D Repubblica 30/11/2013, 30 novembre 2013
L’AEROPORTO E’ UN ORIGAMI
Doriana Mandrelli è appena rientrata con il marito Massimiliano Fuksas, con cui vive e lavora da 35 anni, da un ennesimo viaggio: «Ci spostiamo così tanto che spesso al risveglio ci vuole un po’ per capire dove ci troviamo». Nello Studio Fuksas, Doriana è partner e responsabile del settore design e segue l’attività progettuale: architetture pubbliche e private, pianificazione urbanistica, oggetti e gioielli, gli store Armani. L’ultimo “progetto di coppia” inaugura proprio in questi giorni a Shenzhen, in Cina, nuova metropoli del colosso asiatico a 20 km da Honk Kong: il nuovo terminal di un aeroporto, Bao’an, che con questo ampliamento - seguiranno nuovi gate ed espansioni, in un piano che si svilupperà fino al 2035 - punta al numero impressionante di 40 milioni di passeggeri l’anno.
Nata a Roma, due lauree in Storia dell’architettura nella capitale e in architettura all’Esa di Parigi, due figlie, viene spontaneo domandarle qual è il suo ruolo in un sodalizio lavorativo e affettivo che va avanti da tanti anni, affiancando un tipo come Fuksas. «Essere diversi aiuta. Un uomo e una donna come noi, mille interessi e tanta voglia di creare». Si diverte ancora a lavorare con lui? «Sì, siamo anche complementari. Io come donna porto forse meticolosità e una certa attenzione ai dettagli, accanimento e gentilezza al tempo stesso. A volte capita che in studio (oggi ne hanno tre: Roma, Parigi e Shenzhen appunto, ndr), io punti lo sguardo su uno schizzo e faccia un’osservazione, destabilizzando i colleghi e lo stesso Max. Diciamo che ho intuizioni che possono far scattare un’idea, una visione. Per il nuovo terminal 3 di Shenzen, per esempio: eravamo a Los Angeles e ricevetti un dono impacchettato con una carta tridimensionale, come quei festoni che si usano per le feste. Rigirandola tra le mani sul volo del rientro, “vedo” come vorrei la “pelle” del nuovo terminal, per dare la sensazione di leggerezza e luce. E così è stato: la struttura è avviluppata da una copertura bianca composta di migliaia di esagoni, da cui filtrano i raggi del sole. Sembra fluttuare nello spazio, un’enorme mousse che dà forma a un animale cangiante. Se penso che in quell’area sterminata c’erano fino a pochi anni fa solo acqua e terra... I cinesi l’hanno costruito in tre anni, perfetto. Abbiamo disegnato tutto noi: struttura, arredi, segnaletica, impianto di condizionamento fatto di oltre 300 “alberi” metallici da cui esce aria fresca». Doriana ora ha altri progetti. «Una nuova linea di gioielli in micro-mosaico di vetro Gipsy per Sicis e il libro-inventario sui nostri oggetti di design, Objetcs, per Actar edizioni». Una città italiana “smart” e interessante per chi come voi viaggia in tante metropoli straniere? «Forse Torino, elegante, multietnica e in continuo mutamento».