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 2013  dicembre 04 Mercoledì calendario

INDAGINE OCSE-PISA ITALIA A DUE VELOCITÀ ANCHE IN MATEMATICA


Come vogliamo raccontare questi risultati? Vogliamo sottolineare che i quindicenni italiani stanno migliorando o che non raggiungono la preparazione media di quelli dell’Ocse? In questa doppia interpretazione c’è la difficoltà di spiegare la realtà delle scuole italiane secondo i dati del dossier Ocse-Pisa.

Nord come la Svizzera
I ragazzi italiani ancora non riescono ad avere la preparazione media dei loro coetanei ma almeno, a differenza degli anni scorsi, ottengono risultati migliori in matematica e scienze. Bella notizia, ma attenzione. La provincia di Trento è all’undicesimo posto della classifica per le competenze in matematica, il Friuli Venezia Giulia al dodicesimo, il Veneto al quattordicesimo, ai livelli di Svizzera, Olanda e Finlandia. La Sicilia e la Campania sono quasi al centesimo posto, vicine alla Romania. E la ministra dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza definisce i progressi «uno stimolo per continuare a lavorare per migliorare la performance dei nostri studenti».

Più bravi, ma non basta
In matematica dal 2003 al 2012 sono aumentati del 2,9% gli studenti eccellenti: oggi sono il 10%, ancora poco rispetto alla media Ocse del 13% e nulla rispetto al 55% che si registra a Shanghai o al 21% della Svizzera. Sono diminuiti del 7% gli studenti che ottengono risultati scarsi, pur essendo ancora il 25% del totale contro la media Ocse del 23% e percentuali molto inferiori di Svizzera (12%),o Shanghai (4%). Nelle scienze gli studenti meno bravi sono ancora il 18,7%, molti di più di quelli della media Ocse. Ma i meno bravi sono diminuiti del 6,6% tra il 2006 e il 2012.

La lettura è femmina
I ragazzi sono più bravi in matematica, le ragazze in lettura. È un dato di fatto, a quanto risulta dall’indagine. Ed è una realtà italiana: la media Ocse non presenta la stessa disparità. In media i ragazzi superano le ragazze di 18 punti, ed è così dal 2003. E quando si tratta di leggere, le ragazze superano di 39 punti i maschi. «È come se fossero andate a scuola sei mesi in più», osserva l’Ocse. Ed è così anche nel resto dell’Ocse, mentre nelle scienze la preparazione è alla pari.

Assenteisti
Troppi ritardi e assenze. È una delle cause che rendono i risultati di ragazzi e ragazze italiani meno brillanti insieme al fatto di non aver frequentato la scuola per l’infanzia. In Italia il 35% degli studenti ammette di aver saltato almeno un’ora di scuola nelle due settimane precedenti ai test Pisa. Quasi uno studente su 2, invece, il 48%, ha saltato almeno un giorno di scuola, una percentuale fra le più alte registrate nelll’Ocse. Non è un bel record.

Gli stranieri? In ritardo
Ci sono sempre più stranieri nelle classi ma non riescono ad avere la stessa preparazione dei compagni italiani. Tra il 2003 e il 2012 gli studenti stranieri sono aumentati del 5%, oggi sono quasi il 7,5% del totale, una percentuale bassa rispetto al 12% della media Ocse. Ma gli studenti immigrati hanno ottenuto 48 punti in meno dei coetanei italiani nei test. E l’Ocse ci boccia in integrazione: l’Italia - osserva nel dossier -- non ha per tradizione un’esperienza di studenti immigrati. Inoltre, spesso gli stranieri sono concentrati in alcune aree geografiche. Tutto questo rende più difficile il compito di scuole e insegnanti.
Tutti comunque riescono a studiare: è questo uno dei pochi dati davvero positivi messi in luce nel rapporto. Anche se negli ultimi 10 anni le risorse per la scuola sono calate dell’8% l’Italia ha conservato una profonda equità.

Ma da noi c’è più equità
Le differenze socio-economiche incidono meno sui risultati di quanto non accada nel resto dell’Ocse. In media il 15% della variabilità dei risultati dipende dalle condizioni socio-economiche delle famiglie, in Italia siamo al 10%. È quello che, secondo la ministra Carrozza, deve far guardare all’istruzione italiana «non come una spesa ma come un investimento».
Qualcuno prova a cantare vittoria dopo la lettura dei dati come fa Elena Centemero, responsabile nazionale della scuola di Forza Italia che attribuisce il merito alla riforma Gelmini accompagnata da un coro di critiche. «Non c’è niente di più inutile e sbagliato che piegare i dati Ocse Pisa alle esigenze spicciole della polemica politica», commenta Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola.
«Per l’onorevole Centemero l’alto numero di quindicenni ripetenti in Italia e gli enormi divari fra Nord e Sud del Paese sin dai banchi di scuola sono indice di come ha funzionato splendidamente la riforma Gelmini. Per noi è la pesante eredità che il governo di Silvio Berlusconi ha lasciato all’Italia», afferma Francesca Puglisi, capogruppo Pd in Senato della commissione Cultura e Istruzione.