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 2013  dicembre 03 Martedì calendario

MORTE IN DIRETTA COL MARITO AL TELEFONO “AIUTO, ANNEGO”


Case allagate, traffico automobilistico e ferroviario in tilt, scuole chiuse, oltre mille sfollati. Ma la pagina più nera dell’alluvione che ieri ha sommerso l’Abruzzo - oggi la Regione chiederà lo stato d’emergenza al governo - si registra a Pescara.
Un sottopasso si è trasformato in un’enorme vasca di acqua e fango alta tre metri che ha inghiottito l’auto e la vita di Anna Maria Mancini, 57 anni. E la vicenda si tinge di giallo, con tanto di inchiesta della procura di Pescara, perché non è chiaro se l’ingresso del viadotto di via Fontanelle, periferia sud della città, considerato l’allarme, fosse stato transennato o meno.
Una morte in diretta telefonica, quella di Anna Maria. «Lambe’, Lambe’, sto annegando» ha urlato disperata al marito Lamberto Galiero che, preoccupato, l’aveva chiamata sul cellulare per accertarsi come stava procedendo il viaggio verso la casa allagata degli anziani genitori che avevano chiamato la figlia in cerca d’aiuto. Quelle poche parole, alle 5.25 di ieri mattina sono state le ultime. La linea telefonica si è interrotta di colpo, come la vita di Anna Maria che, in cassa integrazione in un’impresa di pulizie, «aveva un cuore grande come pochi. Appena i genitori, bisognosi, la chiamavano lei correva subito». Ieri è corsa verso la morte, ma forse questa disgrazia poteva essere evitata. Ne è convinto il marito, autista della Regione, un omone con le mani grandi da lavoratore e gli occhi rossi dal pianto. Circondato dagli amici e i parenti che lo hanno raggiunto all’obitorio dell’ospedale Santo Spirito di Pescara, piange e cerca una spiegazione che non c’è. «Quella di mia moglie è una morte assurda - ripete in una litania infinita - perché non è vero che il sottopasso era transennato. Lei non sarebbe mai passata, se così fosse stato, primo perché pioveva troppo e non avrebbe avuto la forza di spostare le transenne; e poi era una donna troppo rispettosa della legge, mai avrebbe commesso un’infrazione». E la figlia Viviana, 33 anni, mamma di due bimbi che non fanno altro che chiedere della nonna, insiste: «Ci sono diverse persone che affacciate al balcone le transenne in via Fontanelle non le hanno viste nemmeno alle 6 della mattina. Vuol dire che sono state collocate lì più tardi».
Lo ripete anche l’altro figlio della vittima, Denis, 37 anni, due figli e una rabbia «che mi brucia dentro, perché ora ci vengono a dire che davanti al sottopasso c’erano le transenne ma non è vero».
Drammatico il momento del recupero della Peugeot 106 che rinchiudeva, peggio di una prigione, Anna Maria Mancini. I sommozzatori dei vigili del fuoco hanno faticato non poco per farsi largo nel fango di quel muro d’acqua alto tre metri. Lamberto Galiero si tormenta le mani e l’anima: «Povera moglie mia, che fine atroce deve avere fatto. Eravamo sposati da 38 anni e l’ho perduta in attimo, intrappolata dentro la macchina con tutta quell’acqua intorno».
Sul luogo della tragedia è arrivato il sostituto procuratore Silvia Santoro. «È accaduta una cosa grave che non doveva succedere» dice davanti alle telecamere che la inseguono.
Ma il sindaco Luigi Albore Mascia ribadisce che la via era stata vietata al traffico. «Alle 3 e mezzo del mattino ho dato disposizioni alla polizia municipale di transennare gli ingressi e le uscite dei sottopassi più a rischio, compreso quello dove ha perso la vita la povera signora. Dalle 4 in poi le transenne sono state collocate. Purtroppo ci troviamo di fronte ad una terribile fatalità a causa di una eccezionale quantità di pioggia».
Il primo cittadino offre inoltre uno scenario alternativo: «Non è sicuro che Anna Maria Mancini sia passata dall’ingresso del sottopasso, potrebbe esserci arrivata da una rampa laterale dove all’inizio c’era poca acqua».
Rampa che, a quanto pare, non sarebbe stata transennata. Questa ipotesi sposa anche la raccomandazione che Lamberto Galiero aveva fatto alla moglie prima che lei uscisse di casa, poco dopo le 5. «L’ho pregata e ripiegata. - ricorda - di non passare assolutamente sotto il ponte perché quel sottopasso si allaga ogni volta che piove forte. Certo stavolta c’erano tre metri d’acqua e comunque se anche fosse passata dalla rampa laterale, perché questa non era stata transennata? E ancora: le pompe del sottopasso che dovrebbero aspirare l’acqua funzionano bene?».