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 2013  novembre 29 Venerdì calendario

PUTIN CI HA SALVATO DALLA SCIAGURATA GUERRA IN SIRIA ED È UN CONTRAPPESO ALLA PERICOLOSA, PER NOI, INSIPIENZA DEGLI USA


Dalla fine di settembre i vertici dei tre principali partiti tedeschi (Cdu-Csu-Spd) sono stati in conclave: scrivevano il contratto programmatico della Grosse Koalition, che varrà per la prossima legislatura. L’accordo è stato raggiunto: 185 pagine. Ho scelto di rimettermi, rispetto alle informazioni dei media tedeschi, alla mediazione dei più affidabili giornali e media svizzeri. Entro il 20 dicembre nascerà il terzo governo Merkel. La Cancelliera sarà costretta ad aprire i cordoni della borsa: i suoi critici di destra cominciano già a ironizzare, paragonandola a un Santa Klaus della Foresta Nera.

I colleghi di ItaliaOggi entreranno nel cuore del programma concordato, evidenziandone limiti e pregi, io mi limito ad alcuni aspetti relativi al processo con cui sono arrivati a questo accordo. Anzitutto chiediamoci: perché Merkel, che aveva stravinto le elezioni e le mancavano appena 4 voti per la maggioranza assoluta, ha voluto pervicacemente la Grosse Koalition? Semplicemente perché in questa fase storica le leadership occidentali sono debolissime nell’implementazione dei programmi di governo, e devono ricercare alleanze, le più estese possibili. Vediamo in Francia come la maggioranza bulgara di Hollande, in teoria con poteri assoluti in Parlamento, abbia dato origine a un governo debole e impotente, col declino inarrestabile della sua leadership. Tornando alla Germania, a prima vista pare che Spd abbia ottenuto un «riconoscimento» dei suoi punti programmatici ben maggiore dei suoi risultati elettorali, come spesso succede al partito che non ha la premiership.

L’Imu della Spd è stato il Salario minimo, cioè 8,50 /ora in tutti i 16 Länder (ricordo che il salario minimo è già adottato in 13 settori merceologici). Poi ci sono le maggiori garanzie che Spd ha chiesto per circa 8 milioni di lavoratori (80% donne), attualmente con contratti part time o di precariato. Questi due punti, giudicati irrinunciabili della Spd, hanno reso furibondi i vertici della Bd (associazione degli industriali) che anticipano pesanti ripercussioni sulla competitività e sulla flessibilità, con perdite di posti di lavoro.

D’altro canto Merkel era intransigente sulla cosiddetta «Mutter-Rente», cioè le pensioni per le «madri ante ’92» (9 milioni di donne), dal costo annuo di 6,5 miliardi . E ancora la Spd auspicava la «pensione di solidarietà» (850 mensili) con un costo di oltre 10 miliardi /anno. In soldoni, mettendo in fila tutte gli esborsi del programma della Grosse Koalition, i soli costi sociali potrebbero in teoria essere dell’ordine di 50 miliardi . Dopo le limature finali, vedremo quanti saranno in realtà. Nel programma era anche previsto il blocco degli affitti nelle grandi città a non più del 15% in quattro anni, poi altre spese per il futuro digitale, e così via. Bisognerà capire quanti siano investimenti, quanti spese correnti.

Confesso che all’inizio della crisi, nel 2008, ero molto critico verso Merkel, poi col passare del tempo, visto anche come si muovevano gli anglosassoni, e l’interpretazione orrenda che stavano dando, democratici e repubblicani, del modello liberale (l’osceno «too big to fail» e il criminale «too big to jail») mi sto lentamente spostando, con grande sofferenza, verso Merkel. Certo, le manca ancora la mitica «borsetta» della Thatcher, ma questo è ciò che passa il convento europeo, accontentiamoci. D’altro canto, mi sfugge perché i tedeschi dovrebbero farsi carico dei debiti degli altri, mi auguro che le velleità di Draghi e gli eurobond vengano definitivamente sotterrati, ed ognuno metta ordine nei suoi conti., facendo i sacrosanti sacrifici.

A questo si aggiunge il ruolo intelligente che gioca Putin, l’unico dotato di leadership, ricordiamolo sempre, lui ci ha salvato dalla sciagurata guerra in Siria voluta dall’inetto Obama. Dovremo sempre più guardare a Putin, come contrappeso alla pericolosa per noi insipienza degli Usa. Qua in Svizzera colgo un «segnale debole», i banchieri da un paio d’anni non sono più concentrati, com’era da tempo immemorabile, sul «pomeriggio» (Wall Street). Ormai l’America viene trattata per ciò che sta diventando, una commodity politica, la vera partita si gioca al mattino (Shanghai). Il futuro sta cambiando quadrante, gli svizzeri l’hanno colto per primi: appena svegli, come fanno i contadini, vanno alla finestra e guardano a Oriente, ciò che succede all’ora del tè è sempre meno importante, sta diventando routine. Ciò mi fa riflettere.

di Riccardo Ruggeri editore@grantorinolibri.it @editoreruggeri