Enrico Currò, la Repubblica 4/12/2013, 4 dicembre 2013
DAL NOSTRO INVIATO
COSTA DO SAUIPE
Non c’è pace tra le palme. Se Blatter la cercava lontano da Rio e da San Paolo portando il sorteggio del Mondiale a Costa do Sauipe, in un lussuoso resort sul litorale bahiano, ha sbagliato i conti. La Fifa e il Brasile si specchieranno nell’edizione più controversa della storia, sotto lo sguardo di mezzo miliardo di telespettatori di 173 paesi. Ogni giorno affiorano gli scandali e l’imbarazzante contrasto tra sfarzo e povertà. La stessa spesa di 24,6 milioni di reais (8,2 milioni di euro) per la cerimonia di dopodomani fa a pugni con la miseria dell’attiguo villaggio di Areal.
Né offre riparo la competizione. Ieri il monarca gaffeur, che regna ormai da 3 lustri, non è scivolato su Cristiano Ronaldo, ma proprio sul sorteggio, col caso della nazionale europea da piazzare in terza fascia. Per non metterci la Francia di Platini, come da classifica Fifa di ottobre (solo dopo i play-off ha superato Russia e Bosnia), ha deciso di non decidere. Ora l’urna 4 ha 9 palline, quella delle europee non teste di serie, tra le quali pure l’Italia, che rischia ingiustamente di pescare Brasile o Argentina più un’europea, magari il Portogallo. «Venerdì ci sarà un presorteggio tra le 9», ha annunciato il pilatesco rinvio l’imbarazzato segretario generale Valcke. Si prevedono due giorni di tensioni tra le delegazioni federali in arrivo.
Invece, schiava delle dirette tivù già stabilite, la Fifa ha detto no allo spostamento al tardo pomeriggio delle 10-12 gare in programma alle 13 nelle città più torride — Natal, Salvador, Recife e Fortaleza — e alle 16 di Manaus, in Amazzonia. Così la Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori, intende portarla in tribunale. La settimana scorsa il vicepresidente Martorelli aveva infatti consegnato a Blatter un dossier medico, frutto di una simulazione
negli orari incriminati, che dimostra come la temperatura interna di 38 gradi e mezzo in agonismo, pari a quella dei tagliatori di canne, sia pericolosissima per la salute. «Non si può più cambiare. È la vita», ha filosofeggiato Blatter: l’orario delle 13 serve per le dirette in Asia.
Non gli è andata meglio con gli stadi e con le infrastrutture. «Quelli di San Paolo, Cuiabà e Curitiba non saranno pronti per febbraio. Sono ritardi trascurabili. Siamo molto tristi per l’incidente di San Paolo». Ma i morti sono una vergogna impossibile da nascondere e una consuetudine dai tempi di Italia ‘90 (12 operai uccisi). Le perizie sul crollo del tetto dell’Itaquerao, lo stadio di San Paolo che il 12 giugno, in una corsa
contro il tempo, deve ospitare la partita inaugurale, stanno dimostrando come la morte di due operai, la settimana scorsa, sia stata causata materialmente da una gru e sostanzialmente dalla necessità di lavorare giorno e notte, per recuperare i ritardi accumulati. Nel Public Eye Awards 2014, l’Oscar della vergogna assegnato all’azienda più devastatrice dell’ambiente, la Fifa è seconda dietro Gazprom, per avere sacrificato
alla costruzione degli stadi intere zone, sfrattando 100 mila persone (fonte Onu) nella sola area di San Paolo. L’Onu ha
inoltre attaccato la Fifa per le condizioni di lavoro nei cantieri brasiliani. E il Guardian ha rivelato la morte in agosto di 44 operai nel deserto, disidratati, per costruire gli stadi di Qatar 2022. Migliaia di immigrati, per lo più nepalesi e indiani, vivono in schiavitù, col passaporto sequestrato e col salario congelato. Blatter si è detto indignato,
però ha difeso
l’assegnazione del Mondiale al Qatar, avallata da Platini. I soldi degli emiri fanno superare ogni intoppo, incluso il Mondiale spostato in inverno per l’impossibilità di giocare d’estate a Doha.
Il resto sono le spese oltre il limite previsto: un miliardo e mezzo di dollari in più, dice il fustigatore Romario, ex campione oggi deputato. E poi le 19 opere per il trasporto pubblico interrotte per mancanza di fondi, mentre a Manaus e a Brasilia, senza squadre professionistiche, sono stati eretti due “elefanti bianchi”, come qui chiamano le cattedrali nel deserto. Quanto alla sicurezza, dopo le manifestazioni durante la Confederations Cup di 2 milioni di brasiliani e l’intercettazione di due narcotrafficanti che parlavano di incendiare il paese nel prossimo giugno, si confida nel governo della Rousseff, attesa dall’anno delle elezioni, mentre nel Pt della presidente e dell’ex leader Lula imperversa il caso Mensalao, con 20 arresti illustri per corruzione attraverso tangenti mensili. Ma il settantasettenne Blatter, che ha l’età di Berlusconi e non smentisce più di volersi ricandidare nel 2015, mica si spaventa. Tra poco uscirà il film sulla Fifa, con Depardieu nella parte dell’inventore del Mondiale Jules Rimet. E Tim Roth a fare lui, il monarca del calcio che non vuole abdicare.