Giovanni Bianconi, Corriere della Sera 4/12/2013, 4 dicembre 2013
NUOVE VERIFICHE SULLE TELEFONATE CANCELLIERI-LIGRESTI
Il caso non è chiuso perché merita i necessari approfondimenti, ma resta un fascicolo senza ipotesi di reato. La Procura di Roma ha cominciato ad affrontare la vicenda delle telefonate tra il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e la famiglia Ligresti, arrivata il 18 novembre da Torino, scegliendo la strada di ulteriori accertamenti. In primo luogo con l’acquisizione dei tabulati del telefono di Antonino Ligresti, l’amico di famiglia nonché medico della Guardasigilli che proprio con l’antica conoscenza ha spiegato conversazioni e messaggi scambiati durante l’estate, quando la famiglia — il fratello Salvatore e tre nipoti — fu travolta dagli arresti nell’indagine torinese sul falso in bilancio e altro. La verifica dei contatti tra Nino Ligresti e il ministro in un periodo più ampio rispetto a quello già controllato dalla Guardia di Finanza (dal 17 luglio al 29 agosto) servirà proprio a verificare se in quel lasso di tempo sono rimasti nella media del rapporto ultra-trentennale rivendicato dalla Cancellieri. Al periodo già analizzato risalgono gli sms e i colloqui di cui ha parlato la stessa Guardasigilli nella deposizione resa a Roma al procuratore aggiunto piemontese Vittorio Nessi, il 22 agosto scorso. Si tratta delle due chiamate di Antonino al cellulare della Cancellieri del 18 agosto (una senza risposta e una della durata di 14 secondi; presumibilmente un messaggio alla segreteria telefonica) e della telefonata del ministro ad Antonino alle 13.39 del 19 agosto, di circa sei minuti. Poi c’è il messaggio di Ligresti nel pomeriggio del 21 agosto e la telefonata del ministro la stessa sera, intorno alle 22.30. Rispetto a quanto risulta dal verbale riassuntivo della Guardasigilli, la Finanza ha rilevato le discrasie di cui s’è già ampiamente dibattuto: la Cancellieri disse di aver «ricevuto una telefonata da Antonino» mentre fu lei a chiamarlo il 19 agosto, sebbene a seguito di due precedenti tentativi dell’uomo; e quando affermò di aver ricevuto un sms il 21 aggiunse «gli ho risposto», senza specificare di averlo fatto con una telefonata di circa 7 minuti. Inoltre, tra le chiamate fatte e ricevute da Antonino Ligresti dal 17 luglio al 29 agosto risulterebbero altri due contatti con il ministro: una telefonata di lei a lui del 19 luglio e un sms di lui a lei del 16 agosto. Della conversazione e del messaggio non si conoscono i contenuti, poiché il telefono di Ligresti non era intercettato, ma da quel che risulta da altri elementi non dovrebbero essere di particolare rilievo sul piano investigativo. È infatti noto il testo dell’intercettazione del 17 luglio tra Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti appena arrestato, e la Cancellieri. Si tratta del famoso colloquio in cui il ministro della Giustizia dice alla Fragni «non è giusto, non è giusto», e poi «qualsiasi cosa io possa fare conta su di me», e altre espressioni di solidarietà di cui la Guardasigilli s’è pubblicamente «rammaricata». Dopodiché, da un’altra registrazione tra la Fragni e Nino Ligresti risulta che il 17 agosto la famiglia degli imprenditori stava ancora cercando di arrivare alla Cancellieri per interessarla della salute di Giulia Ligresti in carcere (una delle figlie di Salvatore): ciò dovrebbe significare che fino a quella data contatti per raccomandare la situazione della donna non c’erano stati. O comunque non erano andati a buon fine. E lo stesso può dirsi per i contatti tra Nino Ligresti e Sebastiano Peluso, marito del ministro. È solo dopo, tra il 18 e il 21 agosto, che Nino Ligresti parla alla Guardasigilli, la quale telefona ai vicedirettori delle carceri ricevendo assicurazione che le condizioni della detenuta sono già monitorare. La Procura di Torino ha escluso il reato di abuso d’ufficio a carico della Cancellieri, e per adesso gli inquirenti romani a cui il fascicolo è giunto per competenza non hanno ipotizzato reati connesse a presunte bugie o omissioni nella deposizione del ministro. Ulteriori valutazioni andranno fatte dopo l’acquisizione e l’analisi dei nuovi tabulati telefonici; compresa l’eventualità di raccogliere altre testimonianze.
Giovanni Bianconi