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 2013  dicembre 04 Mercoledì calendario

GERMANIA, PARTITI A STECCHETTO


I partiti tedeschi prendono meno soldi di quelli italiani, eppure ce la fanno, sia pure con qualche problema causato dai recenti risultati elettorali. Nonostante le ricche entrate, alcune sezioni periferiche del Pd non sanno come andare avanti, e il Pdl a Palazzo Grazioli non paga l’affitto da sette mesi. Chissà come vengono impiegate le generose entrate in Italia. Forse per questo all’Atac di Roma stampavano biglietti del bus e della metro falsi, per 90 milioni di euro, spartiti, almeno pare, tra i partiti della capitale.

A Berlino, si trova nei guai l’Fdp. Il partito liberale aveva sfiorato il 15% nel 2009, entrando al governo. Lo scorso 22 settembre non ha raggiunto per un soffio il 5%, il minimo necessario, e non è entrato al Bundestag. Un bel taglio, dato che le entrate sono direttamente in rapporto con i voti effettivamente ricevuti. Non come in Italia, dove in base alle percentuali si conteggiano anche i voti teorici degli astenuti. L’Fdp ha dovuto mandare a casa circa 500 dipendenti, e tirare la cinghia. I calcoli non sono ancora precisi, dato che si tiene conto anche dei risultati regioni e delle europee, ma i voti perduti sono circa 4 milioni, e il partito che aveva incassato 14 milioni di euro nel 2012, dovrà fare a meno di circa 2,8 milioni all’anno fino al 2017.
«Non siamo tuttavia in una situazione finanziaria tragica» ha commentato il capo dell’Fdp, Patrick Döring, «staremo attenti a ogni euro, e nell’organizzare il congresso del partito cercheremo di risparmiare». Invece di offrire Sekt, lo spumante teutonico, ai partecipanti, magari si farà pagare la birra. Tutto qui. I soldi andranno invece all’Afd, il partito degli antieuro, che da zero è giunto fin quasi allo sbarramento del 5: prenderanno già un milione e 800mila euro, per il 2013. Poco in base ai parametri italiani.

A ogni partito che raggiunga lo 0,5%, e l’1% alle regionali, vanno 85 cent per ogni voto fino a 4 milioni, poi solo 70 cent. Così ai Piraten, i grillini teutonici, vanno 814mila euro, e circa la metà ai neonazisti dell’Npd. Inoltre, in base a calcoli complicati, i partiti ricevono anche sovvenzioni statali, in parte legate a quanto incassano dalle elargizioni dei cittadini e delle società, anonime fino ai 10mila euro. Ad esempio, la Bmw e la Daimler hanno dato alla Cdu/Csu della Merkel 600mila euro, e neanche un centesimo ai verdi. Tutto alla luce del sole, sia pure tra proteste degli ecologisti. E ogni anno viene fissato un tetto massimo per le entrate dei partiti: nel 2013 è stato di 154 milioni e 120mila euro.

Altre sovvenzioni vanno alle frazioni parlamentari, nell’anno che si chiude poco più di 80 milioni di euro, con cui far fronte alle varie spese connesse con l’attività del Bundestag. In particolare, la Cdu/Csu ha incassato 25 milioni e 300mila, l’Spd 19 milioni e 160mila, la Linke dell’estrema sinistra 12 milioni e 320mila, 11 milioni e 540mila ai verdi, e 12 milioni e 510mila ai liberali ormai sfrattati.
In tutto i partiti pagano 964 collaboratori. Ed è necessario un chiarimento: i nostri parlamentari si sdegnano quando gli si fa i conti in tasca, e replicano sostenendo che i colleghi tedeschi spendono molto di più per i portaborse. E’ vero: a Berlino hanno a disposizione 7.751 euro a testa, ma neanche un cent passa dalle loro mani, per assumere parenti e amici vari. I portaborse sono assunti regolarmente e pagati dal Bundestag. Come sempre, sono i particolari che contano.