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 2013  novembre 30 Sabato calendario

“IO, MAESTRA IN UN CORPO DA UOMO, COSÌ RACCONTO AI BAMBINI PERCHÉ VOGLIO CAMBIARE SESSO”


LIVORNO - Per i bambini non si chiama né Fabio né Greta. Per loro, a scuola, è solo "la maestra". Amatissima. Coccolona, avvolgente, con gli occhi azzurri che sorridono sempre, la voce calda e bassa da cantante rock e in borsetta le foto della sua casa affacciata sul mare di Antignano.

La sua casa è piena zeppa di bambole di pezza, peluche, piccoli oggetti colorati, una collezione di tamburelli siciliani e sulle pareti decine di disegni regalati dagli alunni. Mentre racconta con quanta difficoltà cerchi di uscire dal corpo maschile che la imprigiona da 47 anni, Greta tiene in braccio la cagnetta Sara, quattro chili di tenerezza come dice lei, "una donnina tutta pepe che sembra Sandra Mondaini a quattro zampe, il mio unico vero amore".

In che momento Fabio ha deciso di diventare Greta?
"Il coraggio di iniziare la terapia ormonale l’ho trovato solo due anni fa, ora finalmente il giudice mi ha dato il via libera per cambiare sesso. Ho già preso appuntamento col chirurgo di Pisa. Mi fa tanta paura l’idea dell’intervento, so che sarà molto doloroso e che mi aspetta una lunga riabilitazione. Però davvero per me sarà una liberazione dire addio a questo organo maschile che mi è sempre e solo servito per fare pipì. Non avrò motivi per rimpiangerlo".

Per tre volte Fabio è stato campione italiano di pattinaggio artistico, per anni ha fatto l’allenatore, fino al 2011 era vestito da uomo. Quando è nata Greta?
"Greta c’era fin dall’inizio, io non mi sono mai sentita gay ma semplicemente una donna nata nel corpo sbagliato. I trans mi facevano addirittura paura. Fino a quando pattinavo ed avevo successo il mio disagio non prendeva il sopravvento: soffrivo, piangevo, mi innamoravo di uomini a cui non passava neppure per l’anticamera del cervello di ricambiarmi. Poi sono crollata, non ero mai contenta di nulla, mi sentivo un rifiuto umano. Mai sono stata attratta da una donna, anche se come uomo ero belloccio e qualcuna mi corteggiava. A sedici anni sembravo il sosia di David Bowie e mi vestivo stravagante come lui. Adoro le donne, sia chiaro, il mio ideale di bellezza sono Valeria Marini e la D’Urso, magari trovassi un chirurgo che mi fa diventare una bambolona. Ma neppure a loro potrei dare un bacio".

I bambini si accorgono della sua particolarità?
"Deh, figuriamoci, quelli vedono ogni cosa. E poi io faccio tante supplenze brevi qui a Livorno e quindi è capitato che nella stessa classe sia stata un anno il maestro e l’anno dopo la maestra. I bimbi mi fanno un sacco di domande, "hai il seno?" mi dicono oppure "ma te sei un uomo o una donna?", così, diretti, senza peli sulla lingua. E io rispondo, spiego quello che posso per la loro età, insegno che le persone diverse come me non vanno prese in giro. Con i genitori per fortuna non ho mai avuto problemi, magari sparlano dietro le spalle ma con la preside non protestano".

Si aspettava di trovare meno comprensione?
"Qualche momento di tensione c’è stato con una dirigente scolastica che mi chiedeva lo scorso anno di vestirmi da uomo, anche se ormai mi ero fatta l’operazione al seno e al naso e per la strada mi chiamavano signora, cosa che mi fa un gran piacere tra l’altro. Credo che tutto dipenda dai bambini, se loro tornano a casa contenti non ci sono ragioni per piantare grane, no?".

Elena, ex maestra e nonna di un alunno, sostiene che lei sia un’insegnante straordinaria "capace di conquistare cuore e cervello".
"Non lo so se sia proprio così, a volte penso di non essere mai cresciuta neppure io, faccio molte battute, i bimbi ridono e poi quando c’è bisogno di essere seri stanno attenti. Li chiamo con un mare di nomignoli inventati, sembro la Littizzetto con Fazio, li tormento a fin di bene, capito? Mi piace tanto stare con i bambini, loro mi hanno aiutato a superare le mie paturnie".

Cosa le manca di più nella sua vita di oggi?
"L’amore ovviamente, non ne ho mai avuto uno ricambiato. Mi piacciono i calciatori, quelli un po’ maschiacci e con le gambe storte alla Gattuso, per me uno degli uomini più belli del mondo è l’ex giocatore del Livorno Marco Amelia. Ora che grazie agli ormoni sono più femminile cominciò ad acquistare un po’ di sicurezza, prima non mi mettevo neppure in pista, adesso sento di poter gareggiare. Anche se a questa età posso competere al massimo con Tina Pica, ma insomma...".

Come le piace vestirsi?
"Da signora, elegante. Adoro mettere in mostra il seno, anche a costo di rischiare la broncopolmonite con questo freddo. La mattina quando sbrigo le faccende sono Cenerentola ma quando esco di casa mi trasformo in Esmeralda. E se vedo un uomo che mi guarda, beh, mi sento gratificata".

Luxuria è una sua amica, le dà anche qualche consiglio?
"Di difendermi sempre e io lo faccio. Anche sul bus quando vedo qualche ragazzina che ridacchia mi avvicino e le dico: "Ma te ti sei vista? Sei più brutta di me". Zitta non ci sto davvero".

Un desiderio.
"Morire come avrei voluto nascere: donna. Sulla mia tomba ci dovrà essere scritto Greta Franchini".