val.cat., Il Fatto Quotidiano 4/12/2013, 4 dicembre 2013
QUEL NOME SCOMODO E LE MIRE POLITICHE DEL CAPO CHE ERA IN FI
Il Nord-Est? E dov’è... qui vedo tutto chiuso...”. Mariano Ferro, durante una riunione in preparazione della “rivoluzione” in programma il 9 dicembre, ha solleticato così l’attenzione dei suoi alleati nordisti. Lo Stato vi ha fatto chiudere bottega a forza di tasse, è ora di ribellarsi, questo il suo messaggio. Ferro parla con sicurezza, da leader, del resto la tentazione della politica l’ha sempre avuta. Agricoltore di Avola, in provincia di Siracusa, proprio nella sua Sicilia ha dato vita al movimento dei Forconi: il nome nacque, secondo una versione dei fatti, quando nel 2011 il ministro dell’Agricoltura Saverio Romano si presentò proprio ad Avola. Ferro, dinanzi a una delegazione di pastori sardi che erano arrivati per parlare dei loro disagi, si lasciò andare nei confronti dei politici che non facevano il loro dovere: “Dobbiamo prenderli a forconate”; Felice Floris, leader dei Pastori sardi, suggerì allora il nome di Forconi. Con un passaggio in Forza Italia e partecipazioni alle assemblee del Movimento per l’autonomia dell’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, Ferro nell’agosto 2012 decise di candidarsi pure lui a presidente della Regione Sicilia; risultato, 31 mila 390 voti (1,55%).
FORSE FERRO si aspettava di più perché nel gennaio di quello stesso anno un certo disagio il suo movimento in Sicilia l’aveva creato: blocco dei carburanti e delle merci per diversi giorni, tanto che la Confcommercio calcolò danni per gli esercenti vicini ai 500 milioni di euro. Accanto a Ferro all’epoca c’era Giuseppe Richichi presidente dell’Aias, sigla di riferimento di conducenti di Tir e padroncini; e s’era visto pure Enzo Ercolano, proprietario della Sud Trasporti Srl, incensurato, parente di esponenti della cosca Santapaola-Ercolano. A quasi due anni di distanza, ora Ferro torna, convinto di ripetere in grande quell’esperienza; non è chiaro se avrà ancora i padroncini alle spalle, lui ha la sua tabella di marcia: “Partiremo lunedì 9 con 10-15 presidi in Sicilia. C’è una voglia di protestare che neanche immaginate, una grande voglia di ribellarsi a questo sistema e il vero danno, vogliamo dire ai politici, non siamo noi, ma il postino con il carico di tasse che suona nelle case perché qualcuno lo manda... I media, forse, nei primi giorni non ne parleranno, perché si tenderà a sottovalutare il tutto, ma non ce la faranno”.
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