Ettore Livini, La Repubblica 30/11/2013, 30 novembre 2013
L’OPA SUL BISCIONE DELLA FIGLIA RIBELLE
MILANO - Non solo Milan. La spallata della rottamatrice di Arcore (al secolo Barbara Berlusconi) ad Adriano Galliani riapre all’improvviso - in un momento già non facile per il Cavaliere - il delicatissimo risiko degli equilibri al vertice della Fininvest. L’ex premier, dice chi ha raccolto le sue confidenze nei giorni scorsi, era convinto di aver trovato la quadra nelle bozze di accordo per la separazione da Veronica Lario. Una pila di documenti in cui si sarebbe impegnato - nero su bianco - a garantire la par condicio tra i cinque figli nella spartizione dell’impero di casa.
Aveva fatto i conti senza l’oste, leggi la vulcanica Barbara. Lei, confinata al ruolo di praticante alla corte rossonera di Galliani («alla mia età Marina era già vicepresidente di Fininvest e Piersilvio numero due di Mediaset», direbbe spesso) non ha retto più. E tenendo fede alla meritata fama di Gian Burrasca di famiglia, ha lanciato da Milanello la sua Opa- non si sa ancora se ostileo meno - sul Biscione.
A Villa San Martino si respira un’aria di deja vu. La primogenita di secondo letto dell’ex premier non l’ha mai mandata a dire e da anni è l’incubo degli scafatissimi comunicatori della corte di Silvio. Ha attaccato la scelta di Piersilvioe Marina di non vendere le tv a Murdoch, ha confessato a "Vanity Fair" di puntare alla poltrona di vertice di Mondadori («mio papà lo sa...») dove - particolare non proprio secondario - siede da dieci anni la sorella maggiore. Intemperanze giovanili, speravano ad Arcore, come le uscite non proprio ortodosse («il confine tra vita pubblica e privata per un politico non esiste») sul Bunga-Bunga. Si sbagliavano. Barbara fa sul serio.
Lavora - dicono in molti - con il tacito assenso di Eleonora e Luigi, gli altri figli di Lario.E la scomposta giubilazione di Galliani, una delle stelle del cerchio magico del Cavaliere, suona come un messaggio diretto al padre: «Voglio più spazio nell’organigramma del Biscione». Con le buone, se possibile. Altrimenti - come ha dimostrato a Milanello - lei è perfettamente in grado di prendersi quello che le spetta da sola.
Gli uomini più vicini a Marina, in queste ore, tendono a gettare acqua sul fuoco. Ok - dicono - il metodo non è stato proprio il massimo. E il terremoto in casa rossonera, rinfacciano a Barbara, è l’ultima cosa di cui aveva bisogno papà, alle prese con i suoi tanti guai romani. In fondo sia la primogenita che Piersilvio hanno lavorato per anni al fianco di Fedele Confalonieri e Maurizio Costa senza lamentarsi. E quando si è trattato di chiedere loro un passo indietro, il passaggio di poteri è stato gestito in modo meno traumatico del trattamento riservato al povero Galliani. Ma tant’è, aggiungono, almeno si è fatta chiarezza. «Marina ha Mondadori, Piersilvio Mediaset, lei il Milan mentre Luigi si sta facendo le ossa in Mediolanum ed Eleonora punta ad altre strade professionali». Tutti contenti dunque? Mica tanto. A intorbidire le acque in queste ore (e forse a giustificare l’irruenza di Barbara) c’è la partita sotterranea per la successione al vertice di Forza Italia. Marina, a parole, si è tirata indietro: «Il mio posto è in azienda», ha ribadito più volte. Sarà. Di sicuro - l’ultima volta è successo con le dichiarazioni dopo il voto in Senato sulla decadenza - si muove da tempo con piglio e toni da leader in pectore del partito, come auspicano i falchi del centrodestra. Il suo trasloco a Roma libererebbe molte poltrone di peso ai piani alti del Biscione, tra cui - guarda guarda - quella in Mondadori. E la sorella, facendo la voce grossa a Milanello, avrebbe fatto capire di essere pronta a sostituirla, al limite anche sulla poltrona di presidente Fininvest.
Il tam-tam della fantapolitica capitolina avvalora però un’altra storia. Barbara, dicono, ha alzato la cortina fumogena del Milan per nascondere un obiettivo più ambizioso: trasformarsi da rottamatrice di Arcore a rottamatrice del centrodestra, una sorta di Renzi di Forza Italia. Qualche assaggio del programma l’ha già dato: «Nel partito di mio padre ci sono tante persone che hanno finto di sposare le sue idee ma in realtà agivano per interesse personale: poltrone e potere. La loro palese inadeguatezza si manifesta in una totale assenza di idee e contenuti». Ci penserà lei a colmare questo vuoto? Ad Arcore tremano in attesa delle prossime mosse del ciclone Barbara. Ma anche a Roma, area Palazzo Grazioli e dintorni, c’è tanta gente che non dorme sonni tranquilli.