Paolo Nori, Libero 4/12/2013, 4 dicembre 2013
PIZZAROTTI, LA «FACCIA TOSTA» CHE SI CREDE UN SUPEREROE
Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, a pagina 47 del libro che ha appena pubblicato insieme alla giornalista Marta Serafini, dice: «Come ho spiegato, alle parole sto molto attento». Ecco. La cosa mi ha colpito perché io, il sindaco di Parma, quando lo sento parlare, o leggo quello che scrive, faccio fatica, a capire. Quando dice, per esempio, a p. 10, «La storia, se ci pensiamo, è fatta di epoche», la frase mi piace, è bella, ha una sua imponenza innegabile, ma cosa significa, io non lo capisco. Mi viene in mente quello che ha scritto, quasi cento anni fa, lo scrittore russo Daniil Charms quando scriveva: «Ho sentito questa espressione: “Cogli l’attimo”. Facile a dirsi, ma difficile a farsi. Per conto mio, è un’espressione priva di senso. Effettivamente, non si può esortare all’impossibile. Dico questo con piena convinzione, perché ho sperimentato la cosa su me stesso. Ho provato a cogliere l’attimo, ma non l’ho preso mi son solo rotto l’orologio. Adesso so che non è possibile. Così come non è possibile “cogliere l’epoca”, perché è come l’attimo solo più grossa. Un’altra cosa, se dicessero: “Rappresenta quello che succede in questo momento”. Questa è tutta un’altra cosa. Ecco, per esempio: un due tre. Non è successo niente. Ecco che ho rappresentato un momento in cui non succede niente. Ho detto questa cosa a Zabolockij, gli è piaciuta molto, è stato seduto tutto il giorno a contare: un due tre. È quello che ha notato, che non succedeva niente», ha scritto Daniil Charms un centinaio di anni fa e a Parma, un centinaio di anni dopo, l’impressione che ho io, è che, nonostante adesso ci sia un sindaco che sta molto attento alle parole, non sia successo niente. In questo libro, poi, il sindaco dice che era stato Beppe Grillo a dire che se avessero vinto loro l’inceneritore non sarebbe partito, e che lui non l’aveva mai detto; a me, a dire il vero, sembrava di averglielo sentito dire, e mi sembrava che ci fosse traccia, in rete, del fatto che l’aveva detto, solo che lui dice che è uno che sta molto attento alle parole, forse mi sono sbagliato io, ho pensato, e sono andato su Youtube, ho trovato il video intitolato MOV07179.AVI, caricato dal giornalista parmigiano Gabriele Majo il 28 aprile del 2012, e ho sentito che il futuro sindaco, dopo 5 minuti e 35 secondi dice «L’inceneritore noi non dobbiamo aprirlo, ed abbiamo tutti gli strumenti per non aprirlo», e, dopo 6 minuti e 20 secondi «Riusciremo sicuramente a fermarlo». Eppure adesso il sindaco, a pagina 69 di questo nuovo libretto, scrive: «Ho detto: vedremo le carte e faremo il massimo perché non parta». Che, da uno che non sta attento alle parole sarebbe anche normale, ma da uno come lui che sta molto attento alle parole, è strano. E per uno che sta molto attento alle parole è strano anche il fatto che, a p. 128, il sindaco dica che sua nonna lo chiamava «Bec ed fer», che, secondo il sindaco, sarebbe «un’espressione che viene usata da queste parti per indicare uno spirito orgoglioso». A me sembrava che «Bec ed fer» (letteralmente: Becco di ferro) volesse dire un’altra cosa, e sono andato a cercare nel libro Proverbi e modi di dire parmigiani di Guglielmo Capacchi, e ho trovato che vuol dire «Faccia tosta». Che, io non son così attento alle parole, ma mi sembra proprio un po’ un’altra cosa rispetto a «orgoglioso». E mi è sembrato strano quel che dice il sindaco quando dice, a p. 101: «dentro ai Comuni […] hai a che fare tutti i giorni con persone che non la pensano come te. È un grande errore del sistema, rispetto al privato. I dipendenti del Comune fanno politica e ti danno il loro giudizio, ti dicono è sbagliato, io farei così e cosà. Ma non dal punto di vista tecnico, da quello politico. Una follia». Cioè: io, come ho anche già detto, non son così attento alle parole come il sindaco, ma mi sembra che il sindaco consideri una follia il fatto che la gente che lavora con lui ragioni con la propria testa. E per uno che sta molto attento alle parole, mi è sembrato singolare lasciare che venisse pubblicata una dichiarazione della moglie (in un capitolo è la moglie del sindaco che parla), la signora Cinzia, che dice: «Perfino quando entro in un bar a prendere un caffè entro già preparata con l’euro in mano ». E che questa dichiarazione venga spiegata così dalla giornalista Marta Serafini: «Se entra al bar, tira subito fuori il portafoglio per evitare che le offrano il caffè. Che sia chiaro a tutti che Cinzia è incorruttibile ». E, si potrebbe andare avanti molto, ma, per finire, mi è sembrato stranissimo, per uno che è molto attento alle parole, questo passaggio in cui il sindaco di Parma risponde alla domanda della giornalista Marta Serafini «Credi nella reincarnazione?». «No, ma penso che ci siano dei cicli energetici. Piuttosto credo nel karma. Quello che ti è capitato prima ha riflessi sul presente, non c’è dubbio. Chissà cosa o chi ero prima di questa vita… Non te lo sei mai chiesto? Io ho pensato di farmi un’ipnosi regressiva per scoprirlo. Magari vieni a sapere che eri un supereroe dei fumetti ».