Enrico Marro, Corriere della Sera 2/12/2013, 2 dicembre 2013
«COLPISCE IL SILENZIO DEI SINDACATI»
ROMA — «Mi colpisce e mi sorprende che il sindacato nazionale non abbia ancora preso posizione su una tragedia come quella di Prato, dove finora sono morti sette lavoratori». Valeria Fedeli (Pd), vicepresidente del Senato, per molti anni alla guida dei tessili della Cgil e del sindacato europeo di categoria spera che Cgil, Cisl e Uil battano presto un colpo, «perché non è vero che il sindacato non ha fatto nulla per i lavoratori cinesi».
A vedere quello che è successo non si direbbe.
«Qualche anno fa, come tessili della Cgil promuovemmo un confronto a Prato che si concluse con un’intesa che doveva vedere la collaborazione tra istituzioni locali, forze dell’ordine, sindacati e associazioni imprenditoriali per contrastare i capannoni illegali e favorire l’emersione».
Evidentemente non ha funzionato.
«Quello che è successo testimonia che si è abbassata la guardia sul fronte dei controlli. Se si fa un monitoraggio serio, a partire per esempio dai consumi elettrici, si scoprono facilmente le attività clandestine, le fabbriche lager con i lavoratori schiavi che dormono nei capannoni».
Forse anche il sindacato ha abbassato la guardia.
«È difficile entrare in queste realtà perché sono illegali, è come non esistessero e ci troviamo davanti, in questi casi, a una comunità chiusa. Ma bisogna insistere».
Come?
«Partendo da un monitoraggio costante del territorio per chiudere le fabbriche illegali e occuparsi dei lavoratori e delle loro famiglie. E c’è bisogno di un accordo anche con la comunità cinese, coinvolgendo gli imprenditori corretti che ci sono».