Massimo Vanni, La Repubblica 2/12/2013, 2 dicembre 2013
EDOARDO NESI: “UN MIRACOLO CHE NON SIA SUCCESSO PRIMA, CONFISCHIAMO TUTTO A CHI LAVORA NELL’ILLEGALITÀ”
FIRENZE – "È un grande dolore ma è un miracolo che non sia successo prima". Dice così lo scrittore e deputato pratese Edoardo Nesi. Perché le imprese cinesi a Prato sono 4mila. Nell’80% dei casi, irregolari per condizioni igieniche e di lavoro. "Per questo serve una legge più dura", sostiene l’autore di "Storie della mia gente" che ha da poco lasciato Scelta Civica. Ma che per 15 anni, prima di vendere tutto nel 2004, ha diretto l’azienda tessile di famiglia.
Onorevole Nesi, per quanto ancora si può tollerare l’assenza di ogni regola nei capannoni cinesi di Prato?
"Non è più possibile, va trovato un modo per imporre la legge. E non si può neppure dare la colpa al Comune, se c’è una cosa che in questi ultimi anni è stata fatta sono i controlli".
Che però non arrivano al 10% del totale.
"Quattromila aziende. Sono misure e cifre fuori da ogni possibilità di gestione. Chi governa l’Italia deve farsi carico di una situazione straordinaria, una di quelle situazioni chele leggi ordinarie non riescono a gestire".
E le autorità cinesi non pensa che andrebbero coinvolte?
"Ci ho parlato anche io, ma ho l’impressione che non serva a niente. È sbagliato pensare che l’ambasciata cinese a Roma e il consolato a Firenze possano influire su quella parte malata di imprenditori cinesi fuori da ogni regola".
E come se ne esce?
"Va fatto qualcosa di drastico ed emergenziale, la città non è più in grado di tollerare tutto questo".
Eppure gli stessi pratesi affittano i capannoni ai cinesi.
"Questa è una parte del problema. Ma è una lunga storia: si deve capire com’è stato possibile un sistema illegale del genere, è stato l’effetto dall’enorme numero di capannoni lasciati liberi dalle piccole e medie aziende pratesi fallite".
Resta il rebus dei controlli: si sequestrano i capannoni ma i cinesi dissequestrano le macchine e riaprono poco più in là.
"È questo che succede. I controlli fanno emergere il reato e bloccano le singole aziende ma non il sistema. Ci vorrebbe una legge più dura, anche se mi rendo conto che è complicato immaginare una legge per Prato".
Che legge vorrebbe?
"Non una legge per i cinesi, è evidente. Una legge però che consenta di confiscare tutto, capace di bloccare il sistema".