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 2013  novembre 30 Sabato calendario

PUTIN: BIMBI RUSSI SOLO AGLI ITALIANI


Solo gli italiani ormai possono adottare gli orfani russi. Parola di Pavel Astakhov, l’incaricato del Cremlino per i diritti dell’infanzia, che ieri ha dichiarato che soltanto i cittadini del nostro Paese possono ancora avere il diritto, secondo la legge di Mosca, ad accogliere nelle loro famiglie i bambini russi: «Non riconosce i matrimoni omosessuali, ed è l’unico Stato ad avere con noi un accordo bilaterale sull’adozione, e a rispettarlo».
L’altro Paese con il quale è pronto un accordo è la Francia, ma non è stato ratificato e le prospettive della sua entrata in vigore non sono chiare in quanto nel frattempo Parigi ha permesso i matrimoni gay, mentre la Russia, con un voto della Duma nel giugno scorso, ha vietato l’adozione dei piccoli russi in Paesi dove potrebbero venire affidati a coppie omosessuali. «Con l’Italia invece non c’è bisogno di rivedere l’accordo», ha commentato Astakhov.
Italiani brava gente, e quello che agli occhi di molti è segno di arretratezza, agli occhi dei russi è una virtù. La virata moralizzatrice e conservatrice della Russia al terzo mandato di Putin, dove ormai si parla di introdurre l’ortodossia come religione di Stato e una legge proibisce la «propaganda gay» con la scusa di tutelare i minori, salva solo l’Italia. I media russi hanno commentato positivamente l’incontro di Putin con il Papa Francesco al Vaticano, enfatizzando la difesa dei valori tradizionali che hanno in comune. A fare le spese di questa nuova politica sono gli orfani russi. Nel 2012 2600 bambini sono stati adottati da genitori stranieri, di cui 762 da italiani, al primo posto nella classifica. Al secondo c’erano gli americani, con 646 bambini, che sarebbero stati di più se un anno fa non fosse stata varata la «legge di Dima Yakovlev», il bambino morto negli Usa e servito da pretesto per bandire le adozioni Oltreoceano, dove prosperano, secondo Astakhov, «la pedofilia, la violenza, gli abusi, come da nessun’altra parte».
Che in realtà il bando sulle adozioni negli Usa fosse una ripicca per l’«atto Magnitsky» con il quale il Congresso Usa introduceva sanzioni contro i funzionari russi ritenuti responsabili della morte in carcere dell’avvocato anti-corruzione Serghei Magnitsky, non lo nascondevano tanto nemmeno a Mosca.
La nuova stretta nelle adozioni internazionali è dovuta, probabilmente, anche al fatto che 23 delle famiglie americane rimaste senza figli si sono rivolte al Tribunale dei diritti umani a Strasburgo, chiedendo notizie dei bambini. Informazioni che la parte russa si rifiuta di fornire, sostenendo che sono stati quasi tutti affidati a genitori russi.
Secondo i media locali, non è proprio così: si trattava di bimbi gravemente malati, molti dei quali non potevano essere curati in Russia, e uno di loro, affetto da una grave patologia cardiaca, sarebbe morto, mentre gli altri attendono ancora un’adozione. Che probabilmente non arriverà mai: nonostante Astakhov vanti un’impennata di adozioni nazionali, più di 6 mila nel 2012, i russi normalmente non vogliono bambini malati o ritardati e non prendono quasi mai quelli sopra i 4-5 anni, quando fingere che siano figli naturali diventa impossibile.
L’unica speranza di questi bimbi, a questo punto, restano gli italiani. Per poco: Astakhov proclama come obiettivo la chiusura totale delle adozioni internazionali, in nome dell’orgoglio russo e per evitare che i piccoli russi corrano il rischio di finire nell’Occidente depravato dove l’omosessualità non è considerata una vergogna da nascondere (in attesa che torni a essere un reato, visto che più della metà dei russi è favorevole a rimettere i gay in carcere come ai tempi sovietici). In Siberia a Kemerovo hanno appena bandito tutte le adozioni estere, ed è probabile che l’iniziativa si diffonda presto ad altre regioni russe.