Lucilla Incorvati, Il Sole 24 Ore - Plus 30/11/2013, 30 novembre 2013
IN LINGOTTI O FINANZIARIO MA CON UN «PESO» LIMITATO
Bene rifugio per antonomasia, l’oro è una classe di investimento particolarmente interessante nelle situazioni di shock improvvisi o di crisi finanziarie. Spesso consente di proteggersi dall’inflazione, il più delle volte generato da una crescita eccessiva dei prezzi. «Attualmente in uno scenario economico in miglioramento – spiega Domenico Paolini, responsabile finanza di Banca Galileo – di tassi bassi e dove non si vede un’impennata inflattiva, per un profilo di rischio medio suggerisco un’allocazione in oro tra il 5 e il 10%. Si sfrutta l’attuale debolezza per accumulare e diversificare efficientemente». Chi voglia giocarsi questa possibilità può ricorrere agli Etc (Exchange Traded Commodities), strumenti finanziari, quotati in Borsa, cugini stretti degli Etf, emessi a fronte dell’investimento diretto in materie prime fisiche o in contratti derivati. Sono veri cloni perché replicano passivamente la performance della materia prima e il loro prezzo è legato direttamente o indirettamente all’andamento del sottostante. Una modalità che però negli ultimi tempi piace meno agli investitori (il deflusso di oro a settembre 2013 era di 256 tonnellate rispetto al settembre 2012). Al contrario è in crescita l’acquisto di oro fisico, liberalizzato in Italia nel 2000 ma che ha preso piede dal 2008.
«Un lingotto va da 5 grammi a salire e costa circa 29.800 euro al chilo – spiega Francesco Bernardini di Banca Etruria, istituto leader anche attraverso le 18 banche distributrici –. Il cliente non ha alcun vincolo temporale: lo può lasciare in custodia, non ha rischio di controparte e può in qualsiasi momento ritirarlo o venderlo alla banca». Parliamo di oro da investimento a 24 carati, quello che ha 999,9 parti di oro puro su 1.000, rispetto a quello per oreficeria, a 18 carati, che ha 750 parti su 1.000». Per l’investitore è come avere un deposito in oro, un titolo al portatore vero e proprio. Ogni sei mesi riceve un rendiconto che in base al prezzo di mercato attesa a quanto ammonta il suo investimento. «Un altro elemento da considerare è la fiscalità – aggiunge Bernardini –: in alternativa al regime fiscale dichiarativo (il cliente attesta l’eventuale plusvalenza) se si opta per la formula "Deposito oro vero" è la banca che svolge il ruolo di sostituto d’imposta, una modalità che consente di fare compensazioni con altre asset class». Quando la banca si preoccupa della custodia, quindi è incluso anche il costo dell’assicurazione sui furti, il costo varia in base al controvalore dell’oro (0,5% per un kg di oro; per un investimento di 30mila euro il costo è di circa 150 euro annui).
Chi voglia sottoscrivere un piano di accumulo in oro fisico (Programmo) può rivolgersi al Banco Metalli Preziosi da Investimento (Bmpi), operatore professionale iscritto nell’apposito elenco tenuto da Banca d’Italia, che oltre all’investimento classico in lingotti, propone questa formula unica. Si acquista oro un po’ alla volta, iniziando con un investimento minimo e versando somme adatte alle proprie capacità di risparmio (da circa 100 euro) che corrispondo a Uda (Unità di accumulo) trasformati in lingotti certificati al raggiungimento di quantità di oro predefinite (rispettivamente da un’oncia, 50 grammi e 100 grammi). Una volta raggiunto il lingotto viene consegnato al cliente o lasciato in custodia in banca fino a cinque anni. Sul sito www.bmpi.it il cliente può verificare i costi di acquisto, custodia e spedizione che variano in base al prezzo dell’oro.
Un’alternativa all’oro fisico è quello finanziario, meglio noto come cartaceo. Costa meno, non si deve assicurare ed è tutelato dal Fondo interbancario fino a 100mila euro. È come un conto corrente in valuta (lo propone in esclusiva Banca Etruria ai privati e Popolare di Vicenza alle aziende) in cui l’oro non si ritira mai ma può essere rivenduto o negoziato in qualsiasi momento al prezzo di mercato. Anche in questo caso si può optare per la formula Pac (da 100 euro) con durate flessibili e a carico del cliente c’è solo il bollo minimo di 34,2 euro annui.