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 2013  novembre 27 Mercoledì calendario

BOCCI & SARTORETTI NEMICI AMICI – MILANO NOVEMBRE Sul set, antagonisti, nella vita hanno una lingua comune: «Il dialetto umbro (e serve l’interprete)», dice Marco Bocci, protagonista “buono” con “il cattivo” Andrea Sartoretti di Squadra Antimafia

BOCCI & SARTORETTI NEMICI AMICI – MILANO NOVEMBRE Sul set, antagonisti, nella vita hanno una lingua comune: «Il dialetto umbro (e serve l’interprete)», dice Marco Bocci, protagonista “buono” con “il cattivo” Andrea Sartoretti di Squadra Antimafia. Prima di incontrarli ci si immagina un faccia a faccia alla Duellanti (Harvey Keitel e Keith Carradine de noantri? Perché no). Poi ci si ritrova con la versione italianissima di Jack Lemmon e Tony Curtis ai (bei) tempi di A qualcuno piace caldo. Divertenti, divertiti, diversi, uno sportivo e allegro (Andrea), l’altro tiratardi e tormentato (Marco, e pure un poco addormentato), e pronti (più o meno) al confronto. Domanda Che tipo era da bambino? Marco. «Molto esuberante». Andrea. «Vivace. Parecchio». D. Primo amore: lo ricordate? Marco. «Ci devo riflettere». Andrea. «Sì e non ci devo pensare». D. E l’ultimo? Marco. «Beh, ammazza, rintronato sì, ma non così». Andrea «Massì». D. Marco lei è un bell’uomo? Marco. «A giorni». D. E lei? Andrea. «Credo di no, ma credo di essere un uomo». D. Vi è facile conquistare? Marco. «Non è mai facile». Andrea. «Non sono il tipo “sguardo e bacio”». D. Che cosa vi conquista? Marco. «L’allegria». Andrea. «La femminilità». D. Bionda o mora? Marco. «Uguale». Andrea. «Non conta». D. Secca o tonda? Marco. «Uguale». Andrea. «Non conta». D. Sorridente o tormentata? Marco. «Sorridente, tormentato già ci sono io». Andrea. «Tra le due». D. Paura del “per sempre”? Marco. «Mmmm, no». Andrea. «Bisogna lavorarci». D. Che cos’ha Andrea che lei non ha? Marco. «C’ha un talento negli sport, una resistenza fisica che pagherei». D. Viceversa Marco? Andrea. «C’ha gli occhi grigio perla. È tutto più facile avendo degli occhi come i suoi». D. La spesa più folle? Marco. «Una bici da corsa ipertecnologica, mai fatta neanche una pedalata». Andrea. «Nessuna, fare dei bellissimi viaggi, beh, non li considero soldi buttati». D. Tatuaggi? Marco. «Uno che non vede nessuno, una lettera fatta a chiave di violino dietro l’orecchio». Andrea. «No, diciamo pi no, si è cancellato». D. Mai tirato uno schiaffo a una donna? Marco. «No, mai». Andrea. «No!». D. Ricevuto? Marco. «Sì, e assolutamente non lo meritavo». Andrea. «Era scherzoso». D. Potreste fidanzarvi con una che tifa una squadra antagonista alla vostra? Marco. «Ma sti cavoli, sì!». Andrea. «Ma è l’ultima cosa che le chiedo di che squadra è». D. Vi rimangono 100 giorni di vita, che fate? Marco. «Viaggio molto di più, mi stacco da tutto e tutti e cerco di finire delle cose che ho cominciato a scrivere». Andrea. «Vado al mare». D. Avete mai tradito? Marco. «Anni fa, ma quando già era tutto finito, mancava soltanto la forza di parlarne». Andrea. «È successo». D. E viceversa? Marco. «Che io sappia, no». Andrea. «Spero di sì». D. Da 1 a 10 quanto vi fa soffrire WhatsApp? Marco. «Ma zero, quando le cose iniziano a diventare troppo... io prendo e lo blocco». Andrea. «Che vuoi dire? I messaggi, intende? Ma no». D. Il ruolo dell’altro è più facile? Marco. «Un ruolo, in generale, non è mai facile e se si sbaglia si sbaglia di brutto, Andrea è un grande amico e un attore che stimo moltissimo». Andrea. «Assolutamente no, Marco ha questi riassunti che io non sarei capace di fare, lui, quando stanno al commissariato deve fare questi monologhi pieni di nomi, ma è un lavoro enorme, bisogna essere bravi». D. Che cosa vi tiene svegli di notte? Marco. «Ma, tutto, non sono il tipo che si mette a letto e dorme. Ora, per esempio, sono preoccupato perché mi sì è rotta la caldaia». Andrea. «Se rimango sveglio non è per insonnia, utilizzo il momento, guardo film o leggo». D. Che cosa è perdonabile? Marco. «Gli errori fatti a fin di bene». Andrea. «La distrazione, che sarebbe imperdonabile, ma è di tutti e capita a tutti». D. Avete un motto? Marco. «Così presto di mattina non mi viene in mente». Andrea. «No!».