Deborah Ameri, Il Messaggero 30/11/2013, 30 novembre 2013
ZAHA HADID L’ARCHISTAR NELLA BUFERA
IL CASO
LONDRA
Ama le flessuosità vertiginose e le forme longitudinali. I suoi lavori vengono definiti futuristici ed evocano il caos della vita moderna. Zaha Hadid è la regina delle curve. Uno degli architetti più celebri al mondo, lassù nell’olimpo con Renzo Piano, Norman Foster, Frank Gehry. L’unica donna a vincere il Pritzker (il Nobel dell’architettura), nonché due Stirling Prize (per il Maxxi e per una scuola londinese). Ma il suo stile avveniristico e spaziale le ha procurato più di un guaio, qualche imbarazzo e parecchie critiche. Le ultime arrivano dal Giappone, dove l’archistar 63enne ha disegnato lo stadio olimpico per Tokyo 2020. A guardarlo dall’alto sembra un casco da bicicletta particolarmente aerodinamico. Solo adesso il comitato olimpico ha realizzato che il progetto è troppo grande e troppo costoso e così verrà ridotto di un quarto.
LA POLEMICA
Agli architetti giapponesi le idee della collega superstar non sono andate giù fin dall’inizio. Hanno definito il progetto insensibile, quasi un insulto al paesaggio architettonico circostante. Lo stadio è alto 70 metri, mentre intorno ci sono solo edifici bassi, e inoltre è molto vicino al santuario Meiji, attorno al quale vige un limite di 15 metri di altezza per ogni costruzione.
Insomma, la signora Hadid vuole sfidare persino le divinità? I nipponici pensano di sì e un gruppo di cento architetti, guidati da Fumihiko Maki, 85 anni, vincitore del Pritzker, ha firmato una petizione per fermare la costruzione dello stadio che è da due a tre volte più spazioso di quelli di Londra e Atene e verrà a costare tre volte tanto: oltre due miliardi di euro.
Alla fine il comitato olimpico è stato costretto a cedere e ha annunciato la diminuzione di un quarto dell’edificio. Il budget sarà comunque più alto del 40% rispetto alle richieste del governo. Stessa cosa era successa anche a Londra, dove l’archistar britannica, di origini irachene, ha progettato l’Aquatics centre per le Olimpiadi. Secondo il piano iniziale l’edificio doveva espandersi con le sue ali attraverso tutto il parco olimpico. Ma il costo era lievitato troppo e alla fine l’edificio è stato dimezzato.
IL MAXXI
Anche per il Maxxi di Roma la Hadid si era presa la sua buona dose di critiche. Il progetto è stato più volte rallentato, il budget è lievitato e l’edificio ha tuttora costi di gestioni enormi.
Il Qatar invece, che non ha problemi di denaro, si lamenta per altro. Lo stadio di Al-Wakrah per il mondiale del 2022 è stato sbeffeggiato in tutto il mondo. Basta guardarne alcune immagini dall’alto. Sembra una gigantesca vagina dischiusa. Le foto e i video sono diventati virali su internet e c’è persino qualche trasmissione satirica che ha mandato i propri inviati per trovarne il punto G (come l’americano Daily Show).
Il Qatar non ha commentato, ma la stessa Hadid è stata costretta a smentire l’ispirazione genitale e sul Times ha sbuffato: «È imbarazzante che qualcuno si sia inventato questa sciocchezza. In pratica stanno dicendo che qualunque cosa con un buco è una vagina. È ridicolo».