Gerardo Ausiello, il Messaggero 4/12/2013, 4 dicembre 2013
TERRA DEI FUOCHI SÌ AL DECRETO: BRUCIARE I RIFIUTI DIVENTA REATO
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IL PROVVEDIMENTO
NAPOLI Linea dura contro i criminali ambientali, la mappatura delle aree a rischio e dei terreni “no food”, i contratti di sviluppo per aiutare la Terra dei fuochi a voltare pagina. Il Consiglio dei ministri approva il decreto per contrastare l’emergenza ambientale in Campania. Il testo è frutto del lavoro di squadra tra i ministri Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin e Andrea Orlando e il governatore Stefano Caldoro, che ieri ha partecipato alla riunione dell’esecutivo, a Palazzo Chigi. Nasce così una cabina di regia, coordinata dalla presidenza del Consiglio.
LE MISURE
Il provvedimento non affronta nel dettaglio il nodo dei fondi ma la copertura è stata assicurata dal premier Enrico Letta in un faccia a faccia con lo stesso Caldoro: per le bonifiche saranno stanziati complessivamente 1,2 miliardi. I soli soldi di cui si parla nel testo sono invece i 3 milioni, destinati alla perimetrazione dei siti inquinati, che dovranno essere anticipati dal commissariato alle Bonifiche. Resta in campo, infine, l’ipotesi di utilizzare l’Esercito per fermare roghi e sversamenti illegali. «Per la prima volta le istituzioni nazionali affrontano l’emergenza Terra dei fuochi - osserva Letta - Una risposta senza precedenti, forte, netta per contrastare un’emergenza che si è protratta per troppo tempo. La scelta del decreto serve anche per recuperare il tempo perduto».
LE FORZE DELL’ORDINE
Orlando sottolinea: «Grazie all’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura i primi risultati sono arrivati anche senza decreto, ora ne arrivano altri che ci consentiranno di cancellare questo nome, Terra dei fuochi, che è suggestivo per quanto di simbolico suggerisce ma che comunque costituisce un’onta. L’allarme ha fatto diventare la Terra dei fuochi un caso nazionale. La mobilitazione dei cittadini è stata importantissima. Li ringrazio».
IL MONITORAGGIO
La De Girolamo assicura: «In tempi rapidi effettueremo il monitoraggio, l’indagine e la perimetrazione delle aree contaminate. Controlleremo campo per campo, perché lo Stato c’è. L’obiettivo è quello di arrivare a definire con esattezza quali sono le terre inquinate e quali no». Caldoro, in un video sul suo blog, invita invece i cittadini a partecipare alla fase della conversione del decreto in legge: «Non è un decreto che fa il palazzo, non alcuni ministri, ma deve essere un’azione trasparente nella quale tutti devono esprimere la loro opinione».
Gerardo Ausiello
• RADAR E DRONI SULLE AREE INQUINATE–
L’articolo 3 dispone gli «interventi urgenti per garantire la sicurezza agroalimentare in Campania»: si dovrà procedere ad una mappatura delle aree contaminate, anche mediante l’impiego di strumenti di telerilevamento (come i droni) per stabilire in modo inequivocabile quali sono i suoli inquinati e quali quelli salubri. Le autorità sono chiamate poi a definire l’elenco dei terreni che non potranno più essere destinati a produzioni agroalimentari. Una norma prevede la possibilità di bloccare la coltivazione di frutta e ortaggi anche contro la volontà degli agricoltori qualora venga dimostrato che esistono reali pericoli per la popolazione.
• I FONDI A DISPOSIZIONE SUPERANO IL MILIARDO–
Nel decreto del governo non c’è traccia dei fondi per le bonifiche. L’articolo 4, però, stabilisce che a tali oneri «si provvede anche mediante l’utilizzo del programma regionale per la Campania 2007-2013, del Piano di azione e coesione, nonché mediante misure da adottare nella programmazione dei fondi europei e nazionali 2014-2020». Tale accordo è stato raggiunto nel corso del faccia a faccia tra il premier Letta e il governatore Caldoro: si procederà alla riprogrammazione dei fondi 2014-2020 per ottenere uno stanziamento aggiuntivo di 600 milioni. In totale gli stanziamenti complessivi raggiungeranno quota 1,2 miliardi.
• CONTRATTI AD HOC, SGRAVI E INCENTIVI–
Per la Terra dei fuochi il governo Letta ha previsto la stipula di «contratti istituzionali di sviluppo» ad hoc. L’obiettivo è far ripartire l’economia. Saranno possibili forme di sgravi e incentivi oppure bandi con lo stanziamento di risorse per le aziende che operino nei luoghi martoriati da roghi. Di questi aspetti si occuperà un comitato interministeriale. Significativo anche l’articolo 5: nonostante l’emergenza rifiuti sia finita nel 2010, si stanno ancora facendo i conti dei debiti accumulati dal 1994; per questo il Consiglio dei ministri ha deciso di concedere una proroga di due anni all’Unità tecnica che ha il compito di completare i calcoli dei soldi spesi.