Michela Auriti, Oggi 27/11/2013, 27 novembre 2013
ANTONELLA CLERICI A 50 ANNI SCAPPO CON EDDY E MAELLE
Roma, novembre
Ciascuno ha l’età che dimostra», sorride Antonella Clerici con la nuova frangia sbarazzina («Serve anche a nascondere qualche ruga», ammette sincera). Per lei gli anni sono 50, in effetti, solo all’anagrafe. Così, a parte qualche umanissima resistenza al dato nudo e crudo, lo stato d’animo è «assolutamente sereno» e il bilancio positivo. Racconta delle cose che contano, «Eddy, Maelle, la mia famiglia», mentre si sottopone a un test per le allergie alimentari. «Da settembre ho prurito e piccoli fastidi», dice. «Non se ne capisce l’origine, ma sono cose da niente». Perché lei sa d’essere una donna tenace e fortunata, tanto negli affetti quanto nella carriera.
Antonella, per favore: non dica anche lei che i 50 sono meglio dei 30, Sappiamo che non è vero.
«Infatti mi secca da morire! Tanto che non festeggio, sparisco. Meno male che il 6 dicembre cade nel weekend, così vado via con la mia bambina e Eddy in un posto fuori dal mondo. Senza dirlo a nessuno. Mi sembrerà di non compierli, questi benedetti anni! E se non ci foste voi dei giornali, io neanche me li ricorderei».
Adesso stai a vedere che la colpa è nostra.
«Lancio un appello: non potreste evitare di pubblicare l’età accanto alle nostre foto? A nessuno piace invecchiare, ognuno ha gli anni che dimostra».
È un servizio ai lettori, Antonella. Ma ora è tempo di bilanci. Lei nomina Eddy, ma gli ultimi periodi sono stati turbolenti. Discese ardite e risalite, per dirla con Battisti, Si è finalmente regalata la stabilità?
(sorride) «Beh, senzaltro non annoio i vostri lettori. Non sono una donna banale, ho sempre fatto scelte di cuore e le ho condivise. Lotto per i miei sentimenti e così è Stato per la storia con Eddy, la più importante. Mi chiedono: “È tornato, non è tornato, ma che fa?”. E allora io dico che siamo sempre in prova e lo saremo tutta la vita. Perché ho capito che non potremo mai abbassare la guardia, né io né lui: abbiamo età, culture e caratteri troppo diversi. La nostra è una lotta quotidiana per stare insieme, ma ci stiamo provando. «Lui vive a Roma con me. La scorsa estate, avevamo deciso di prendere ciascuno la propria strada. Ma poi è venuto a trovare la nostra Maelle e non se ne più andato. Adesso, piano piano e con grande fatica, perché abbiamo davvero scontri forti, ci siamo rimessi in gioco come coppia. L’amore c’è ancora e con Maelle lui è un papà straordinario».
Nel bilancio ci sono anche errori da non commettere più?
«Lavorare insieme è stato uno sbaglio. Eddy è più giovane e fare coppia con una donna famosa porta all’insofferenza: si è considerati “il compagno di”, senza attenzione al valore personale, e questo penalizza alla fine il rapporto. Ora Eddy sta trovando la sua strada: Lavora come procuratore calcistico, si occupa di mie attività non legate alla televisione e di altre sue familiari, tra Bruxelles e il Congo.
«Io poi ho esercitato troppo ilcontrollo, ma capita alle donne leader ed era un difetto anche di mia madre. Invece ho imparato che più cerchi di condizionargli la vita, passargli le tue idee e cercar di sapere dove va e cosa fa, più ottieni 1’effetto opposto. Poi, naturalmente, abbiamo stabilito alcune regole: se scegli di stare con una donna popolare, che ha un nome e una certa età, è chiaro che il comportamento deve essere diverso. Andare in discoteca con gli amici non può più essere uno stile di vita, nonostante la gioventù, e tantomeno crearmi imbarazzi. Se poi mi dicono: “Ma non immagini quando sarai più avanti e lui invece...”, allora penso a mia madre. È morta a 55 anni senza conoscere la vecchiaia e così mia nonna. Per me la vita è adesso, come cantava Baglioni».
Cos’altro ha imparato, in amore?
«Che non bisogna annullarsi, perché non si ottiene amore ma la disistima di se stessi e dell’altro. Per esempio: quando cucinavo una bistecca, il pezzo più bello era sempre per Eddy; adesso, ogni tanto, lo tengo per me. Ancora: Eddy va a letto tardissimo e prima stavo in piedi fino alle 2 di notte, pur di fargli compagnia; ora se ho sonno vado a letto. La donna geisha non paga e l’uomo è fondamentalmente cacciatore. Se in casa ha una che gliele da tutte vinte... Centrandosi su se stesse, nella giusta misura, ottieni il rispetto e il desiderio dell’altro».
Se un giorno il suo compagno andasse via o questo capitasse a lei?
«Una volta ero terrorizzata all’idea di perderlo e capivo che il mio amore era un po’ malato. Ma se domani lui mi dicesse “sono innamorato di un’altra”, o altrettanto succedesse a me, ne soffrirei, cerco. Però non avrei più 1’atteggiamento di trattenerlo a tutti i costi, l’angoscia della perdita non c’è più. Comunque eviterei di rimanere con un uomo che mi fa star male. Ho un’età, l’indipendenza economica, una posizione: se lo facessi, sarei scema».
Uno dei motivi di discussione, ricordo, era la diversità di aspettative. Eddy voleva da lei un altro figlio.
«E io gli ho detto: “Ma tu sei matto, mi metto a 50 anni a fare un altro figlio?”. Questo, però, è anche bello, perché Eddy non ha coscienza della mia età reale. Ora non ne parla più. Ha capito che non sono malleabile come prima. Dico no e basta. Ero un “mollume”, le mie amiche mi dicevano: “Com’è possibile che tu, donna di carattere, quando sei con Eddy ti trasformi in un’ameba?”. Adesso sono diventata molto diretta con lui, com’è nella mia indole. Prima invece misuravo le parole... Ma l’amore è accettarsi e venirsi anche un po’ incontro».
Lei è una donna tenace.
«Non mollo mai, ma non sono una schiava del martirio. La mia è una scelta, sia io sia lui potremmo trovare alternative. Una cosa che non amo dei nuovi giovani è la facilità con cui chiudono le storie. Ma voltare pagina è segno di codardia, non di coraggio. Invece bisogna lottare per le cose in cui credi, difendere un sentimento, specie se ci sono figli. Mentre da ragazza privilegiavo l’emozione dell’incontro, la passione del momento, oggi capisco che è necessario lavorare di più sui rapporti. Ho tante conoscenti che, finito un matrimonio, portano in casa il nuovo compagno e magari c’è un bambino. Ecco, questo per me è inconcepibile. La figura del padre non si discute. Se anche dovesse finire con Eddy, a casa mia non entrerà mai nessuno, almeno finché mia figlia non avrà un’età adeguata. Magari un invito a cena, sì, ma poi ognuno per sé».
Nel suo passato figurano due matrimoni...
«Non cominci con l’elenco, parlo solo di ciò che oggi conta per me».
Confessa qualche rimpianto d’amore? «Rimpianti zero, sbagli si. Ma anche quelli servono a maturare. Sono stata comunque molto amata, mai sopportata, quindi va bene così».
Antonella, come vorrebbe invecchiare?
«Con le mie morbidezze mentali e fisiche. Certo non mettendomi in competizione con quelle più giovani. O consacrandomi in modo patetico a chirurgia e palestra tutto il giorno. Vorrei che si dicesse di me: “Ma guarda come porta bene i suoi 50”. E non: “Vuole dimostrarne 30 e invece è una carampana”. Odio la formula: “Dietro liceo, davanti museo”».
Lei come s’è attrezzata per il bel risultato?
«Avere un uomo più giovane e una figlia piccola, oltre a un lavoro appassionante, aiuta. Per il resto, dico sempre che dopo i 40 (figuriamoci dopo i 50), bisogna scegliere tra la faccia e il lato B. Io ho scelto la prima, senza tralasciare il secondo. Così, con un personal trainer, faccio palestra in casa tre volte alla settimana. Mangio più biologico e integrale, anche in ragione delle mie recenti allergie. E poi curo l’abbigliamento: ho ridimensionato le scollature, mi metto più giacche. Perfino in trasmissione cerco di moderarmi con lustrini e paillettes».
Ritocchini-ini-ini?
«Sono contraria agli eccessi, non in senso assoluto. Da quando avevo 33-34 anni, ho sempre fatto l’acido glicolico o punturine di acido ialuronico. Tanto tempo fa, credo di essere stata una delle prime a usare un po’ di botox. L’importante è la misura. Vado dal medico estetico una volta l’anno, per rivitalizzare la pelle con le vitamine, ma non di più. Se ti fai prendere la mano, diventi un mostro. Magari in tv funzioni pure, perché sembri piallata, ma dal vero sei un mostro».
Abbiamo parlato poco di Maelle.
«Il regalo più bello di questi anni! Uno spettacolo folgorante, un amore senza confini. L’unico per sempre. Le dico che è bella, brava e importante, perché voglio che abbia autostima. La invito a riflettere su quanto sia fortunata, a dividere i suoi giocattoli con chi lo è meno di lei. Guardiamo insieme le foto dei miei travestimenti televisivi, rido: “La mamma è un po’ matta. eh?!”. Io che non ho viaggiato tanto lavoro sempre e poi è colpa della mia indecisione per le lingue -, vorrei vedere il mondo con lei. La sa una cosa?».
Dica.
«Ciò che più mi secca di questo compleanno a parte qualche acciacco e una bellezza che non è quella dei 40, il mio momento migliore, in cui mi sentivo davvero femmina è la consapevolezza di avere davanti meno tempo. Per fare le cose che amo con le persone che amo. E per quanto una mamma grande presenti innegabili vantaggi di maturità, io spero di durare abbastanza per vedere mia figlia autonoma. Non economicamente m’interessa meno ma di testa. Ecco, vorrei che la mia mancanza non sia per lei un problema».