Massimo Gaggi, Corriere della Sera 2/12/2013, 2 dicembre 2013
L’ALGORITMO DEI SENTIMENTI LEGGE LE EMOZIONI SUL TUO VISO
DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Oggi non è ancora molto raffinato e viene usato soprattutto dalle industrie che cercano di capire, dalle espressione del volto dei consumatori, l’atteggiamento verso i loro prodotti e l’efficacia dei messaggi pubblicitari. Ma, nell’era di «big data», il software che interpreta le espressioni del volto è destinato ad avere un impatto sempre più vasto in un numero crescente di settori: dal commercio alla difesa, dalla sicurezza negli aeroporti alla scuola, ai videogiochi. Passando, inevitabilmente, per lo spionaggio e la politica.
Software sempre più raffinato ma tutt’altro che infallibile, sempre più intrusivo e dagli effetti devastanti sulla privacy, avverte il New York Times in un’inchiesta su questa nuova tecnologia. In effetti, oltre alla crescente sofisticazione degli algoritmi che oggi leggono i movimenti di 22 punti del volto attorno a occhi, bocca e naso, analizzano i movimenti dei tessuti e i cambiamenti del colore della pelle, il futuro di questa «esplorazione dell’anima» dipenderà molto anche dalla diffusione di congegni in grado di riprendere attimo per attimo le espressioni di un volto e di trasmetterle a un computer capace di individuare le emozioni della persona che ti sta di fronte.
Un’industria dell’interpretazione elettronica dei sentimenti che probabilmente decollerà se non ci saranno rivolte a tutela della riservatezza dell’individuo e del diritto a non essere ripresi a nostra insaputa. E che strariperà quando strumenti come gli occhiali di Google diventeranno di uso comune.
Ma una svolta importante arriverà già tra un mese, a gennaio, quando Affectiva, la società più avanzata in questo campo insieme alla Emotient di San Diego, in California, comincerà a vendere agli sviluppatori di dispositivi digitali mobili il suo software di affecting computing : una sorta di algoritmo dei sentimenti estratto sapientemente da un database che raccoglie due anni e mezzo di lavoro di una serie di webcam che hanno ripreso, analizzato e classificato un miliardo e mezzo di reazioni emotive di un gran numero di volti.
Evocare incubi orwelliani è banale quanto inevitabile e i giornali americani che raccontano questa storia non si tirano certo indietro. Alcuni indagano anche sulle possibili implicazioni spionistiche e militari. Ma il protagonista più in vista di questa inquietante rivoluzione non rassomiglia né al cliché del genietto della Silicon Valley, né a quello dell’oscuro tecnologo al servizio della Nsa. Rana el-Kaliouby, fondatore e chief science office r di Affectiva, società con sede in Massachusetts, è una giovane scienziata egiziana che nel 2011 era a Tahrir Square a sostenere il movimento della primavera araba contro Mubarak: «Mi sono appassionata alle tecnologie dell’interpretazione delle espressioni anche perché ero colpita da come il rais fosse convinto di godere dell’appoggio massiccio della popolazione, nonostante immagini di manifestazioni oceaniche che dicevano tutt’altro» ha raccontato tempo fa la computer scientist musulmana che ha lavorato a lungo su questo tipo di ricerche al Media Lab del Massachusetts Institute of Technology di Boston.
Poi ha fondato l’azienda che ora mette sul mercato un software che verrà sicuramente usato nei supermercati per spiare le reazioni dei consumatori davanti a prodotti e offerte speciali, ma che interessa anche, ad esempio, ai produttori di videogiochi (sfidare a un livello superiore l’utente che sembra annoiato), Hollywood (reazione degli spettatori ai trailer dei film), o ai siti che combinano incontri sentimentali.
Ma Rana è ambiziosa: è convinta che l’algoritmo delle emozioni possa sostituire prima o poi anche i sondaggi d’opinione. L’idea di una democrazia basata anche su algoritmi che pretendono di leggere i sentimenti fa venire i brividi. Ma, in fondo, è la strada sulla quale ci siamo già incamminati poco più di un anno fa quando New Scientist sperimentò la nuova tecnologia su un campione di spettatori dell’ultimo dibattito Obama-Romney della campagna per le presidenziali. Ricordate il grafico degli umori della gente che scorreva in basso sullo schermo mentre in tv andava avanti il botta e risposta tra i due candidati? Alla Cnn erano entusiasti, ascolti alle stelle. Abbasso la noia, viva le novità. A qualunque costo.