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 2013  dicembre 03 Martedì calendario

PACCHI A CASA DOPO MEZZ’ORA LA CONSEGNA SI FA CON I DRONI


Dopo l’invenzione dell’ecommerce (le vendite online) e la diffusione degli ebook (i libri digitali) col suo Kindle, Jeff Bezos tira fuori un altro coniglio dal cappello: l’iDrone, il robottino volante di Amazon che, promette, consegnerà ai clienti il pacco da loro richiesto entro 30 minuti dall’ordinazione. Sorrisetti, scetticismo: roba da fumetti degli anni Sessanta, dicono in molti. Fantasie di un genio che ha creato un business straordinariamente concreto, ma che ama anche sognare. Fin da quando, liceale, progettava stazioni spaziali sulle quali costruire alberghi, fabbriche e anche delle Disneyland del cielo, per preservare la Terra e il suo ambiente da uno sfruttamento eccessivo.
Effettivamente Bezos — che compirà 50 anni tra un mese — è stato sempre affascinato dal volo e dall’esplorazione dell’universo, al punto di aver fondato, e massicciamente finanziato, una segretissima impresa spaziale: la Blue Origin, che da tredici anni cerca di mettere in orbita astronavi private. A dire il vero con molto meno successo della Virgin Galactic di Richard Branson e della SpaceX di Elon Musk. Che non risparmia le sue pesanti ironie al miliardario di Seattle.
Domenica sera, però, Jeff Bezos, intervistato da Charlie Rose della Cbs per la trasmissione 60 minutes , non si è limitato a vagheggiare di robot volanti: ha mostrato il filmato dei prototipi di «octopter» — un drone-elicottero con otto pale rotanti capace di sollevare pacchi di dimensioni e peso limitati — già impegnati in voli sperimentali: trasportano i plichi in una piccola stiva di plastica. Già scelto anche il nome del nuovo servizio, «Amazon PrimeAir», stampato in bella vista sulla carlinga del mini-velivolo telecomandato.
Un’altra rivoluzione in vista? FedEx e Ups, gli spedizionieri che oggi recapitano coi loro furgoni gran parte dei pacchi del commercio elettronico di Amazon, devono tremare? Non per adesso e non dappertutto: consegnare coi droni sarà certo problematico nelle aree urbane affollate. Basti pensare ai grattacieli residenziali di Manhattan che possono ospitare anche 3-400 appartamenti. Né è pensabile che si possano intasare più di tanto i cieli di droni. Bezos riconosce che ci sono problemi tecnici e regolamentari da risolvere. «Ce la possiamo fare in quattro anni» azzarda il fondatore di Amazon che di recente è diventato anche editore, con l’acquisto del Washington Post . Ma poi mette le mani avanti: «Lo sapete, quando si tratta di sfide tecnologiche sono un inguaribile ottimista».
E una nota di Amazon avverte che c’è molto da lavorare. Bisogna rendere sicuri, precisi e affidabili i droni, ma va anche creato un sistema logistico capace di evadere in pochi minuti un ordinativo: trovare l’oggetto richiesto nel magazzino Amazon più vicino, caricarlo su un drone e volare all’indirizzo del cliente. Quest’ultima fase richiede autorizzazioni della Faa, l’ente per la sicurezza del volo, che non sarà facile ottenere.
Le norme attuali consentono di far volare droni non militari solo se sono gestiti da forze di polizia o da privati cittadini con intenti amatoriali: al momento è escluso ogni uso commerciale per i robot del cielo. Ma la Faa ha già fatto sapere che, completate le necessarie verifiche di sicurezza, queste norme saranno modificate nel 2015. Da quel momento Amazon potrà far decollare i suoi «fattorini del cielo»: un servizio probabilmente destinato soprattutto alle consegne di pacchi alle case delle zone rurali o delle comunità sub-urbane con abitazioni unifamiliari.
A quel punto Bezos dovrà probabilmente vedersela con altri concorrenti agguerriti: il fondatore e capo di Federal Express, Fred Smith, un ex ufficiale dei marines che adora la storia dell’antica Roma ma è abituato a guardare lontano, parla già da quattro anni dei suoi piani per la sostituzione della flotta di aerei cargo e dei camion FedEx con droni grandi e piccoli, appena saranno disponibili tutte le tecnologie e le autorizzazioni necessarie.
Massimo Gaggi