Sandra Amurri, Il Fatto Quotidiano 4/12/2013, 4 dicembre 2013
ALL’ENI L’UOMO DI VENDOLA VICINO AD ARCHIN
Il primo settembre 2013, l’avvocato Francesco Manna, ex capo di Gabinetto della Regione Puglia, è diventato responsabile relazioni con Enti e istituzioni locali dell’Eni. L’uomo che dovrà difendere gli interessi del sesto gruppo petrolifero mondiale, che con la raffineria di Taranto contribuisce ad accrescere l’emergenza sanitaria. Secondo il comitato scientifico Wwf di Taranto, dagli sfiatatoi non monitorati dei serbatoi di stoccaggio dello zolfo liquido che supera le 50 tonnellate al giorno – è previsto un aumento della produzione fino a 100 tonnellate – fuoriesce idrogeno solforato (H2S), sostanza fortemente velenosa, la cui tossicità è paragonabile al cianuro, considerato rifiuto pericoloso dalla normativa vigente. Uno degli interlocutori istituzionali di Manna sarà proprio quel capo dell’Arpa, Giorgio Assennato . Girolamo Archinà, braccio destro della famiglia Riva, in una telefonata, disse che proprio Manna assieme al-l’assessore Fratoianni doveva “frantumare” Nicola Assennato per conto di Vendola. Il governatore della Puglia che, come scrive Archinà via email a Fabio Riva, “era fortemente adirato con l’Arpa che la politica ambientale della Regione prevede che non debbano assolutamente attaccare l’Ilva piuttosto si devono occupare di stanare Enel ed Eni che cercano di aizzare la piazza contro l’Ilva per coprire le proprie magagne... Vendola ha incaricato Manna di prendere posizione convocando Arpa e l’assessore Nicastro per chiarire che per nessun impianto di Ilva si dovesse ipotizzare una pur minima restrizione produttiva, dopo tutto quello che ha dimostrato”. Manna, indagato nell’inchiesta “Ambiente Svenduto”, perché da capo di gabinetto avrebbe “assicurato a Vendola l’impunità aiutandolo a eludere le investigazioni dell’Autorità negando o non ricordando” una serie di fatti.
É lo stesso che mostrò a Vendola il video in cui Archinà strappava il microfono al giornalista Abbate, che li aveva fatti ridere “per un quarto d’ora”. Manna (di Rc passato a Sel), quando nel 2008 venne nominato capo di gabinetto della Regione, presiedeva il Cda di “Napoli Servizi Spa” per la gestione del patrimonio immobiliare del Comune da cui si dimise dopo due anni. Ma continuò a ricoprire due incarichi pubblici con un’indennità annuale di 120 mila euro dalla Regione e quasi 59 mila euro da Napoli Servizi Spa. Poi sostituito con David Pellegrino (ora indagato) e nominato da Vendola consulente per l’Area internazionale.
LA CONFIDENZA di Manna con Archinà era tale che si rivolgeva a lui chiamandolo “Girò”. Archinà: “Ti chiamo perché il problema benzo(a)pirene, nonostante le tue raccomandazioni al Professore (Assennato, ndr), la questione sta degenerando...”. Informa Manna anche che Sindaco e Assennato hanno convocato una conferenza stampa per presentare, “su pressione di queste associazioni, le iniziative che intendono assumere (...) il Sindaco mi ha chiamato facendomi domande stravolgenti tipo: ‘Cosa significherebbe ordinare al-l’Ilva la chiusura delle batterie?’ significa automaticamente dire chiudi lo stabilimento, come dire a una persona puoi stare 40 giorni senza acqua... se mi posso permettere converrebbe più che tranquillizzare questi (Assennato e sindaco, ndr) che non si tranquillizzano facendo quel tavolo tecnico che volevi fare...”. Manna: “Noi non sappiamo niente di questa iniziativa, mo’ do subito indicazioni... non ti preoccupare”. Archinà: “Oltretutto parliamo di 1,3 (nanogrammi di benzo(a)pirene) eh!... alimentare ulteriormente queste persone... ho l’impressione che vanno dalla parte opposta di quelli che sono gli indirizzi politici che tu mi avevi suggerito per il momento no?”. Manna: “Ma figurati! Avevo detto di stare calmi e di fare un tavolo tecnico per capire effettivamente di cosa parlavamo... vabbè mo’ mi chiamo un attimo pure Nichi... mi pare proprio che debba intervenire su questa storia!”.