Cristiana Mangani, il Messaggero 4/12/2013, 4 dicembre 2013
CORRUZIONE, MIGLIORA LA CLASSIFICA DELL’ITALIA ULTIMA RESTA LA GRECIA
IL RAPPORTO
ROMA L’Italia come la Romania per i reati di corruzione. Anche se nel nostro Paese, dopo le nuove leggi, qualcosa sta migliorando. Il timido segnale di recupero ci porta alla sessantanovesima posizione su 177 Paesi di tutto il mondo. Terzultimi in Europa, migliori solo della Bulgaria (77) e della Grecia (80). Anche quest’anno, l’immagine dell’Italia che emerge dalla classifica sulla corruzione percepita stilata dall’ong Transparency International, non sembra confortare. Sebbene - come ha sottolineato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi - i dati potrebbero non tracciare un quadro totalmente realistico, soprattutto perché non considerano i progressi compiuti negli ultimi due anni dal punto di vista legislativo.
LE NUOVE LEGGI
«La legge anticorruzione, che con i ministri Cancellieri e Severino, siamo riusciti a condurre in porto giusto un anno fa, sta dando i primi risultati», controbatte Patroni Griffi. L’Italia, passata dal settantaduesimo posto del 2012 al sessantanovesimo di oggi, sta migliorando: «Ed è un’inversione di rotta dopo un decennio», insiste il sottosegretario. Che trova in Maria Teresa Brassiolo, presidente della sezione italiana di Transparency International, un’alleata inattesa. «La situazione reale dell’Italia è migliore di quanto emerga dalla classifica - spiega - Se le leggi approvate alla fine del 2011 verranno applicate bene, come è nelle intenzioni di Patroni Griffi e del nuovo ministro D’Alia, penso che ci sarà ancora un netto miglioramento».
Quella della corruzione è una piaga che in Europa colpisce particolarmente i Paesi più provati dalla crisi. Con la Grecia a fondo classifica e l’Italia in alto mare, la situazione sembra precipitare in Spagna (che pure resta davanti a noi e alla Grecia): dal trentesimo al quarantesimo posto in un solo anno. Le cose per l’Italia stanno invece prendendo un’altra direzione, aggiunge Patroni Griffi. «Con il decreto trasparenza, che obbliga le amministrazioni a mettere on line spese degli uffici e redditi di politici e dirigenti, è aumentata la possibilità di controllo sociale da parte dei cittadini - dice ancora - E molto si potrà fare procedendo sul percorso individuato dalla legge, per esempio con il completamento del varo dell’autorità anticorruzione».
Effettivamente, legislazione a parte, c’è un altro indizio per dubitare del posto cui è stata relegata l’Italia. Quello sulla corruzione percepita non è l’unico rapporto: a giugno l’ong pubblicherà un barometro della corruzione globale. Nell’ultima edizione ci sono questioni in cui l’Italia è risultata migliore di Germania e Francia. Mesi fa c’è stata una polemica in questo senso che i cittadini di quei Paesi non hanno probabilmente seguito, visto che la notizia a Berlino e Parigi è passata in sordina.
Cristiana Mangani