Pierangelo Sapegno, Oggi 27/11/2013, 27 novembre 2013
E IL PIU’ RICCO D’ITALIA INVECE È UN’ILLUSIONE
Basiglio (Milano), novembre
Arrivando da Rozzano, è come se all’improvviso avessi perso la strada. Il cartello che spunta tra le fronde dice Basiglio. Però sembra di essere capitati in Svizzera. Tutto è così pulito, così ordinato, con i ponticelli che sorpassano le vie scolando l’edera dai bordi, per collegare una collinetta all’altra, attorno a pini, larici, salici, pioppi, betulle, aceri e acacie. Benvenuti a Basiglio, il comune più ricco d’Italia, anche quest’anno, come altre volte. Il nuovo sindaco, Eugenio Patrone lista civica, che ha sconfitto il Pdl dopo dieci anni è così svizzero anche lui, così efficiente, che ha già preparato tutto, schede comprese: 8 mila abitanti, il 70 per cento fra i 29 e i 75 anni, tra il centro storico e Milano 3, «quasi tutti laureati», molti manager e imprenditori, tanti impiegati di concetto, qualche vip – l’ultimo arrivato è Ennio Doris – reddito pro capite 53 mila e 589 euro. «Pochi reati. Oltre ai Carabinieri c’è una vigilanza privata 24 ore su 24. La cura del verde è affidata a una società pagata dai condomini». Svizzera. Sotto al municipio, c’è un ordinatissimo parcheggio fra i giardini. Qui, l’unica vera piazza è quella del Centro commerciale. Un signore in tuta blu continua a fare jogging anche mentre spiega la strada per il centro storico. Come i manager, non si ferma mai.
CI SONO MOLTI CARTELLI «VENDESI»
Invece, io mi fermo nel parcheggio, uno spiazzo ombreggiato accanto a un giardinetto con i giochi per i bambini. Franco, un tipo con la barba e gli occhiali da sole, ci spiega come la ricchezza di questo posto sia dovuta ai redditi dei vip, come Alba Parietti, Massimo Boldi, Marco Columbro e gli altri, che alzano la media. La signora Giorgia M. scende da una casa di mura rosse e balconi appena screpolati, per chiamare la figlia. Ci sente, si ferma, occhi celesti, capelli ricci: «Giornalista?». Sì. «Ma lo scriverete che questo è un posto di m...?». E perché? «Ho mandato due lettere al sindaco per chiedergli se queste case sono state fatte con l’amianto, ci sono silos pieni di benzina, un depuratore che inquina, falde acquifere, i ricchi hanno tutti la puzza sotto al naso e i ragazzi sono abbandonati a se stessi e non hanno niente da fare. Io sono nata qui, a Milano 3, ci sono stata fino a 18 anni e poi sono scappata. Sono tornata con mia figlia, e abito nelle case del Comune». Le chiediamo: quanto paga d’affitto? «200 euro». Beh, pochissimo. E l’amianto, ci dicono, non c’è. «Le case sono dei prefabbricati di cemento armato», spiega Stefania Verini. «Il problema principale sono le infiltrazioni d acqua. Parecchi appartamenti hanno problemi di muffa. Nessuna casa ha la portineria, e le pareti sono sottilissime». Forse, non è tutto oro quel che luccica. Cominciano a essere alloggi vecchi e non hanno la solidità degli edifici storici. Iniziò a costruirli nel 1979 l’Edilnord di Silvio Berlusconi. Doveva essere la «città giardino». E il giardino c’è, ed è tenuto bene.
Andando oltre, passiamo davanti all’unico pub. Nella piazza del centro storico ci sono tutti i negozi di Basiglio: «Pizza & Pane», la «Caffetteria Bollicine, bar e tabacchi», l’Agenzia di Viaggi che promette un last minute a Lanzarote, la Clinica veterinaria Basiglio per i cagnolini delle sciure, e i parrucchieri Grimilde Centro Estetico. Nient’altro che questo. Nel cortile della chiesa c’è solo la perpetua, cappotto grigio e capelli bianchi: «Don Claudio è andato via a settembre. Ne è arrivato uno di 76 anni, don Luigi, da Cesano Boscone, che viene qui quando c’è la Messa, chiude tutto e se ne torna a casa». La perpetua spranga l’ultima porta della canonica. Sono le 3 del pomeriggio. Lì dietro, dice alzando la borsa nera, ci sono le ville dei vip. Andiamo: sono tutte uguali, hanno alte siepi che le nascondono ai curiosi, e sulla stradina sono parcheggiati dei Suv. Finita la viuzza, c’è uno steccato di ferro arrugginito e degli acquitrini: lì cominciano le risaie. Qui un tempo – ci aveva spiegato il sindaco – erano solo risaie e una cascina: «È stato tutto costruito dopo». Solo che appena tornati nelle viuzze dietro la piazza, ci sono i primi cartelli: «Vendesi». Non tutti vogliono restare nel Comune più ricco d’Italia. I prezzi variano dai 2,4 ai 3,5 al mq. Non è tanto per Milano. Però, si lamenta Alessandro, di guardia a un banchetto per appoggiare Renzi alle primarie del Pd, le spese di condominio sono care: «Io ci lascio 400 euro al mese. Solo per il mantenimento del verde e la vigilanza». Le case sono tutte uguali. Con il tempo i colori si sono scialbati. C’era lo Sporting dove i ragazzi andavano a fare sport, ma è fallito, tutto chiuso; sui campi cresce la gramigna, le reti sono sfilacciate e l’unica sedia di plastica verde è piantata di guardia, come un reduce sconfitto.