Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 30 Sabato calendario

“MI HA TRADITO ANCHE LUI COME ALFANO”


ROMA — La rabbia di un giorno intero si sfoga e alla fine sbollisce a cena. Silvio Berlusconi apre a sorpresa la porta di Villa San Martino ad Adriano Galliani poco dopo le 20, per chiudere lì, in meno di 24 ore, una faccenda che era sfuggita di mano. Trasformandosi in un boomerang devastante per l’immagine già segnata del Cavaliere in questi giorni di passione. «Alla fine mi ha tradito, mi ha voltato le spalle anche lui nel momento di maggiore debolezza, lui come quegli altri», è la confessione amara del “presidente” a chi lo ha sentito ieri ad Arcore. Galliani come Alfano, come Schifani, come quelli che hanno conquistato ormai nel fortino la patente di “traditori”, Perché lo strappo con annesso addio dell’amministratore delegato lacera soprattutto un’amicizia che i due avevano cucito per 34 lunghi anni. C’è «Adriano» al fianco del rampante imprenditore televisivo che negli anni Settanta scala i tetti per piazzare le antenne di Tele Milano al posto delle reti avversarie. Compare sempre lui nell’ormai storica foto del 1995 che ritrae il capo nella sua tenuta delle Bermuda, insieme con Fedele Confalonieri e Gianni Letta. Ecco perché nonostante i dissapori ultimi, il Cavaliere ieri è stato fulminato al mattino dall’intervista-vendetta dell’ad. Lo ha fatto chiamare, i toni assai poco amichevoli, poi l’impegno a vedersi in serata. Berlusconi sta dalla parte della figlia Barbara. «È sanguigna, forse ha esagerato nei toni» ha sempre detto in questi giorni. Dopo di che, ne ha sposato appieno la strategia aziendale, la stessa che
ha deciso di imporre a Forza Italia: rinnovamento, svecchiamento, riduzione dei costi. Nel pranzo di sabato 9 novembre con lo stesso Galliani e Confalonieri, il patron aveva messo in chiaro le cose, prospettando al vecchio amico un approdo sicuro in politica per lasciare la poltrona alla figlia. Negli ultimi giorni si era parlato dell’ad come di un possibile dirigente della nuova Forza Italia, magari nel futuro comitato dei trenta. Oggi è saltato il tavolo e addio. E un tavolo di trattativa finanziaria era stato imbastito, curato dal fedelissimo Bruno Ermolli. Sono voci che non troveranno mai conferma quelle che legano l’accaduto a un mancato accordo, i 10 milioni offerti da Berlusconi come liquidazione, i 50 pretesi da Galliani. Fino alla cena notturna di ieri, in cui un punto di incontro forse è stato raggiunto. Giorgio Stracquadanio, ex deputato ora braccio destro di Barbara, racconta all’Huffington che «da almeno due anni Berlusconi voleva liberarsi dell’allenatore e Galliani lo aveva costretto due volte a confermarlo. Era solo la punta dell’iceberg».