Nicola Lombardozzi, La Repubblica 30/11/2013, 30 novembre 2013
BIMBI RUSSI IN ADOZIONE SOLO ALL’ITALIA PERCHÉ NON AUTORIZZA I MATRIMONI GAY
MOSCA - Da un punto di vista pratico questa è certamente una buona notizia per migliaia di coppie italiane: «Da ora in poi l’adozione di bambini russi da parte di cittadini stranieri sarà consentita solo agli italiani». Significa che tutti i nostri connazionali che hanno iniziato, o che vogliono intraprendere, la complessa pratica di adozione, si sono sbarazzati della "concorrenza" di altri Paesi, in particolare di Spagna, Francia e Gran Bretagna. Ma nell’annuncio, fatto ieri da Pavel Astakhov, difensore civico per l’infanzia del Cremlino, si nasconde una spiegazione non del tutto nobile: «L’Italia infatti è l’unico Paese che ha con la Russia una regolare convenzione in materia». E sapete perché? Perché l’Italia non contempla la possibilità di matrimoni gay. L’idea che i bambini russi possano finire «nel caose nell’assenza di valori di una coppia gay» (parole di Putin in persona) ha fatto bloccare ogni trattato con gli altri Paesi europei.
Le coppie italiane se ne avvantaggeranno, di molto. La media delle adozioni, che finoraè di oltre 700 bambini russi all’anno, dovrebbe impennarsi nei prossimi mesi. Anche grazie alla eliminazione di un altro pericoloso concorrente: gli Stati Uniti, che adottavano oltre mille bambini ogni anno, e che sono stati banditi l’anno scorso nell’ambito del pesante scambio di sanzioni reciproche dovuto alla tensione diplomatica sempre più alta tra Mosca e Washington.
La parte triste e angosciante della notizia sta invece nei fatiscenti e poco finanziati orfanotrofi di Stato sparsi per la Russia dove vivono in eterna attesa di una famiglia che si occupi di loro circa 150mila bambini abbandonati. Il provvedimento di ieri si aggiunge a una serie di restrizioni, che l’opposizione chiama significativamente "leggi di Erode", che restringe le loro possibilità di fuga e uccide sogni e speranze. Il numero record di orfani di Stato è dovuto soprattutto a una legge, nata ai tempi dell’Urss, che consente a una madre o a una coppia di consegnare il figlio alle istituzioni pubbliche senza dover dare neanche una spiegazione. L’idea era quella di limitare gli aborti e di evitare che bambini non desiderati vivessero da infelici in una famiglia che non li voleva. Il risultato è disastroso.
Gli orfanotrofi esplodono e tirano avanti con mezzi insufficienti. L’adozione internazionale, ora ridotta all’Italia, è l’unica possibilità di salvezza.
Fallimentari si sono infatti rivelate le campagne di Stato per convincere i russi ad adottare i propri bimbi: lo fa appena l’uno per cento delle famiglie. Lo Stato ne è consapevole e insiste nell’appellarsi al buon cuore dei russi. Intanto, per l’ossessione omofobica che ha preso il Cremlino da un paio d’anni a questa parte, chiude ancora altre porte alla speranza.