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 2013  novembre 30 Sabato calendario

LA CORTE DEI CONTI “INCOSTITUZIONALI I RIMBORSI AI PARTITI”


Incostituzionale: così il procuratore regionale del Lazio della Corte dei Conti, Angelo Raffaele De Dominicis, vede la legge sui rimborsi elettorali ai partiti. De Dominicis ha chiesto alla sezione giurisdizionale di impugnare davanti alla Consulta le leggi che finanziano i partiti. «Le leggi varate tra il 1997 e il 2012 - sostiene - sono in aperto contrasto con l’articolo 75 della Costituzione. Si manifestano elusive e manipolative della volontà popolare». Come la politica aggirò il referendum del 1993 è noto. Secondo il procuratore De Domincis, infatti, le norme abrogate «sono state ripristinate con camuffamento e al gran completo». Di qui il sospetto di incostituzionalità.
Tutto discende dal caso Lusi, il tesoriere infedele che s’è intascato 22,8 milioni di euro. La sua storia non solo ha gettato discredito sulla ex Margherita, ma sulla politica intera. E per causa sua, la Corte dei Conti ha aperto le ostilità sui soldi. Nei tribunali italiani, infatti, è quasi guerra per decidere del tesoro dell’ex senatore. Nel giro di poche ore, tra mercoledì e giovedì, ci sono state due decisioni contraddittorie. Da una parte la Sezione giurisdizionale per il Lazio della Corte dei Conti ha escluso dal procedimento contabile i liquidatori della ex Margherita, perchè i denari sottratti da Lusi sarebbero dello Stato e non del partito. Dall’altra, il tribunale civile ha respinto le istanze dei signori Lusi (semplificando: di vedersela solo con la Corte dei Conti) e ha riconosciuto ai liquidatori il diritto di andare avanti sulla strada dei sequestri.
Una via che rischia di divenire molto dolorosa per i coniugi Lusi e per i loro parenti in Canada dato che il tribunale ha autorizzato i liquidatori ad aggredire il patrimonio della signora e dei loro complici che rispondono in solido per la sottrazione dei milioni dalle casse del partito.
Il vero nodo del contendere è il patrimonio dell’ex senatore in Canada. Patrimonio che resterebbe a lui se la Corte dei Conti, per usare le parole dei suoi legali Luca Petrucci e Renato Archidiacono, «sulla base di quanto sottoscritto dal Lusi», accettasse di chiudere il procedimento «con la restituzione allo Stato delle somme oggetto di contestazione». E qui bisogna fare attenzione alle cifre: la Corte dei Conti chiede la restituzione di 16 milioni di euro, Lusi sostiene che tanto valgono i suoi beni fin qui sequestrati in Italia, la partita potrebbe chiudersi d’un colpo.
Ma a Toronto c’è una villa intestata ai Lusi, appena ultimata, mai sequestrata, che vale circa 3 milioni di dollari. «Dell’asserito tesoro in Canada non v’è traccia da nessuna parte», scrivono alla Stampa i legali dell’ex senatore. «Quella villa è stata realizzata con fondi propri e della moglie accantonati fra 2001 e 2007. Nessuno ha mai trasferito 3 milioni di euro e nessuno ha mai trasferito in Canada fondi della Margherita».
Al tribunale civile di Roma, però, risulta il contrario. In una sentenza del 27 novembre si ricorda che la signora, quanto ai progetti del marito, aveva detto ai pm: «Voleva investire in immobili per alimentare il futuro della sua carriera politica e mi disse che, se la sua carriera fosse finita, il patrimonio sarebbe rimasto alla nostra famiglia». E il Canada? Il tribunale, rifacendosi, a una nota della Banca d’Italia: «Ben 114 operazioni di versamento (della signora, ndr), dal dicembre del 2008 all’aprile del 2010, che ammontano complessivamente alla cifra di euro 3,2 milioni di euro».
Lo stesso Lusi, il 21 settembre 2012, propose ai liquidatori di vendere la villa di Toronto. Dal ricavato - scriveva - sarebbero stati detratti 1,6 milioni di euro, che avrebbe restituito alla Margherita, e il resto gli sarebbe rimasto in tasca. In cambio però, voleva un accordo tombale. Non se ne fece niente.