Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 30 Sabato calendario

CHI CI HA FREGATO «COLPA ANCHE DI NOI SINDACI IN TROPPI HANNO FATTO I FURBI»


Quando Matteo Renzi «rottamava» lui, da ingegnere elettronico, preferiva «formattare ». Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia e vice presidente dell’Anci nazionale, si definisce un «riformista» degli amministratori, uno che «non ha paura di andare controcorrente» e che ai colleghi sindaci spiega: «io non sono il vostro sindacalista. Qui o si inizia a fare i seri o finisce che salta tutto». L’ultima sua crociata va proprio contro i sindaci furbetti, quelli che nel giro di una notte hanno alzato l’Imu per «fregare» lo Stato e adesso si trovano a presentare il conto ai propri cittadini. L’ha lanciata via twitter subito dopo le decisioni del governo, scrivendo: «Anche noi Comuni dobbiamo essere seri e schietti. Alcuni aumenti last minute sull’Imu prima Casa al massimo dell’aliquota sono delle furbate!». Per questo l’abbiamo raggiunto al telefono.
Sindaco il suo tweet è molto duro con i suoi colleghi. Ad esempio col sindaco di Milano Pisapia che per incassare di più dallo Stato ha alzato l’aliquota Imu dal 4 al 6 per mille.
«Non parlo di casi particolari. Dico solo che negli ultimi tempi ho visto le cifre dovute per l’Imu dallo Stato ai Comuni crescere di giorno in giorno. Questo dei sindaci è stato un errore che mina la credibilità dei Comuni, che è il bene più prezioso che abbiamo. Poi il caso particolare ci può stare, ma se diventa la regola non va bene. Negli ultimi 15 giorni i sindaci che hanno aumentato l’aliquota sono stati un numero impressionante. Non va bene».
Anche il governo però con voi Comuni non si è comportato molto bene. Come fanno gli amministratori a programmare avendo le regole a novembre?
«Il governo è il primo responsabile di questo caos. Un Comune non può avere certezze a novembre su come impostare il bilancio di previsione dell’anno in corso. È ridicolo. Se poi provi a fare il tuo lavoro finiscia anche penalizzato».
Come?
«Noi a Pavia non solo abbiamo diminuito l’Imu, ma abbiamo anche deciso di approvare il bilancio a marzo. Sarebbe giusto riconoscere ai Comuni virtuosi i giusti meriti, invece ora rischiamo pure di dover restituire dei soldi allo Stato. Ma noi, non solo a Pavia, ma come Anci, su questo siamo pronti a fare le barricate».
A fronte delle decisioni del governo, rispetto all’anno in corso, quali sono le prospettive per il 2014?
«Anzi, sono anche peggiori. Basti pensare all’ultima presa in giro del governo che ha deciso di cambiare l’Imu con la nuova tassa, la Iuc. Ho fatto un giochino e ho provato a confrontare i due nomi per esteso. Il primo sta per “imposta municipale unica” quella nuova è “imposta unica comunale”. Ci hanno messo nove mesi per passare da “municipale” a “comunale”. E intanto nella finanziaria non c’è un minimo di taglio alla spesa pubblica. Se non è una presa in giro questa...».
Sindaco, provando a guardare nel campo opposto al suo, pare certo che il prossimo segretario del Pd sarà Matteo Renzi, che fa il sindaco di Firenze e dovrebbe conoscere i problemi dell’Imu e del taglio della spesa. Secondo lei si potranno fare passi avanti su questo fronte?
«Lo spero e lo credo. Ma devo spendere una parola buona anche per il ministro Graziano Del Rio, l’unico che in consiglio dei ministri si batte per i Comuni, lui che dell’Anci è stato presidente fino a pochi mesi fa, sa in quali difficoltà dobbiamo nuotare. Questo però dimostra che il problema è un altro... ».
Quale?
«È ora che i ministeri finanziari tornino nelle mani della politica. Basta tecnici (compresso Tremonti che per formazione era più un tecnico che un politico), non hanno la sensibilità giusta per capire e coniugare i problemi politici con quelli del bilancio. Negli ultimi anni loro hanno avuto in mano i conti e guardate dove siamo finiti».