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 2013  novembre 30 Sabato calendario

IL CAMPIONE DELLA MEMORIA CHE RICORDA 1.124 NUMERI


DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Ventotto righe e su ogni riga quaranta cifre disposte in ordine casuale. Fanno una sequenza di 1.124 numeri su due pagine. Prima riga: «7,9,1,3,0,4...». La seconda riga: «6,2,5,9,0,8...». La terza: «5,3,8,0,6,1...». Una dietro l’altra. Non ci sono nessi logici. I segni si alternano a caso, come se fossero stati pescati da un’urna. La sfida, per misurare le nostre risorse mnemoniche, è studiarle, quelle sequenze, per un’ora, fotografarle nella nostra testa e, al gong, ripeterle senza la minima sbavatura, recitarle con calma. Un «rosario» infinito. Roba da marziani?
Matteo Salvo, ingegnere meccanico di 37 anni nato a Genova, ma di adozione torinese, al liceo classico per sua ammissione non era un granché. «Studiavo, ma facevo una fatica cane a ricordare tutto». Pure dopo. Tanto che, prima di prendersi la laurea, in tre anni riuscì a superare appena sette esami. «Non per cattiva volontà. Non ero in grado di immagazzinare le nozioni che mi erano richieste». Sorte condivisa da moltissimi ragazzi.
Poi, però, l’ex allievo annoiato e bloccato dalla mole di informazioni e di conoscenze che doveva apprendere scoprì i metodi per superare l’impasse. E la sua memoria si risvegliò dal letargo. «Non è una dote naturale. È una dote che si costruisce e si perfeziona». Trucchi? «Nessun trucco. La tecnica si acquisisce. Se ci mettiamo qui, con calma, in tre giorni pure lei è in grado di ripetere una lunga sequenza di numeri». Non 1.124. Un consiglio? «In generale, è utile associare immagini che rievochino una storia, per ogni immagine un soggetto. Costruire una sorta di percorso e di storia attraverso i numeri o le altre cose da ricordare».
Adesso, Matteo Salvo guida il drappello di tre italiani (lui, Mara Bresciani e Simone Rosati) che per due giorni a Croydon, porte di Londra, con altri 102 «ironman e ironwoman della mente», cinesi e americani, tedeschi e russi, turchi e francesi, si contendono lo scettro di moderni Pico della Mirandola. Sono gli eredi del filosofo modenese che declamava, secondo tradizione, la Divina Commedia dall’inizio alla sua conclusione e anche al contrario partendo dall’ultimo verso. Ma non solo di Pico della Mirandola. Coltivarono la virtù di stampare nel cervello le immagini e di rievocarle nell’ordine corretto anche Platone, Aristotele e Cicerone.
La memoria è un tesoro che ci accompagna dalla nascita. Ci serve per studiare, per lavorare. E per giocare. Matteo Salvo ha cominciato per necessità e ha frequentato i corsi di Tony Buzan, lo psicologo delle mappe mentali. Ora è la sua professione (ma tutto ciò che è estremo gli piace, al suo attivo ha la massacrante Tor des Géants, 330 chilometri a piedi, su e giù per cinque vette da 4 mila metri in Valle d’Aosta): fra gli allievi ha la numero uno in Italia (Mara Bresciani) e il dodicenne Andrea Latorre che ha vinto «Superbrain» su Rai Uno.
A Croydon Matteo Salvo e i suoi due compagni italiani se la devono vedere con un tedesco, Joannes Mallow, che pare essere un mostro visto che se gli snoccioli un numero ogni secondo e ripeti per 400 volte (con numeri diversi ovviamente), lui ascolta e ti ripete la sequenza. La «spoken numbers » è una delle dieci prove del mondiale. C’è la maratona dei numeri ovvero quelle righe da fissare per un’ora e ripetere senza intervalli. C’è la «mezza maratona» concentrata in quindici minuti. C’è la maratona coi numeri binari. «100011101111...». Venticinque righe per foglio, ogni riga trenta numeri binari e trenta minuti di tempo. Matteo Salvo ne recita 1.512. C’è la prova con le carte. Hai i mazzi, memorizzi la successione delle carte e via. Un mazzo in novanta secondi. Questi Pico della Mirandola memorizzano in un’ora la successione delle carte contenute in 50 mazzi.
Stupefacente. O no? Ci sono ancora la prova con le date storiche, coi volti, con le forme. E altre. Come la memorizzazione in 5 minuti di un numero con 240 cifre. «No non siamo marziani», sorride Matteo Salvo che proverà fra 15 giorni il record di memorizzazione in apnea. No, non si nasce marziani. Forse, lo si può diventare.

LA «MEZZA MARATONA» –

Nella foto in alto una delle prove da superare ai campionati mondiali della memoria. Ci sono 25 righe e su ogni riga 40 cifre disposte in ordine casuale. Fanno una sequenza di 1000 numeri per pagina. la sfida è memorizzare la sequenza in 15 minuti: questa è la «mezza maratona», una delle dieci prove da superare per aggiudicarsi il titolo mondiale. Un’altra gara prevede la maratone dei numeri (vale a dire 28 righe da 40 cifre da fissare per un’ora e da ripetere senza intervalli).

LE ALTRE PROVE –

La maratona coi numeri binari («100011101111...») prevede 25 righe per foglio, ogni riga 30 numeri binari e 30 minuti di tempo. C’è la prova con le carte: hai i mazzi, memorizzi la successione delle carte e via; un mazzo in 90 secondi. Questi campioni memorizzano in un’ora la successione delle carte contenute in 50 mazzi. Ci sono ancora la prova con le date storiche, con i volti e con le forme. E altre. Come la memorizzazione in 5 minuti di un numero con 240 cifre.