Paolo Siepi, ItaliaOggi 28/11/2013, 28 novembre 2013
PERISCOPIO
Forse la nostra classe dirigente dovrebbe ricordare l’invocazione di Oliver Cromwell contro il parlamento del suo tempo: «In nome di Dio, andatevene!». Piero Ostellino. Corsera.
A questo punto non mi interessa, voto Ppe, basta. Che tutto rimanda così com’è. W l’Italia, W l’euro, W l’Uefa, W la grande coalizione, W l’economia di carta che nel mondo è 1.200 volte il valore dell’economia reale. Certo, dispiace. E cosa facciamo? Lasciamo tutto così, archiviamo tutto. Il fatto non sussiste. Maurizio Milani, Uomini che piangono per niente. Rizzoli.
Sentendo parlare di democrazia mi sono ricordato un passo della Bibbia, all’interno della quale soltanto una volta viene citata la democrazia, ossia quando si è dato al popolo il potere di scegliere fra Barabba e Gesù Cristo: hanno mandato Gesù Cristo sulla croce e Barabba l’hanno salvato. Domenico Scilipoti, senatore di Forza Italia, intervento sulla legge di Stabilità.
Oh certo, questa ultima crisi l’hanno messa in moto i grandi finanzieri che usano le imprese e le azioni come le «fiches» dei casinò, ma non avrebbe avuto un effetto così devastante se non avesse trovato gente debole che cercava un vita comoda e una ricchezza facile. E la crisi non si sarebbe aggravata se gli economisti non avessero dimenticato che lo sviluppo economico non lo fa la moneta, ma lo sforzo degli imprenditori e dei lavoratori quando hanno un’etica, una meta e una speranza. Francesco Alberoni. Il Giornale.
Non è vero, come ha volte si sostiene, che abbiamo inventato il fascismo. Lo stato totalitario di massa arriva a Mussolini (e a Hitler, dopo di lui) dall’Unione sovietica; il nostro contributo alla storia dei sistemi politici e delle organizzazioni sociali è la mafia. Fabrizio Rondolino, L’Italia non esiste. Mondadori.
Winston Churchill, nel 1914, alla vigilia della prima guerra mondiale, scrisse: «Tutto si dirige verso la catastrofe e la distruzione». Quattro anni dopo, ne fece il bilancio. «Sul cammino di ritorno, noi siamo passati davanti al manicomio ridotto in polvere dalla gente brutale che stava fuori». Winston e Clementine Churchill, Conversations intimes 1908-1964. Tallandier.
In una lettera del febbraio 1933, qualche giorno dopo l’arrivo al potere di Hitler, lucido come Klaus Mann o Karl Kraus, Joseph Roth profetizza: «Noi stiamo andando verso grandi catastrofi. Messe a parte le nostre catastrofi personali (la nostra esistenza letteraria e materiale è distrutta) tutto ciò che sta avvenendo conduce a una nuova guerra. La nostra pelle non è più cara. Non siamo riusciti a far governare la poesia. Non fatevi alcuna illusione. È l’inferno che governa». Stefan Zweig/Joseph Roth, Correspondance 1927-1938. Biblioteque Rivage.
Che parti predilige Nanni Moretti nei suoi film? Se stesso (regista), o un libero professionista che, per definizione, sta sul mercato (è psicanalista sia nel toccante La stanza del figlio, dove la moglie è un editore, sia in Habemus papam), oppure un manager integerrimo di Caos Calmo nel quale Moretti è l’attore professionista. Quali sono i suoi ruoli, passatemi il termine, «sfigati»? Naturalmente il professore di scuola demotivato e ossessionato di Bianca e il funzionario del Pci di Palombella Rossa, dove la presa in giro della «diversità» della sinistra è spassosa («Noi siamo uguali agli altri, noi siamo come tutti gli altri, noi siamo diversi, noi siamo uguali agli altri ma siamo diversi, ma siamo diversi. Mamma! Vienimi a prendere!»). Alessandro De Nicola. la Repubblica.
Nel 1948, confrontato con l’arroganza totalitaria, Camus definiva la democrazia come il regime «che non può essere concepito, creato o sostenuto che da degli uomini che sanno che non sanno tutto». E aggiungeva, all’indirizzo di tutti i filosofi hegeliani-marxisti che si meravigliano di vedere la filosofia risplendere nella storia: «Il risultato è che la democrazia è modesta. Essa ammette una certa parte di ignoranza, essa riconosce il carattere in parte avventuroso del suo sforzo e che tutto non le è regalato. E, a partire da questa ammissione, essa riconosce che ha bisogno di consultare gli altri, di completare ciò che essa sa, con quello che gli altri sanno». Alain Finkielkraut, L’imparfait du présent, l’imperfetto del presente, Gallimard.
In tutto il mondo vengono prodotti circa 83 milioni di rotoli di carta igienica al giorno. È il comparto di produzione della carta che cresce col ritmo maggiore. Ian Sansom, L’odore della carta. Tea.
Gli occhi spiritati dell’eredoluetico, oltreché luetico in proprio, le mandibole dello sterratore analfabeta, del rachitoide acromegàlico riempievano di già l’Italia Illustrata»: già principiavano a invaghirsene appena untate de cresima, tutte le Marìe Barbise d’Italia, già principiavano a invulvarselo, appena discese d’altare, tutte le Magde, le Milene, le Filomene d’Italia: in vel bianco, redimite di zàgara, fotografate dal fotografo all’uscire dal nartece, sognando fasti e roteanti prodezze del manganello educatore. La dame, a Maiano e a Cernobbio, già stangullavano ne’ su’ singhiozzi venerei all’indirizzo del potenziatore d’Italia. Giornalisti itecaquani lo andavano intervistare a Palazzo Chigi, le sue rare opinioni, ghiotti ghiotti, le annotavano in un’agendina presto presto, da non lasciarne addietro un sol micolo. Le opinioni del mascelluto valicavano l’oceano, e la mattina a le otto erano già un cable, desde Italia, su la prensa dei pionieri, dei venditori di vermut. «La flotta ha occupato Corfù! Quell’uomo è la provvidenza d’Italia!». La mattina dopo er controcazzo, desde la misma Italia. Pive nel sacco. E le Magdalene, dài: a preparar Balilli a la patria. Le macchine de la questura «stazionaveno» ar Collegio Romano. Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Garzanti, 1957.
Vittorio Gassman: Via col vanto. Marcello Marchesi, Il Dottor Divago. Bompiani.
«C’è il rischio che parli? Cosa sa?» chiese don Luciano Ania. Don Piddu guardò il consigliere comunale con quell’espressione impassibile che gli era valsa il soprannome di facci di lignu. Disse, o per essere più esatti, sentenziò: «Carollo, per il momento, non parla. Se poi in futuro darà segno di voler parlare, lo faremo star zitto». Sebastiano Vassalli, Il cigno. Einaudi.
Le donne non fanno niente a caso anche quando lo fanno a caso. Roberto Gervaso. il Messaggero.