarle la muscolatura e affinarle la tecnica.
La Cook sa fare bene il suo mestiere. L’anno scorso ha portato le Indians della Pocatello High School al terzo posto nelle finali statali della loro conference, che è la seconda per’ordine di importanza in Idaho. Non ci sono certezze, ma i DenHartog (e altri con loro) sono convinti che la mano anonima che ha fatto arrivare la foto al distretto scolastico appartenga a una scuola avversaria.
Il 7 novembre, il Distretto 25 ha fatto sapere alla Cook di aver mandato il suo certificato di abilitazione all’insegnamento alla Commissione statale per farglielo revocare, sempre per immoralità. La Cook ha fatto appello, dicendo anche di «aver imparato una lezione» sui social media. I precedenti non le sono favorevoli. Secondo Michael Simpson, un avvocato consulente della National Education Association, ci sono stati finora tre casi di insegnanti che hanno fatto causa dopo essere stati puniti per quel che avevano postato sui social media. Hanno tutti perso: «Con Facebook e My Space, quello che è sempre stato privato è diventato molto pubblico».