Dario Cresto-Dina, la Repubblica 28/11/2013, 28 novembre 2013
A Will Cuppy non piaceva la gente, viveva mesi recluso in casa a scrivere. Mai del presente e mai dei vivi
A Will Cuppy non piaceva la gente, viveva mesi recluso in casa a scrivere. Mai del presente e mai dei vivi. È stato un giornalista di New Yorker e Herald Tribune e uno scrittore. Scriveva recensioni di romanzi gialli e libri sugli animali, amava soprattutto rettili e pesci. Morì suicida nel ’49, sul giornale per il quale aveva lavorato più di vent’anni il suo necrologio venne pubblicato con la fotografia di un altro. Nel 1950 uscì postumo il libro al quale si era dedicato ad intermittenza e in segreto per sedici anni. Aveva raccolto le vite di personaggi famosi: dai faraoni a Pericle, da Alessandro Magno a Lady Godiva, da Annibale a Guglielmo il Conquistatore. Era l’unico libro che Dwight Eisenhower teneva sulla sua scrivania al quartiere generale della Nato nell’Europa del dopoguerra. S’intitola Declino e caduta di praticamente tutti (in Italia è uscito qualche settimana fa, Add editore).