Laura Mattioli, il Messaggero 3/12/2013, 3 dicembre 2013
IL SINDACO CONFISCA LE ELEMOSINE «QUEI MENDICANTI SONO AGGRESSIVI»
IL CASO
ROMA Accattoni e mendicanti sempre più numerosi e molesti. Per farli desistere c’è un unico sistema: togliamogli l’incasso della giornata. Questo devono aver pensato a Bressanone, un paesino dell’Alto Adige, dove la polizia municipale ha applicato alla lettera un’ordinanza comunale che prevede la confisca delle elemosine agli accattoni che stazionano davanti alle chiese e ai cimiteri. Così ad uno ad uno i mendicanti “colti in flagrante” si sono visti togliere le monetine racimolate dopo ore e ore di sosta all’addiaccio. Una linea dura che il vicesindaco Pd Gianlorenzo Pedron, si è affrettato a spiegare: «Non abbiamo alcuna intenzione di fare gli sceriffi, ma se i mendicanti sono molesti o aggressivi è giusto che la polizia municipale intervenga e sequestri loro l’incasso della giornata».
Che sia vietato l’accattonaggio è normale, ma che i vigili possano confiscare il denaro raccolto, è per lo meno originale. E nell’era di Papa Francesco, elemosiniere e pronto a fare la carità ai poveri per strada, la linea dura non è certo piaciuta alla Caritas locale: «Occorre combattere la povertà, non i poveri - dice il direttore dell’associazione Heiner Schweigkofler -. C’è il pericolo che tali divieti acuiscano il pregiudizio che già colpisce i mendicanti. L’esperienza dei divieti introdotti altrove insegna: proibire del tutto l’accattonaggio ed eliminare i mendicanti dalla vista non risolve il problema».
I PRECEDENTI
In Italia non è la prima volta che vengono emesse simili ordinanze. L’anno scorso a Vipiteno fu varata la «Regolamentazione del bivacco e dell’accattonaggio», in cui la pena accessoria per chi viola le disposizioni è, appunto, la confisca del denaro. Un’ordinanza analoga, introdotta a Venezia, fu invece bocciata dal Consiglio di Stato. Una task-force contro gli «accattoni di professione» venne disposta a Mantova, nel 2010. Lì si arrivò a uno scontro senza precedenti tra Comune e Chiesa. Nel 1997 a Treviso oltre tremila persone scesero in piazza per protestare contro il provvedimento del sindaco leghista Giancarlo Gentilini che pensò di rimuovere le panchine dei giardini per eliminare la presenza degli extracomunitari. A questa Gentilini fece seguire numerose altre decisioni inconsuete, come quella di disegnare sull’asfalto delle strade degli enormi teschi per segnalare gli incroci più pericolosi. E inneggiò alla rivoluzione contro i campi nomadi per «eliminare i bimbi che vanno a rubare agli anziani».
Laura Mattioli