Caterina Soffici, Il Fatto Quotidiano 29/11/2013, 29 novembre 2013
IL MANIFESTO DI BORIS “L’UGUAGLIANZA NON ESISTE, L’INVIDIA SALVERÀ L’ECONOMIA”
Boris Johnson, il sindaco conservatore di Londra, re della provocazione e del politicamente scorretto, è tornato a colpire. Questa volta in maniera ancora più pesante di quando la settimana scorsa aveva definito i ricchi degli eroi e una minoranza da proteggere, in quanto 1% che da solo fornisce il 30 per cento delle tasse del Regno Unito.
Ieri ha alzato ancora l’asticella. In un discorso tenuto in ricordo di Margaret Thatcher ha fatto più che invocare il fantasma della Lady di Ferro. Ne ha preso con determinazione lo scettro e si è candidato alla guida del partito conservarore in vista delle elezioni del 2015, pronunciando un discorso che il Guardian ha già ribattezzato il “Manifesto dei Tory”.
Boris si è appellato ai Gordon Gekko di Londra come a dei benefattori, perché la loro avidità è il motore dell’economia . Vi ricordate lo spregiudicato finanziere impersonato da Michael Douglas nel film Wall Street? «L’avidità è un bene. L’avidità è giusta, l’avidità funziona, l’avidità chiarifica, penetra e cattura l’essenza dello spirito evolutivo. L’avidità in tutte le sue forme: l’avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro, ha impostato lo slancio in avanti di tutta l’umanità” diceva Gordon Gekko. Boris Johnson lo cita e dà al-l’avidità un valore salvifico non solo per l’economia ma per tutta la società britannica.
Gli squali della City, che fino a ieri erano il male assoluto, i responsabili della crisi mondiale e il bersaglio di tutti i malumori (da Anonymus a Occupy), diventano oggi nelle parole di Boris Johnson degli eroi. La loro avidità, ha detto, “è uno stimolo prezioso per l’attività economica”. Ha aggiunto anche di avere un’ammirazione sfrenata per i “re degli hedge fund”, non speculatori ma gente che casomai dovrebber fare più beneficienza.
POI HA INNEGGIATO all’ineguaglianza, essenziale per promuovere “lo spirito di invidia” che è il sale dell’economia. L’eguaglianza non esiste, ha detto Boris, scomodando il Quoziente di Intelligenza. A chi sostiene che tutti gli uomini sono uguali, ha ricordato che “il 16 per cento della specie umana ha un QI inferiore a 85, mentre solo il 2 per cento supera 130 di QI”. Quindi l’uguaglianza non esiste. “Non credo che l’uguaglianza economica sia possibile” ha detto e riferendosi alla società inglese, ha provocato: “Più si scuote la scatola di cornflakes più sarà facile per qualche fiocco arrivare al top”.
Come se la società britannica non fosse già abbastanza scossa e proprio nel giorno in cui il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ha annunciato il taglio dei fondi per i mutui agevolati, quelli che permettevano alla classe media di comprarsi una casa. Una misura drastica , per calmare la folle crescita dei prezzi delle case di Londra (una media di oltre il 10 % in un solo mese, tra l’8 settembre e il 12 ottobre) e evitare il rischio di una bolla immobiliare. I fondi saranno adesso destinati alla crescita dell’industria.
Boris il biondo, il sindaco narciso e provocatore, è sicuramente un grande oratore. Intelligente e colto, infarcisce i suoi discorsi di citazioni in latino, che ha studiato a Eton prima e a Oxford poi. Fa anche lui, come il premier Cameron, parte del club degli etoniani, l’esclusivo collegio maschile, che ha prodotto molti primi ministri e una gran parte della classe dirigente. Ma è l’opposto del primo ministro, altezzoso e aristocratico, in caduta libera nei sondaggi. Boris è la spina nel fianco di David Cameron e lo rosola a fuoco lento. Non perde occasione per alzare il tono e porsi come l’erede alla guida del partito conservatore. E se qualcuno sarà mai in grado di ereditare lo scettro di Margaret Thatcher, non c’è dubbio su chi sarà tra il grigio e triste Cameron e l’effervescente e vulcanico Boris Johnson.